La rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha scatenato nei media europei una tempesta di toni accesi, parole colorate e articoli tra il tragico e l’irriverente. Diverse testate, solitamente più moderate, non nascoste hanno una frustrazione quasi comica per l’esito elettorale.
“Fanculo”—il titolo schietto di Die Zeit
In Germania, Die Zeit non ha girato intorno alla questione: il titolo recitava semplicemente “Fanculo”. L’articolo proseguiva in tono apocalittico, paragonando la vittoria di Trump allo spettro di una catastrofe globale, e lamentava che “all’America non importa” delle conseguenze per l’Europa.
Rabbia e ironia in Spagna e Francia
In Spagna, El País ha descritto la rielezione come una “vittoria della disinformazione”, con un editoriale che criticava aspramente l’approvazione di un “criminale condannato”. In Francia, Libération ha accusato metà degli americani di sostenere valori che rappresentano un protezionismo retrogrado, sottolineando un divario culturale sempre più profondo tra Europa e Stati Uniti.
Scatti d’ira in diretta
Anche i commentatori televisivi hanno mostrato un’insofferenza inaspettata. Emily Maitlis, nota giornalista britannica, ha lanciato accuse pesanti durante la trasmissione di Channel 4, dichiarando che la retorica di Trump era “fottutamente pazza”. Dopo una breve pausa, la Maitlis è scomparsa dal set per tornare con rinnovata energia nel suo podcast, dove ha continuato a contestare la campagna elettorale di Trump.
La frattura tra Europa e America: Sarcasmo o realtà?
La reazione spropositata dei media europei riflette forse una più ampia difficoltà a capire le ragioni profonde del fenomeno Trump, che sembra spaccare non solo l’America, ma anche il rapporto transatlantico. Rispetto al 2016, i commentatori europei questa volta non sono rimasti semplicemente perplessi: sono andati all’attacco, regalando al pubblico un inedito spettacolo di dissenso che, forse, rivela più ansia che ironia.