
Il femminicidio, una piaga sociale che inquina le fondamenta stesse della convivenza civile, rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro Paese. Non si tratta solo di un crimine, ma di una violazione sistematica dei diritti umani che affonda le sue radici in profonde disuguaglianze di genere e in modelli culturali nocivi. Per affrontare efficacemente questo fenomeno complesso e multiforme, è necessario un approccio strutturale e a lungo termine che coinvolga tutti gli attori sociali, a partire dalle istituzioni e dalla politica. In questo contesto, l’educazione civica emerge come uno strumento fondamentale per prevenire la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza. Investire in programmi educativi mirati fin dalla più tenera età significa coltivare nelle nuove generazioni una consapevolezza critica dei ruoli di genere, delle dinamiche di potere e delle forme di discriminazione. L’educazione civica, però, non può essere un’isola felice. È necessario integrarla in un contesto più ampio di politiche pubbliche volte a contrastare la violenza di genere. Questo significa rafforzare ancora di più la legislazione, approvare leggi più severe contro il femminicidio che facciano soprattutto da deterrente ma garantire che vengano applicate in modo efficace; aumentare i finanziamenti per i centri antiviolenza, offrire alle donne vittime di violenza un supporto concreto e servizi specializzati; promuovere campagne di sensibilizzazione, informare l’opinione pubblica sulla gravità del problema e mobilitare la società civile in maniera corretta, lontano dagli sproloqui dei salotti televisivi che dovrebbero invece promuovere una mascolinità positiva, che non sia associata alla violenza e alla dominanza. La lotta al femminicidio richiede un impegno corale e a lungo termine. L’educazione civica rappresenta una tappa fondamentale di questo percorso, ma non è sufficiente da sola. È necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, scuole, famiglie e società civile. Solo così potremo costruire una società più giusta e equa, libera dalla violenza di genere”.
Così in una nota l’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica, confermando il suo impegno fuori dai Palazzi a sostegno delle donne.