
(AGENPARL) – gio 28 novembre 2024 *Di Marialuisa Roscino *
Il tema della violenza tra i giovani diviene preoccupante. Le dinamiche
relazionali, l’uso applicato, a volte, in modo non corretto delle nuove
tecnologie, i modelli culturali e sociali in continua evoluzione, sono
fattori che possono determinare un contesto complesso, in cui la violenza,
nelle sue diverse forme, può manifestarsi. Secondo le ultime ricerche, sono
molteplici le cause della violenza giovanile ed includono problemi
psicologici, emotivi e comportamentali, difficoltà di gestione della rabbia
e dell’aggressività, bassa autostima, uso di sostanze stupefacenti e alcol.
Di questo e molto altro ancora, ne parliamo con Adelia Lucattini,
Psichiatra e Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana
*Dott.ssa Lucattini, quale impatto può avere il dilagare dei fenomeni di
violenza giovanile sugli adolescenti e sulle loro famiglie? *
I dati recenti dell’OMS inquadrano in modo molto chiaro la situazione: in
tutto il mondo ogni anno si verificano circa 193.000 omicidi tra i giovani
di età compresa tra 15 e 29 anni, pari al 40% del numero totale di omicidi
a livello globale ogni anno. L’omicidio è una delle principali cause di
morte tra i 15 e i 29 anni e la stragrande maggioranza degli omicidi
riguarda vittime di sesso maschile. Per ogni giovane ucciso, molti altri
riportano ferite che richiedono cure ospedaliere. Quando non è mortale, la
violenza giovanile ha un impatto grave, spesso permanente sul funzionamento
fisico, psicologico e sociale di una persona.
*In che modo influiscono, secondo Lei, i media e i social network sui
comportamenti violenti? *
Il fenomeno è più complesso e investe in generale la comunicazione
mediatica degli ultimi anni, ma l’impatto dei media violenti
sull’aggressività è noto già dai primi anni Duemila.
Uno studio pubblicato sul Journal of Youth and Adolescence pochi giorni fa,
condotto su un campione di 2.284 adolescenti, ha mostrato come i media con
contenuti violenti e sessuali in adolescenti senza disturbo narcisistico di
personalità (preso in considerazione nello studio), causano un’aggressività
reattiva. Invece, i media con contenuti violenti in adolescenti con
disturbo narcisismo hanno prodotto aggressività proattiva. Quindi, i
contenuti a carattere violento messi in alcuni casi sui social network, in
tutti aumentano i comportamenti aggressivi, l’entità e le conseguenti
modalità agite, risentono anche delle dinamiche gruppali. Inoltre, hanno un
impatto diverso a seconda della presenza di difficoltà personali, piuttosto
comuni nell’adolescenza. Quindi, richiedono una regolamentazione insieme ad
un’educazione dei giovani all’uso dei social.
*Il bullismo e il cyberbullismo sono forme di violenza che colpiscono
soprattutto i giovani. Quali sono gli effetti psicologici più comuni che
Lei riscontra nei ragazzi vittime di questi fenomeni? *
Il bullismo e cyberbullismo sono un problema di grandi proporzioni che ha
un impatto importante sulla salute psicologica dei giovani. Gli adolescenti
vittime di bullismo e cyberbullismo hanno maggiori probabilità di
sviluppare depressione, ansia, difficoltà scolastiche e manifestazioni di
disagio in seno alla famiglia.
Secondo uno studio pubblicato da JAMA, i giovani esposti al cyberbullismo
hanno un rischio maggiore del 50% di ideazione suicidaria rispetto ai loro
coetanei. Un altro studio recente ha dimostrato che i bambini e gli
adolescenti che subiscono cyberbullismo hanno più del doppio delle
probabilità di farsi del male (cutting e autolesionismo) e di tentare il
suicidio.
*In che modo, la violenza psicologica può essere altrettanto dannosa quanto
quella fisica? *
Uno studio su BMC Psychiatry, condotto su studenti, laureati e universitari
su cui sono stati valutati gli effetti delle esperienze traumatiche nel
corso della vita, i maltrattamenti durante l’infanzia e i sintomi del
Disturbo post traumatico da stress. Il maltrattamento infantile come
l’abuso fisico e sessuale è purtroppo diffuso a livello globale ed è stato
collegato a un rischio aumentato di una varietà di disturbi psichiatrici
negli adolescenti e negli adulti. Il maltrattamento emotivo figura tra le
forme più comuni di maltrattamento infantile. L’abuso emotivo era il tipo
di maltrattamento associato ai più alti tassi di incidenza di
ri-vittimizzazione in adolescenza e in età adulta col partner. Inoltre,
alla gravità dei sintomi depressivi post traumatici, con associate
somatizzazioni, ansia e angoscia. La violenza e l’abuso emotivo, che
appaiono forme di maltrattamento altamente diffuse, meno studiati e
prolungati di quelli fisici, sono tossici quanto le altre forme di
maltrattamento.
*Quali sono le conseguenze a breve e lungo termine della violenza
giovanile, sia per le vittime che per gli aggressori? *
L’OMS ha di recente lanciato un allarme molto deciso sulla violenza
giovanile che si riferisce alla violenza che si verifica tra individui di
età compresa tra 10 e 29 anni che non sono imparentati e che possono o meno
conoscersi. Generalmente avviene fuori casa. Include una gamma di atti che
vanno dal bullismo, sia offline che online, e scontri fisici, a violenze
sessuali e fisiche più gravi, violenza legata alle gang o omicidio. La
violenza giovanile provoca morti, ferite, disabilità e conseguenze sulla
salute a lungo termine, tra cui problemi di salute mentale e comportamenti
a rischio per la salute fisica, che possono portare anche a disabilità o
malattie croniche. È inoltre associata a tassi più elevati di abbandono
scolastico, impatti negativi sullo sviluppo emotivo e intellettivo, alla
diminuzione delle possibilità di contribuire positivamente alla vita del
proprio ambito familiare, amicale e sociale.
*Quanto incidono sostanze stupefacenti e alcol nel generare comportamenti
violenti? *
L’uso di sostanze è un fattore di rischio per essere sia autori, che
vittime di violenza. L’uso di alcool è stato associato a diversi effetti
fisici e mentali che possono aumentare il rischio di essere coinvolti in
atti di violenza come vittima o autore, tra cui maggiore aggressività,
riduzione delle inibizioni, capacità decisionale compromessa e minore
capacità di interpretare segnali comportamentali altrui. Allo stesso modo,
alcune droghe illecite come anfetamine e cocaina sono comunemente associate
a cambiamenti di umore e comportamento, tra cui aggressività, irritabilità,
idee di persecuzione, insonnia e ansia. In particolare, la violenza di
natura spontanea o che coinvolge estranei ha maggiori probabilità di
verificarsi in luoghi pubblici in cui sia la vittima che l’autore sono in
stato di ebbrezza. Inoltre, la violenza in questo contesto, ha maggiori
probabilità di coinvolgere gli uomini, che hanno dimostrato di manifestare
più aggressività da alcol rispetto alle donne. L’uso di alcol e di altre
sostanze stupefacenti è anche un potenziale meccanismo di difesa per il
trauma psicologico associato all’essere vittima di violenza, che però, può
aumentare il rischio di essere ulteriormente aggrediti, in particolare per
le donne che subiscono violenza domestica.
*Ritiene sia determinante il ruolo della famiglia e della scuola? *
I genitori svolgono un ruolo importante nel guidare gli atteggiamenti e il
comportamento degli adolescenti, aiutandoli a sentire di avere nella
famiglia una “base sicura” dove fare ritorno sempre in caso di difficoltà,
che viene così interiorizzata, generando una sensazione di sicurezza
personale e capacità di chiedere aiuto ai genitori quando si sentono
disorientati, dubbiosi, insicuri o in pericolo.
La scuola può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dei
comportamenti a rischio degli adolescenti attraverso attività che
promuovano la gestione della rabbia, la risoluzione di conflitti e lo
sviluppo di capacità di problem solving, favorite dalle interazioni nel
gruppo classe. Inoltre, sono possibili programmi di prevenzione della
violenza a partire dalla scuola stessa. E ancora prima dei programmi, è
importante che fin dalla Scuola dell’Infanzia, siano forniti ai bambini
competenze per una buona socialità, empatia, condivisione e aiuto
reciproco.
*Come la psicoanalisi può contribuire nella prevenzione e nel trattamento
della violenza tra i giovani, sia da parte di chi la commette, che da parte
di chi la subisce? *
La psicoanalisi può aiutare gli adolescenti e le loro famiglie ad
affrontare il disagio psicologico e le difficoltà, anche comportamentali,
creando una vera e propria prevenzione di disturbi futuri. Tramite la
terapia, la talking cure, individuale, familiare o gruppale, è possibile
trattare i disturbi al loro primo manifestarsi, ciò permette di stare
meglio e ottenere dei buoni risultati per la propria vita, seguendo
desideri e aspirazioni, scoprendoli e mettendoli in atto con pazienza,
dando il giusto valore al tempo che necessita crescere e affermarsi
positivamente nel mondo.
*Quali consigli si sente di dare?*
– Parlare con i figli e ascoltarli con pazienza e tenacia. Mantenere aperte
la comunicazione è un passo importante per condividere oneri e onori nei
compiti scolastici, nelle amicizie e nelle attività;
-Fare attenzione ai segnali di allarme. Sapere quali sono i comportamenti
normali può aiutare a riconoscere anche piccoli cambiamenti nel
comportamento e a capire in anticipo se qualcosa sta turbando i figli;
– Non avere paura di fare i genitori. I genitori devono intervenire quando
i figli mostrano comportamenti o atteggiamenti che potrebbero
potenzialmente danneggiare loro o altri;
-Non affrontare i problemi da soli. Gli interventi più efficaci sono quelli
in cui prevedono genitori, scuola e professionisti psichiatri e
psicoanalisti, lavorano insieme per fornire attenzione, monitoraggio e
supporto sia nell’urgenza che nel tempo;
– Aiutare a organizzare incontri sulla prevenzione della violenza. La
collaborazione tra genitori, dirigenti scolastici e membri della comunità
in cui si vive, può rappresentare il modo più efficace per prevenire la
violenza dentro e fuori la scuola;
-Apprendere l’uso dei social media anche facendosi insegnare. Imparare ad
usarli e comprendere non solo le potenzialità, ma anche i pericoli, è
oggigiorno indispensabile per aiutare i figli a non caderne preda o essere
vittime di cyberbullismo e altre forme di violenza online;
– Monitorare e condividere con i figli l’uso di smartphone e tecnologia,
limitandone l’uso a favore di sport, attività artistiche e tempo trascorso
insieme, anche facendo piccole cose, vedere insieme la squadra del cuore o
una serie tv, cucinare o preparare pe le feste comandate;
-Rivolgersi tempestivamente chiedendo una consultazione specialistica e
psicoanalitica in caso di disagio palese o apertamente comunicato dei
figli, mai sottovalutare il malessere che s’intuisce o che viene comunicato
apertamente. Prima s’interviene, prima si affrontano e risolvono i
problemi.