Gli Stati Uniti hanno il potere di ridurre o interrompere il sostegno militare all’Ucraina per forzarla ad accettare alcune condizioni di pace, ma non intendono percorrere questa strada. Lo ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, in un’intervista al New York Times .
“È vero che possiamo tagliare fuori l’Ucraina. Potremmo dire: non otterrete niente di più se non accettate che la Russia ottenga una certa percentuale del vostro territorio. Questa è un’opzione a nostra disposizione”, ha affermato Sullivan. Tuttavia, ha sottolineato che una mossa del genere sarebbe profondamente sbagliata.
Secondo il consigliere, imporre all’Ucraina condizioni specifiche per la pace non solo sarebbe eticamente discutibile, ma avrebbe conseguenze devastanti per l’alleanza transatlantica. “Costringere l’Ucraina ad accettare determinate condizioni di pace sicuramente distruggerebbe l’unità della NATO,” ha avvertito.
Sullivan ha precisato che il continuo supporto militare e finanziario degli Stati Uniti all’Ucraina non significa che Washington debba dettare l’esito del conflitto. “Il fatto che forniamo armi all’Ucraina non ci dà il diritto di decidere quale deve essere il risultato”, ha detto.
Le sue dichiarazioni sottolineano un delicato equilibrio nella politica americana: sostenere l’Ucraina nella sua autodifesa senza minare l’autonomia decisionale di Kiev. Questa posizione è anche volta a preservare la coesione della NATO e l’impegno collettivo verso la sicurezza europea.
L’intervista di Sullivan evidenzia la complessità delle sfide geopolitiche legate al conflitto ucraino. Mentre gli Stati Uniti ei loro alleati continuano a sostenere Kyiv, resta aperta la questione di come raggiungere una pace duratura che rispetti i principi di sovranità e integrità territoriale senza fratturare l’unità internazionale contro l’aggressione russa.
Il dibattito su quanto a lungo ea che costo gli Stati Uniti ei loro alleati sostengono l’Ucraina sarà probabilmente centrale nei prossimi mesi, influenzando non solo la politica estera americana ma anche le dinamiche all’interno della NATO e tra i paesi occidentali.