Referendum popolare ex art. 75 Cost. per l’abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle relative sanzioni: in Gazzetta i quattro quesiti referendari.
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 2024 i quattro quesiti referendari con i quali viene chiesta l’abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle odiose sanzioni pecuniarie e, in particolare, scolastiche riconnesse all’inadempimento trasformando ciò che dovrebbe per i genitori dovrebbe essere una scelta di salute consapevole in un vincolo da cui è impossibile sottrarsi senza conseguenze dispari e discriminatorie con effetti diretti sui bambini.
L’iniziativa è stata avviata e promossa da un gruppo di cittadini che ha voluto impugnare lo strumento democratico contro l’immobilismo della politica e l’incuria del Legislatore su esigenze sanitarie molto sentite dai cittadini e che sono già oggetto del disegno di legge di iniziativa popolare che dal 2018 la politica continua a lasciare nel cassetto (cfr. G.U. 27 giugno 2018, serie generale, numero 147 pag. 60) senza tralasciare il nuovo disegno di legge di iniziativa popolare in corso di presentazione da parte ad istanza di numerose associazioni della società civile.
Si tratta dunque di una iniziativa finalizzata alla correzione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73 recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci” (c.d. decreto Lorenzin) che oltre sette anni fa introduceva l’obbligo vaccinale per dodici antigeni – poi ridotti a dieci con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 – da somministrare per l’età pediatrica e per l’adolescenza, abrogando tutta la precedente disciplina che ne prevedeva solo quattro.
Quadro normativo sugli obblighi vaccinali pediatrici – La libertà di cura.
Le dette previsioni obbligatorie venivano introdotte in un clima di improvviso e supposto allarme originato dal Governo in relazione ad asserite epidemie di morbillo in Gran Bretagna e ad un corrispondente calo delle coperture vaccinali in Italia.
Vi è, invece, che in Gran Bretagna (1) non vi fu alcuna epidemia di morbillo (2) e che i dati del Ministero della Salute italiano (3) confermano a tutt’oggi come nella coorte dell’anno 2016 la copertura vaccinale per singolo antigene era pari o superiore al 93-95% anche per molti di quegli antigeni che erano solamente raccomandati.
Sempre in relazione alla situazione italiana, in particolare, precedentemente all’approvazione delle norme di cui si chiede il vaglio referendario, non vi era stata alcuna epidemia.
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale elaborato e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2012-2014 (4), dando atto del raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica in tema di vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, indicava l’esigenza di adottare una politica sanitaria “che porti progressivamente tutte le Regioni, in maniera sincrona, verso il superamento dell’obbligo vaccinale”.
Il Piano aggiungeva che: “Tale percorso presuppone una capillare opera formativa degli operatori sanitari coinvolti nelle attività vaccinali ed educativo/informativa della popolazione generale, in merito ai benefici della vaccinazione quale misura di prevenzione individuale e collettiva”.
Cionondimeno, gli obblighi per i quattro vaccini obbligatori esistenti in quel momento non solo non venivano abbandonati ma, al contrario, con il decreto legge n. 73/2017 ne venivano aggiunti altri sei.
Le alte coperture vaccinali di numerosi Stati europei (Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Svezia, Regno Unito, Estonia, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo) (5-6) in cui le vaccinazioni pediatriche sono solo raccomandate – dimostrano che un obbligo non è necessario per il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica e che le sanzioni pecuniarie e quelle interdittive dalla frequentazione degli asili nido e scuole dell’infanzia ai bambini non adempienti all’obbligo sono misure quantomeno sproporzionate e superflue, se non direttamente discriminatorie.
Incertezze sui profili di sicurezza.
In questo quadro di ingiustificato sacrificio della libertà di autodeterminazione e di cura, decorso più di un lustro dall’entrata in vigore della predetta normativa, il popolo italiano ha preso atto del fatto che la disciplina di cui al decreto-legge n. 73/2017 presenta anche elementi di rischio e criticità significative per la salute individuale e collettiva.
La comunità scientifica è concorde nell’affermare che il sistema immunitario del neonato non è come quello dell’adulto e che, per raggiungere un assetto simile, deve attraversare un processo di maturazione non breve; la principale diversità consiste nel mantenimento dell’assetto precedente alla nascita, l’assetto fetale, in cui sia il sistema immunitario materno che quello del feto adottano una posizione di tolleranza reciproca, con il fine di mandare a compimento la gravidanza (7).
L’Azienda sanitaria della Regione Puglia ha attuato un sistema di farmacovigilanza attiva (8-9), ai sensi del comma 4 dell’art. 14 del D.M. 30 aprile 2015, per la rilevazione degli eventi e delle reazioni avverse seguite alla somministrazione del vaccino quadrivalente MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella), e per ottenere un raffronto qualitativo e quantitativo sui dati raccolti in farmacovigilanza attiva rispetto a quella passiva. I risultati sono inquietanti e rivelano, da un lato, la gravissima sottostima del numero di eventi e reazioni avverse registrati con il sistema di farmacovigilanza passiva e, dall’altro, una inaspettata incidenza di reazioni avverse gravi correlabili con la farmacovigilanza attiva.
Con il successivo Rapporto sui vaccini 2017 Afferma l’Avv. Roberto Martina (Segretario Generale di Avvocati Liberi)
Referendum popolare ex art. 75 Cost. per l’abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle relative sanzioni: in Gazzetta i quattro quesiti referendari.
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15 novembre 2024 i quattro quesiti referendari con i quali viene chiesta l’abrogazione degli obblighi vaccinali pediatrici e delle odiose sanzioni pecuniarie e, in particolare, scolastiche riconnesse all’inadempimento trasformando ciò che dovrebbe per i genitori dovrebbe essere una scelta di salute consapevole in un vincolo da cui è impossibile sottrarsi senza conseguenze dispari e discriminatorie con effetti diretti sui bambini.
L’iniziativa è stata avviata e promossa da un gruppo di cittadini che ha voluto impugnare lo strumento democratico contro l’immobilismo della politica e l’incuria del Legislatore su esigenze sanitarie molto sentite dai cittadini e che sono già oggetto del disegno di legge di iniziativa popolare che dal 2018 la politica continua a lasciare nel cassetto (cfr. G.U. 27 giugno 2018, serie generale, numero 147 pag. 60) senza tralasciare il nuovo disegno di legge di iniziativa popolare in corso di presentazione da parte ad istanza di numerose associazioni della società civile.
Si tratta dunque di una iniziativa finalizzata alla correzione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73 recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci” (c.d. decreto Lorenzin) che oltre sette anni fa introduceva l’obbligo vaccinale per dodici antigeni – poi ridotti a dieci con la legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119 – da somministrare per l’età pediatrica e per l’adolescenza, abrogando tutta la precedente disciplina che ne prevedeva solo quattro.
Quadro normativo sugli obblighi vaccinali pediatrici – La libertà di cura.
Le dette previsioni obbligatorie venivano introdotte in un clima di improvviso e supposto allarme originato dal Governo in relazione ad asserite epidemie di morbillo in Gran Bretagna e ad un corrispondente calo delle coperture vaccinali in Italia.
Vi è, invece, che in Gran Bretagna non vi fu alcuna epidemia di morbillo e che i dati del Ministero della Salute italiano confermano a tutt’oggi come nella coorte dell’anno 2016 la copertura vaccinale per singolo antigene era pari o superiore al 93-95% anche per molti di quegli antigeni che erano solamente raccomandati.
Sempre in relazione alla situazione italiana, in particolare, precedentemente all’approvazione delle norme di cui si chiede il vaglio referendario, non vi era stata alcuna epidemia.
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale elaborato e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2012-2014 , dando atto del raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica in tema di vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, indicava l’esigenza di adottare una politica sanitaria “che porti progressivamente tutte le Regioni, in maniera sincrona, verso il superamento dell’obbligo vaccinale”.
Il Piano aggiungeva che: “Tale percorso presuppone una capillare opera formativa degli operatori sanitari coinvolti nelle attività vaccinali ed educativo/informativa della popolazione generale, in merito ai benefici della vaccinazione quale misura di prevenzione individuale e collettiva”.
Cionondimeno, gli obblighi per i quattro vaccini obbligatori esistenti in quel momento non solo non venivano abbandonati ma, al contrario, con il decreto legge n. 73/2017 ne venivano aggiunti altri sei.
Le alte coperture vaccinali di numerosi Stati europei (Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Svezia, Regno Unito, Estonia, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo) – – in cui le vaccinazioni pediatriche sono solo raccomandate – dimostrano che un obbligo non è necessario per il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica e che le sanzioni pecuniarie e quelle interdittive dalla frequentazione degli asili nido e scuole dell’infanzia ai bambini non adempienti all’obbligo sono misure quantomeno sproporzionate e superflue, se non direttamente discriminatorie.
Incertezze sui profili di sicurezza.
In questo quadro di ingiustificato sacrificio della libertà di autodeterminazione e di cura, decorso più di un lustro dall’entrata in vigore della predetta normativa, il popolo italiano ha preso atto del fatto che la disciplina di cui al decreto-legge n. 73/2017 presenta anche elementi di rischio e criticità significative per la salute individuale e collettiva.
La comunità scientifica è concorde nell’affermare che il sistema immunitario del neonato non è come quello dell’adulto e che, per raggiungere un assetto simile, deve attraversare un processo di maturazione non breve; la principale diversità consiste nel mantenimento dell’assetto precedente alla nascita, l’assetto fetale, in cui sia il sistema immunitario materno che quello del feto adottano una posizione di tolleranza reciproca, con il fine di mandare a compimento la gravidanza .
L’Azienda sanitaria della Regione Puglia ha attuato un sistema di farmacovigilanza attiva – , ai sensi del comma 4 dell’art. 14 del D.M. 30 aprile 2015, per la rilevazione degli eventi e delle reazioni avverse seguite alla somministrazione del vaccino quadrivalente MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella), e per ottenere un raffronto qualitativo e quantitativo sui dati raccolti in farmacovigilanza attiva rispetto a quella passiva. I risultati sono inquietanti e rivelano, da un lato, la gravissima sottostima del numero di eventi e reazioni avverse registrati con il sistema di farmacovigilanza passiva e, dall’altro, una inaspettata incidenza di reazioni avverse gravi correlabili con la farmacovigilanza attiva.
Con il successivo Rapporto sui vaccini 2017 (10) AIFA invece di informare correttamente e tempestivamente i cittadini (lett. f) art. 15 D.M. citato), ha incomprensibilmente minimizzato i dati raccolti dalla sanità pugliese diluendoli all’interno di quelli di tutte le altre regioni italiane raccolti con il sistema di farmacovigilanza-passiva comunemente utilizzato.
L’art. 1, comma 1-ter del decreto-legge n. 73/2017, prevede “il potere del Ministro della salute di disporre la cessazione dell’obbligatorietà per alcune delle vaccinazioni contemplate, in base alla verifica dei dati epidemiologici, delle eventuali reazioni avverse e delle coperture raggiunte”; eppure, nonostante che la Corte costituzionale (sentenza n. 5/2018) abbia lodato tale disposizione, a distanza di oltre sette anni, il Ministro della salute non ha mai trasmesso alle Camere le due relazioni triennali come altresì non ha indicato le motivazioni della mancata presentazione degli schemi di decreto abrogativi di uno o più obblighi di cui al comma 1-bis art. 1 D.L. n. 73/2017, lasciando il disposto lettera morta e i cittadini senza risposte.
In un simile quadro di incertezza veniva disattesa anche la previsione contenuta nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale elaborato e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2017-2019 (11), che indicava lo strumento dell’ “Health Technology Assessment” come il dispositivo “ponte” migliore tra il mondo scientifico e quello politico-decisionale per la valutazione delle caratteristiche di una patologia (incidenza, prevalenza, popolazione a rischio e vie di contagio), i fattori di costo diretto e indiretto che la malattia induce, nonché i possibili benefici che possono derivare dalla strategia vaccinale.
La omessa adozione da parte degli Enti preposti della previsione di cui al comma 1-ter, art. 1 del decreto-legge n. 73/2017 e la mancata attivazione generalizzata del sistema di farmacovigilanza attiva per la rilevazione di eventi e reazioni avverse ha quindi determinato di fatto anche l’impossibilità di un monitoraggio attendibile sul profilo di rischio dei vaccini in pregiudizio della salute e della dignità individuali (art. 2 e co. 1 e 2, art. 32 Cost.)
A fortiori, a fronte della possibilità tangibile di raggiungere gli scopi di salute pubblica ricorrendo alle sole raccomandazioni di vaccinazione, da una parte, e della consapevolezza da parte dei cittadini dell’elevata incidenza di reazioni avverse correlate ai trattamenti somministrati in questione, dall’altra, i cittadini italiani hanno inteso sottoporre al giudizio popolare la pronuncia se l’assunzione per obbligo di legge di rischi per la salute individuale valgano benefici non attuali e corrisponda davvero a “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà” all’ “interesse della collettività” e al “rispetto della persona umana” di cui agli art. 2 e 32 Cost.
Le ragioni del referendum popolare
È dal 2017 che la cittadinanza chiede a gran voce il cambiamento della normativa, ma la politica non solo non ha vigilato sulla corretta applicazione del c.d. decreto Lorenzin (art. 1, comma 1-ter del decreto-legge n. 73/2017) ma, al di là di qualche significativo recente episodio (Sen. Borghi della Lega), continua ad ignorare le istanze dei cittadini per la riforma degli obblighi pediatrici.
Il REFERENDUM POPOLARE resta quindi l’unico strumento che il popolo sovrano ha per farsi ascoltare ed imporre la propria volontà.
Scontata la pandemia COVID-19 è ancora più evidente l’insostenibilità di politiche ed ideologie vaccinali espresse mediante imposizioni e repressioni; ognuno deve essere libero di scegliere una possibilità vaccinale che deve essere garantita a tutti ma senza l’imposizione di sanzioni economiche o altri pregiudizi al figlio o ai genitori quale conseguenza della scelta di non sottoporre il bambino ad una batteria di 30 dosi vaccinali (da zero a 14 anni).
Il referendum perciò ingaggia i cittadini per una consultazione che non riguarda ideologie o convincimenti soggettivi ma l’affermazione della libertà di scelta: non si chiede l’abrogazione della Legge o della “vaccinazione pediatrica”, ma, democraticamente, una decisione popolare afferente alle sanzioni per l’inadempimento delle vaccinazioni pediatriche.
A nostro avviso i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli devono essere garantiti nella loro scelta e senza conseguenze sanzionatorie di sorta; chi al contrario preferisce procedere alle vaccinazioni deve allo stesso modo vedersi garantito il diritto di farlo gratuitamente ai propri figli.
Viene poi richiesta l’abrogazione della norma che prevede la somministrazione dei vaccini pediatrici in formulazione combinata (tri-tetra-quadrivalente) perché costituisce un ulteriore fattore di rischio non testato adeguatamente sul profilo della sicurezza.
Si chiede infine al popolo italiano di abrogare tre dei quattro vaccini obbligatori aggiunti recentemente nel catalogo degli antigeni da somministrare obbligatoriamente, in particolare si chiede l’eliminazione dei vaccini per la varicella, per la rosolia e la parotite (portando le vaccinazioni da 10 a 7).
I quattro quesiti
In sintesi, ecco cosa prevedono i quattro quesiti pubblicati in Gazzetta Ufficiale:
Quesito 1 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione e quella relativa alle sanzioni connesse all’inadempimento vaccinale.
Quesito 2 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione quale requisito di accesso alle scuole dell’infanzia.
Quesito 3 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono la somministrazione di vaccinazioni con formulazioni combinate e parzialmente combinate e nella parte in cui subordinano la vaccinazione monovalente alla disponibilità del SSN.
Quesito 4 = abrogazione delle disposizioni che prevedono la vaccinazione obbligatoria con farmaci aggiunti in sede di conversione in legge del decreto-legge n. 73.
AIFA invece di informare correttamente e tempestivamente i cittadini (lett. f) art. 15 D.M. citato), ha incomprensibilmente minimizzato i dati raccolti dalla sanità pugliese diluendoli all’interno di quelli di tutte le altre regioni italiane raccolti con il sistema di farmacovigilanza-passiva comunemente utilizzato.
L’art. 1, comma 1-ter del decreto-legge n. 73/2017, prevede “il potere del Ministro della salute di disporre la cessazione dell’obbligatorietà per alcune delle vaccinazioni contemplate, in base alla verifica dei dati epidemiologici, delle eventuali reazioni avverse e delle coperture raggiunte”; eppure, nonostante che la Corte costituzionale (sentenza n. 5/2018) abbia lodato tale disposizione, a distanza di oltre sette anni, il Ministro della salute non ha mai trasmesso alle Camere le due relazioni triennali come altresì non ha indicato le motivazioni della mancata presentazione degli schemi di decreto abrogativi di uno o più obblighi di cui al comma 1-bis art. 1 D.L. n. 73/2017, lasciando il disposto lettera morta e i cittadini senza risposte.
In un simile quadro di incertezza veniva disattesa anche la previsione contenuta nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale elaborato e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2017-2019 , che indicava lo strumento dell’ “Health Technology Assessment” come il dispositivo “ponte” migliore tra il mondo scientifico e quello politico-decisionale per la valutazione delle caratteristiche di una patologia (incidenza, prevalenza, popolazione a rischio e vie di contagio), i fattori di costo diretto e indiretto che la malattia induce, nonché i possibili benefici che possono derivare dalla strategia vaccinale.
La omessa adozione da parte degli Enti preposti della previsione di cui al comma 1-ter, art. 1 del decreto-legge n. 73/2017 e la mancata attivazione generalizzata del sistema di farmacovigilanza attiva per la rilevazione di eventi e reazioni avverse ha quindi determinato di fatto anche l’impossibilità di un monitoraggio attendibile sul profilo di rischio dei vaccini in pregiudizio della salute e della dignità individuali (art. 2 e co. 1 e 2, art. 32 Cost.)
A fortiori, a fronte della possibilità tangibile di raggiungere gli scopi di salute pubblica ricorrendo alle sole raccomandazioni di vaccinazione, da una parte, e della consapevolezza da parte dei cittadini dell’elevata incidenza di reazioni avverse correlate ai trattamenti somministrati in questione, dall’altra, i cittadini italiani hanno inteso sottoporre al giudizio popolare la pronuncia se l’assunzione per obbligo di legge di rischi per la salute individuale valgano benefici non attuali e corrisponda davvero a “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà” all’ “interesse della collettività” e al “rispetto della persona umana” di cui agli art. 2 e 32 Cost.
Le ragioni del referendum popolare
È dal 2017 che la cittadinanza chiede a gran voce il cambiamento della normativa, ma la politica non solo non ha vigilato sulla corretta applicazione del c.d. decreto Lorenzin (art. 1, comma 1-ter del decreto-legge n. 73/2017) ma, al di là di qualche significativo recente episodio (Sen. Borghi della Lega), continua ad ignorare le istanze dei cittadini per la riforma degli obblighi pediatrici.
Il REFERENDUM POPOLARE resta quindi l’unico strumento che il popolo sovrano ha per farsi ascoltare ed imporre la propria volontà.
Scontata la pandemia COVID-19 è ancora più evidente l’insostenibilità di politiche ed ideologie vaccinali espresse mediante imposizioni e repressioni; ognuno deve essere libero di scegliere una possibilità vaccinale che deve essere garantita a tutti ma senza l’imposizione di sanzioni economiche o altri pregiudizi al figlio o ai genitori quale conseguenza della scelta di non sottoporre il bambino ad una batteria di 30 dosi vaccinali (da zero a 14 anni).
Il referendum perciò ingaggia i cittadini per una consultazione che non riguarda ideologie o convincimenti soggettivi ma l’affermazione della libertà di scelta: non si chiede l’abrogazione della Legge o della “vaccinazione pediatrica”, ma, democraticamente, una decisione popolare afferente alle sanzioni per l’inadempimento delle vaccinazioni pediatriche.
A nostro avviso i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli devono essere garantiti nella loro scelta e senza conseguenze sanzionatorie di sorta; chi al contrario preferisce procedere alle vaccinazioni deve allo stesso modo vedersi garantito il diritto di farlo gratuitamente ai propri figli.
Viene poi richiesta l’abrogazione della norma che prevede la somministrazione dei vaccini pediatrici in formulazione combinata (tri-tetra-quadrivalente) perché costituisce un ulteriore fattore di rischio non testato adeguatamente sul profilo della sicurezza.
Si chiede infine al popolo italiano di abrogare tre dei quattro vaccini obbligatori aggiunti recentemente nel catalogo degli antigeni da somministrare obbligatoriamente, in particolare si chiede l’eliminazione dei vaccini per la varicella, per la rosolia e la parotite (portando le vaccinazioni da 10 a 7).
I quattro quesiti
In sintesi, ecco cosa prevedono i quattro quesiti pubblicati in Gazzetta Ufficiale:
Quesito 1 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione e quella relativa alle sanzioni connesse all’inadempimento vaccinale.
Quesito 2 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione quale requisito di accesso alle scuole dell’infanzia.
Quesito 3 = abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono la somministrazione di vaccinazioni con formulazioni combinate e parzialmente combinate e nella parte in cui subordinano la vaccinazione monovalente alla disponibilità del SSN.
Quesito 4 = abrogazione delle disposizioni che prevedono la vaccinazione obbligatoria con farmaci aggiunti in sede di conversione in legge del decreto-legge n. 73.
Lo afferma l’Avv. Roberto Martina (Segretario Generale di Avvocati Liberi)
(1) Ministro della Salute, On.le Beatrice Lorenzin: “A Londra, cioè in Inghilterra sono morti 270 bambini per un’epidemia di morbillo molto grave.” (Porta a Porta, 22 ottobre 2014); “Di morbillo si muore. C’è stata una crisi di epidemia di morbillo a Londra, lo scorso anno, sono morti più di 200 bambini.” (Piazzapulita, 22 ottobre 2015).
(2) https://www.gov.uk/government/publications/measles-deaths-by-age-group-from-1980-to-2013-ons-data/measles-notifications-and-deaths-in-england-and-wales-1940-to-2013
(3) https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_8_1_1.jsp?id=38
(4) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1721_allegato.pdf
(5) https://ednh.news/it/vaccini-ecco-la-mappa-di-quelli-obbligatori-nellue/
(6) https://vaccine-schedule.ecdc.europa.eu/
(7) Zhang X, Zhivaki D, Lo-Man R (2017) Unique aspects of the perinatal immune system, Nature Reviews Immunology doi:10.1038/nri.2017.54 Published online 19 June 2017.
(8) https://drive.google.com/file/d/11irkMoaG-5Q8jQbLViTqZQ-GRTolWFRu/view
(9)Dallo studio emerge che ogni 1000 dosi somministrate sono state segnalate, complessivamente, 392,34 reazioni avverse (n. 4 bambini ogni 10 vaccinati). Per quanto riguarda le reazioni avverse gravi, ogni 1000 dosi somministrate sono state segnalate complessivamente 40,69 reazioni avverse gravi (n. 1 bambino ogni 25 vaccinati), di cui il 73% (= 29,7 reazioni avverse) correlabili al vaccino come da causality assesment (n. 1 bambino ogni 34 vaccinati).
(10) https://www.aifa.gov.it/documents/20142/0/Rapporto_Vaccini_2017.pdf/d776f068-f493-65ee-a6ca-29b6b4f2138b
(11) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf