I BORGHI SIMBOLO DI STORIA, MA ANCHE LUOGHI DI RIGENERAZIONE
Focus organizzato da Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Catania e dalla sua Fondazione
CATANIA – Borghi: mondi “minori”? È un punto di domanda il titolo del focus sui borghi – simboli di storia e cultura ma anche luoghi che necessitano di progettazione e rigenerazione – organizzato sabato 30 novembre dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Catania e dalla sua Fondazione.
«Volutamente nel titolo del seminario di oggi abbiamo inserito il punto interrogativo – ha spiegato la presidente dell’OAPPC Catania Veronica Leone – proprio perché abbiamo parlato dei borghi ponendoci delle domande. I borghi infatti non sono solo un luogo immaginario, un luogo poetico e romantico, piccoli presepi con le viuzze strette e i gatti sulle soglie delle case. I borghi hanno anche una valenza storica, e si inseriscono nel paesaggio perché sono essi stessi paesaggio».
I borghi dunque, se da una parte sono un “simbolo”, dall’altra necessitano di rigenerazione: «Con questo seminario – ha affermato la presidente dalla Fondazione OAPPC Eleonora Bonanno – vogliamo affrontare e trattare in modo diverso il tema dei borghi, anche grazie alla sensibilità che noi architetti possediamo. Vogliamo evitare di pensare ai borghi come delle “entità” da mantenere (quasi come fossero musei). È necessario che ci sia un intervento critico, con la sensibilità appunto dei professionisti, per dare nuova vita, nuovo valore a questi territori».
I relatori che sono intervenuti sull’argomento sono l’architetto Salvatore Settecasi che ha parlato di “Architettura e silenzio. Rigenerazione di contesti marginali”; l’architetto Maurizio Spina, professore UniCT, CTS Borghi più belli d’Italia-Sicilia, che ha parlato di “Una metodologia per la formazione di scenari progettuali” e l’architetto Eleonora Cacopardo, Coordinamento regionale dei borghi più belli d’Italia in Sicilia, con il suo intervento “Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia in Sicilia. Cantieri contemporanei”.
«Architettura e silenzio: un tema assolutamente rilevante per ciò che concerne le aree interne in tutt’Italia, non solo in Sicilia – ha spiegato l’architetto Settecasi – Nel mio intervento parlo delle azioni concrete da attuare per sconfiggere appunto questo “silenzio” che drammaticamente caratterizza le aree interne italiane per l’assenza di servizi e di infrastrutture, con il conseguente spopolamento. L’architettura può essere una delle chiavi per risolvere questa situazione e dare la possibilità di avviare una nuova stagione di rilancio e di rigenerazione urbana e socio-economica». Ha parlato di “form-azione” il professore Maurizio Spina: «L’intervento sui borghi prende spunto da una parola centrale non solo per i borghi ma per una metodologia di applicazione nella città e nel territorio: “formazione”. Oggi ho provato a scindere e poi rimettere assieme le due parole “forma” e “azione”. Il compito di noi architetti è quello di lavorare sulla formazione degli utenti, dei cittadini, dei nostri colleghi, delle Amministrazioni. Formazione vuol dire anche dare “forma” alle città e lavorare per un’ azione perdurante».
Per l’architetto Cacopardo quello tra i borghi è un “viaggio” iniziato tanto tempo fa, proprio nel 2003, «quando vengo nominata per la prima volta consigliere comunale a Castelmola e iniziano le procedure per entrare tra i più “belli” d’Italia. Per cui, lo chiamo “viaggio” – ha raccontato – proprio perché è stato un percorso durato tanti anni, che ha compreso più di 300 borghi».
Presente anche il Coordinatore dell’Associazione Borghi più belli d’Italia in Sicilia, Michelangelo Giansiracusa. «Con l’associazione stiamo immaginando un piano strategico per le aree interne del nostro territorio da presentare al Governo Regionale e al Governo Nazionale per affrontare il tema dello spopolamento con soluzioni concrete che passano da piccole azioni ma anche da azioni di sistema: salvaguardia del territorio, servizi di prossimità, sanità a scuola e anche una narrazione delle aree interne della nostra terra come laboratorio di innovazione».
Ha moderato l’architetto Giovanni Longhitano, Consigliere OAPPCC_CT.