Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato il veterano centrista François Bayrou come nuovo primo ministro, in un ulteriore tentativo di stabilizzare un governo che fatica a resistere in un parlamento frammentato. Dopo il crollo del governo guidato da Michel Barnier, durato appena tre mesi, Macron ha deciso di affidarsi a un alleato di lunga data e politico esperto per navigare nelle acque turbolente della politica francese.
A 73 anni, François Bayrou porta con sé decenni di esperienza politica. Attualmente sindaco di Pau, ha ricoperto incarichi ministeriali negli anni ’90, è stato candidato alla presidenza per tre volte e, brevemente, ministro della giustizia sotto Macron nel 2017. Tuttavia, il suo mandato si interruppe dopo appena 35 giorni a causa di accuse legate a un presunto uso improprio di fondi dell’UE, da cui è stato scagionato solo recentemente.
Bayrou è noto per il suo pragmatismo e la capacità di mediazione, ma anche per episodi controversi, come quando, nel 2002, schiaffeggiò un ragazzino di 11 anni accusandolo di tentato furto. L’episodio, ripreso dalle telecamere, suscitò polemiche ma fu liquidato dal politico come una reazione “paterna”.
La nomina di Bayrou arriva in un momento di profonda instabilità per il governo di Macron. Le elezioni anticipate di inizio anno, indette per rafforzare il mandato presidenziale, hanno invece prodotto un’Assemblea Nazionale ancora più frammentata, con tre blocchi principali:
- La sinistra radicale di La France Insoumise (LFI);
- I centristi pro-Macron;
- I sovranisti del Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen.
Questa divisione rende quasi impossibile la formazione di una maggioranza stabile. Il governo di Barnier è crollato proprio a causa di un voto contro da parte del RN, che si è opposto ai piani fiscali del governo. Ora, Bayrou dovrà affrontare lo stesso parlamento diviso, con la sinistra già decisa a bloccare ogni sua iniziativa.
Il RN ha adottato un approccio più cauto rispetto alla sinistra. Jordan Bardella, leader del RN in parlamento, ha dichiarato che il partito valuterà le proposte di Bayrou prima di decidere se opporsi, pur mantenendo ferme le proprie priorità su controllo delle frontiere e protezione dei lavoratori francesi.
La sinistra, invece, ha già dichiarato guerra al nuovo governo. Mathilde Panot, leader di LFI, ha definito la nomina di Bayrou una “presa in giro dei francesi” e ha promesso di lavorare per far cadere il governo appena possibile. François Ruffin, altro esponente di spicco della sinistra, ha chiesto persino le dimissioni di Macron e nuove elezioni presidenziali.
François Bayrou avrà il compito di formare un governo nelle prossime settimane, ma le sfide sono enormi. L’assenza di una maggioranza parlamentare chiara e il clima di ostilità rendono difficile immaginare come il nuovo primo ministro possa garantire stabilità.
Il rischio di un nuovo crollo del governo è alto, e il futuro politico di Macron appare sempre più incerto. Per ora, Bayrou rappresenta l’ultima speranza di Macron per mantenere il controllo e portare avanti la sua agenda in una Francia profondamente divisa. Riuscirà a superare questa crisi senza precedenti? Solo il tempo lo dirà.