(AGENPARL) – mar 07 gennaio 2025 (ACON) Trieste, 7 gen – “Fedriga faccia presente a Salvini che,
in seguito all’entrata in vigore del nuovo codice della strada,
l’introduzione di alcune restrizioni mirate a promuovere la
sicurezza stradale ha finito, tuttavia, per rendere ancora pi?
difficile la vita ai tanti cittadini, anche del Friuli Venezia
Giulia, che affrontano impegnative cure attraverso l’utilizzo di
medicinali per la gestione del dolore cronico e di altre
patologie, compresi farmaci oppiacei e Thc”. Lo auspica la
consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle),
prendendo la parola sul delicato tema insieme al deputato Andrea
Quartini, impegnato a sollecitare un intervento chiarificatore
del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“L’articolo 187 del codice della strada, cos? come modificato
dalla recente riforma – si aggiunge nella nota -, rischia infatti
di minare il diritto di cura di questi pazienti e, al tempo
stesso, anche la loro libert? di movimento, favorendo altres?
l’isolamento sociale. La normativa introdotta equipara la
condotta di chi si mette alla guida in stato di alterazione,
dovuta al consumo di sostanze stupefacenti, a quella di chi
invece ? in una fase di terapia farmacologica sotto controllo
medico, senza che sia riscontrabile uno stato psicofisico tale da
pregiudicare effettivamente la sicurezza personale e della
collettivit?”.
“Ai pazienti affetti da dolore cronico e altre patologie,
soggetti alla prescrizione medica di specifici farmaci, vengono
sempre fornite informazioni ben precise – precisa la Capozzi con
il collega – sull’obbligo di astenersi dalla guida in caso di
alterazione psico-fisica o sonnolenza. Questo a tutela del
paziente stesso, ma anche di tutte le altre persone”.
“Ci auguriamo – ? l’auspicio dei pentastellati – che anche il
presidente Fedriga intervenga e chieda al ministro Salvini di
difendere la mobilit? e la partecipazione sociale di chi, suo
malgrado, ? affetto da dolore cronico e ricorre a queste
particolari terapie per migliore la qualit? della propria vita.
Va dunque salvaguardato il cosiddetto diritto a non soffrire,
sancito a seguito dell’approvazione della legge 38, che
garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del
dolore”.
ACON/COM/rcm
071642 GEN 25
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