
(AGENPARL) – dom 29 dicembre 2024 RECITAL CONCERTO STELLA MARIS
Spettacolo teatrale-musicale con quadri scenici, musiche e canzoni
natalizie. Un viaggio nella storia della nascita di Gesù Bambino,
attraverso le vicende dei protagonisti dell’antico presepio napoletano.
La Compagnia del Teatro degli Eventi, diretta da Maurizio Merolla, metterà
in scena mercoledì 1 gennaio 2024, alla Chiesa di San Francesco di Cava
de’Tirreni, alle ore 20, nell’ ambito della programmazione “Il Sogno e la
Luce”, organizzata dall’ Amministrazione Servalli, lo spettacolo dal titolo
Stella Maris, con testo teatrale scritto da Paola Apuzza e Maurizio
Merolla.
Il racconto dell’Annuncio e della nascita di Gesù, intervallato da musiche
e canti natalizi, è stato concepito come scene di un presepio, con la
presenza, oltre che degli attori principali della sacra rappresentazione,
di alcuni personaggi che, dal XVIII secolo, sono parte integrante del
presepe napoletano, come Benino, le pastorelle ed Erode. Tutti i
personaggi, conservando la sacralità della funzione, sono caratterizzati
nella loro natura umana, con i sentimenti contrastanti che l’evento della
incarnazione di Dio in una donna racchiude in sé.
La rappresentazione teatrale non acclara la visione stereotipata
dell’evento sacro – consolidatasi nella tradizione iconografica e narrativa
– secondo la quale Maria e Giuseppe, già con aura di santità, accolsero con
fervore mistico e sublime accettazione, l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele.
Gli autori hanno dato una connotazione realistica ai personaggi, facendo
emergere i sentimenti più veri di uomini e donne che, per la prima volta,
si confrontano con il divino, emozioni profonde e sconvolgenti che vanno
dalla paura allo stupore, all’incredulità di menti razionali, al dubbio. È
soprattutto quest’ultimo, vissuto come esperienza interiore volta alla
conoscenza, il “dubito ergo sum” di S. Agostino, scevro da scetticismo, che
descrive l’incontro di Maria e Giuseppe con il messaggero del Padre. E poi
il dubbio si insinua in Anna, insieme alla rabbia ed allo sconforto al
pensiero che Maria, tradendo la morale e la religione, sia rimasta incinta
da uomo prima delle nozze. Dubbio che poi, per una convinta e devota
professione di fede, si trasforma per i protagonisti in un fiducioso
affidamento al volere del Padre.
Fuori campo sentiremo la voce profonda e tonante dell’arcangelo Gabriele
che annuncerà a Maria la volontà del Padre di farsi figlio nel suo ventre.
Altro tema del racconto, suddiviso in quadri scenici, è il viaggio guidato
dalla stella che viene dall’oriente. Benino e le pastorelle, connotati
psicologicamente nella profonda umanità degli umili, degli ultimi che il
Dio fatto uomo vuole vicini alla sua nascita, inseguono la stella cometa,
l’astro che preannuncia l’evento divino della nascita del Bambino Gesù, la
stella che potremmo identificare come la guida all’eterna ricerca dell’uomo
di una ragione di speranza.
Benino e le pastorelle parlano la lingua napoletana che, per la sua potenza
verbale, la varietà lessicale ed espressiva e la sua musicalità, comunica
in modo magistrale le sfumature e le emozioni vivide dei personaggi.
Tutte le scene della rappresentazione saranno introdotte dall’Angelo
narratore, una figura alata eterea e dorata, che ha il compito di
riannodare i fili della storia della nascita di Gesù, guidando con voce
soave gli spettatori, dall’Annunciazione di Maria all’Adorazione dei
pastori.
E in un presepe napoletano vivente non poteva mancare Erode, simbolo del
potere e del male, il lato oscuro dell’essere umano. Erode è la Storia che
entra, con la sua violenza, nella poesia del Natale; è il potere di Roma
che deve prevalere sul popolo inerme ammazzando bambini innocenti, è il
sangue che macchia, come preludio della Passione, la nascita di Gesù. Il
personaggio Erode racchiude in sé le mille sfumature dell’uomo e del re, la
fredda razionalità e la lucida follia, la ragion di stato che travalica la
morale, la paura di perdere il potere e la ricerca forsennata di una
soluzione, qualunque soluzione, non importa se crudele e cruenta, per
continuare a cingersi il capo della corona. La corona da re, per derisione
fatta di spine, con la quale, poi, un giorno, i Romani incoroneranno il
Cristo sulla croce.
La colonna musicale dello spettacolo teatrale è su musiche originali del M°
Giancarlo Sanduzzi, alla chitarra.
Corale: Angelo De Biase, Antonella Firinu, Luciano Matarazzo, Marta
Pignataro, Osvaldo Ardita
Gli attori della Compagnia Teatro Degli Eventi: Flavia Chiarolanza, Ilaria
Stanzione, Livia Marotta Brusco (Angeli narratori), Luca Coppola (Arcangelo
Gabriele), Monica Piantedosi (Vergine Maria), Elisa Carbone (Sant’Anna),
Maurizio Merolla (San Giuseppe), Rita Aurigemma, Luciana Vitale
(pastorelle), Fabrizio La Procida (Benino), Bruno Preziosi (Erode), Anna
Napolitano (lavandaia Rosina), Pietro De Lise (mendicante).
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