
(AGENPARL) – sab 28 dicembre 2024 La prigione di Evin, operativa già da prima della Rivoluzione islamica del
1979, è il luogo dove sono imprigionati gli oppositori del regime
iraniano, cittadini stranieri e dissidenti politici. Da oltre una settimana
ad Evin è trattenuta, in una cella d’isolamento, la giornalista italiana
Cecilia Sala, che ha potuto contattare per pochi minuti solo la famiglia ed
il suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri. Nel 2022 un’altra
cittadina italiana, la blogger Alessia Piperno, ha trascorso un mese nello
carcere e per motivi mai completamente chiariti. Nelle celle del carcere,
come ha raccontato a /Deutsche Welle /l’imprenditore inglese Anoosheeh
Ashoori, ci sono solo coperte, tappeti e una copia del Corano.
“Il giornalismo – dichiara il presidente della Regione Eugenio Giani –
non può mai essere un reato e non può essere mai una colpa raccontare
all’opinione pubblica quello di cui si è testimoni. La Regione Toscana,
nell’esprimere solidarietà a Cecilia Sala ed ai suoi cari – farà tutto
quanto in suo potere per por fine a questa detenzione e restituire Cecilia
a quanti le vogliono bene ed al libero esercizio della sua professione.
Ridurre al silenzio chi descrive quel che vede e parla di ciò che accade
è squalificante per qualsiasi governo, specie se questa forma di brutale
censura è esercitata nei confronti di una donna impegnata spesso a
raccontare storie di altre donne, vittime di simili forme di
sopraffazione”