(AGENPARL) – lun 04 novembre 2024 (ACON) Trieste, 4 nov – Le audizioni in IV Commissione,
presieduta da Edy Morandini (Fedriga presidente), sul progetto
per la traversa laminante di Dignano e la messa in sicurezza del
fiume Tagliamento hanno visto anche la partecipazione delle
associazioni di categoria, ambientaliste e della comunit?
scientifica.
Per il Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf),
promotore dell’appello firmato da oltre 800 ricercatori
provenienti da 35 Paesi diversi per un Tagliamento libero di
scorrere, “gli interventi strutturali previsti dalla Regione non
sarebbero efficaci alla messa in sicurezza, n? tanto meno
all’adeguata mitigazione delle conseguenze di piene di maggiore
intensit?, senza contare poi l’impatto che l’opera avrebbe sul
territorio”. Inoltre la “realizzazione delle opere di mitigazione
violerebbe diverse direttive e regolamenti europei sull’ambiente,
come la Direttiva quadro acque, la Direttiva uccelli e habitat,
il Regolamento per il ripristino della natura e la Convenzione
delle Alpi”.
Per il Cirf e per la comunit? scientifica internazionale, dunque
“possibili soluzioni pi? efficaci per il Tagliamento, sia dal
punto di vista economico che ambientale, sarebbero la
delocalizzazione di alcuni edifici ubicati nelle zone di maggiori
pericolosit? e interventi di laminazione soft in golena tra
Pinzano e Latisana”, con l’appello alla Giunta “di effettuare una
valutazione integrata di tutte le possibili alternative che
tengano conto anche della ricchezza del territorio e che
prevedano la restituzione degli spazi al fiume”.
La necessit? di un approccio sistemico ? stata rimarcata anche
dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
(Ispra), che ha evidenziato la mancanza da parte della Regione
“di approfondimenti relativi al trasporto di sedimenti, con la
necessit? di provvedere ad un aggiornamento del monitoraggio
idrogeologico e morfologico”.
Il Presidio permanente sul Tagliamento ha portato in Commissione
varie proposte, elaborate dal proprio comitato tecnico, tra cui
“ricalibrare la portata del fiume, intercettandola dal canale del
Cavrato; riprendere in considerazione il progetto di
realizzazione del canale scolmatore di Latisanotta, gi? previsto
nella Commissione ‘Laboratorio Tagliamento’ nel 2011 e valutare,
nella sezione inferiore del fiume l’individuazione di possibili
aree, circoscrivibili da basse arginature, ove permettere
esondazioni controllate fuori alveo in caso di necessit?, senza
l’impiego di briglie o traverse in grado di interrompere la
continuit? fluviale e previo studio sul loro impatto ambientale”.
Le associazioni ambientaliste (Legambiente e Wwf) hanno ricordato
che “la prevenzione del rischio idrogeologico parte anche dalla
non costruzione in aree potenzialmente pericolose”, inoltre “?
necessario, ove possibile, ripristinare precedenti situazioni di
connettivit? fluviale, tenendo conto anche dei cambiamenti
climatici”.
Dubbi sul progetto di Dignano sono stati espressi, a seguire,
dalle associazioni di categoria degli agricoltori. Sia per
Coldiretti che per Confagricoltura Fvg e CoopAgri, la
preoccupazione “riguarda il futuro delle imprese agricole sul
territorio che sar? interessato dagli interventi strutturali. La
necessit?, infatti, ? quella di capire come sar? gestita l’acqua
e che effetto avranno le casse di espansione sui terreni
agricoli”.
Dall’associazione Agricoltori del Medio Tagliamento ? arrivata la
proposta di “rinaturalizzare la traversa di Pinzano, una valida
alternativa al progetto di Dignano”, mentre il Coordinamento
regionale propriet? collettiva Fvg ha evidenziato che “gli
agricoltori, per legge, devono essere coinvolti in tutti gli
interventi progettuali che riguardano il rischio idrogeologico,
cosa che finora la Regione non ha fatto”.
Ripensare al progetto in quanto tale e prendere in considerazione
soluzioni che lasciano pi? spazio al fiume, promuovendo un uso
pi? consapevole e sostenibile del suolo, ? stato l’appello
dell’associazione Italia Nostra Fvg, un proposta condivisa anche
dal comitato Assieme per il Tagliamento e dall’associazione
Tagliamento libero.
Tutti gli auditi hanno convenuto sulla necessit? da parte della
Regione di gestire diversamente il progetto di messa in sicurezza
del fiume e sull’evitare opere impattanti. Una necessit?, questa,
rimarcata anche dai consiglieri regionali.
Per Andrea Carli (Pd) “le audizioni sono state utili, ma il
discorso sul progetto per il Tagliamento non ? stato ancora del
tutto esaurito”.
A detta di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) “il progetto ?
faraonico sia sul piano paesaggistico che su quello ambientale,
con gravissime conseguenze e al momento non ? ancora possibile
fare valutazioni qualitative pi? approfondite”.
Per Rosaria Capozzi (M5s) “la sicurezza dei cittadini ? fuori
discussione, ma si deve preservare soprattutto la naturalit? del
fiume, scongiurando opere impattanti”.
Per Marco Putto (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg) “la Regione
deve favorire di pi? il dialogo e la partecipazione tra i
territori”.
Maddalena Spagnolo (Lega) ha detto che “? necessario ed urgente
eseguire le opere di laminazione a monte di Latisana, mettendo
fine a tutte le discussioni sul tema”.
Per Manuela Celotti (Pd) “vanno approfonditi i contributi dati
dagli esperti e poi decidere l’opera migliore per efficacia e
costi”, con il collega Nicola Conficoni che ha chiesto alla
Giunta “se, alla luce di quanto emerso dalle audizioni, non
ritenga opportuno bloccare il progetto”.
Da ultimo, Serena Pellegrino (Avs) ha commentato che “mettere in
sicurezza il ponte di Dignano, non edificare nelle aree golenali,
ripristinare i vincoli idrogeologici e togliere i camion dal
tratto stradale sarebbero una possibile alternativa al progetto
regionale”.
3 – fine
ACON/SM-rcm
042008 NOV 24
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