Martedì 5 novembre, gli Stati Uniti terranno la loro 60ª elezione presidenziale. Gli americani sono chiamati alle urne per scegliere il prossimo presidente e vicepresidente, in una competizione che vede contrapposti il tandem repubblicano composto dall’ex presidente Donald Trump e dal senatore dell’Ohio James David Vance, e il duo democratico formato dalla vicepresidente Kamala Harris e dal governatore del Minnesota Tim Walz.
Uno scontro tra due visioni per l’America
La sfida è diventata particolarmente interessante dopo il ritiro dalla corsa dell’attuale presidente Joe Biden, che ha lasciato il posto alla vicepresidente Kamala Harris come candidata democratica principale. Harris ha scelto come compagno di ticket Tim Walz, noto per la sua leadership e il suo impegno progressista. Sul fronte repubblicano, Trump si è presentato con un nuovo alleato, il senatore Vance, figura emergente tra i conservatori.
Negli ultimi mesi, entrambi i ticket hanno intensificato la campagna elettorale con un linguaggio diretto e toni accesi. Trump, 78 anni, ha più volte definito Harris una rappresentante della “sinistra estrema” e ha dichiarato che una sua vittoria porterebbe gli Stati Uniti verso una “svolta socialista”. Dall’altro lato, Harris, 60 anni, ha ribattuto definendo Trump una minaccia per la democrazia americana e ha puntato il dito contro i suoi tentativi di minare la fiducia nel sistema elettorale, tema che continua a dividere profondamente l’opinione pubblica.
Il processo elettorale e la certificazione dei risultati
Dopo le elezioni di martedì, i risultati dovranno essere certificati ufficialmente da ciascuno stato entro il 19 dicembre. Successivamente, il 6 gennaio 2025, il Congresso degli Stati Uniti sarà chiamato a certificare formalmente l’esito elettorale. L’insediamento del nuovo presidente avverrà come previsto il 20 gennaio, segnando l’inizio del nuovo mandato presidenziale.
La sfida decisiva
Queste elezioni rappresentano un momento cruciale per il futuro degli Stati Uniti, con due visioni opposte per il Paese e una campagna che ha toccato temi sensibili come la sanità, il cambiamento climatico, l’economia e la giustizia sociale. Da una parte, Trump propone un ritorno alle politiche conservatrici, puntando su sicurezza e controllo economico; dall’altra, Harris e Walz si presentano come difensori di una linea progressista, concentrata su diritti civili, giustizia ambientale e riforme sociali.
Martedì gli elettori avranno l’opportunità di esprimere la loro scelta e dare una direzione chiara al Paese.