
(AGENPARL) – mar 22 ottobre 2024 ARTE & PAROLE ALLA SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI
LUNEDI’ 28 OTTOBRE INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI
BRUNO PELLEGRINO E PRESENTAZIONE DE “L’ARMARU” DI
MARIACRISTINA DI GIUSEPPE
Lunedì 28 ottobre | Ore 17:30
SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI
GALLERIA DEL PRIMATICCIO
PALAZZO FIRENZE – PIAZZA DI FIRENZE, 27 (ROMA)
Roma, 22 ottobre 2024
“Arte & Parole” è l’appuntamento speciale che si terrà lunedì 28 ottobre, alle ore 17.30, a Roma
nella prestigiosa sede della Società Dante Alighieri. Sotto lo sguardo magnetico di Titania, pittura e
letteratura conversano e offrono suggestioni e rimandi a mondi reali o possibili. Le opere di Bruno
Pellegrino dialogano con “L’armaru” (Navarra Editore) il nuovo romanzo di Mariacristina Di
Giuseppe. Con gli autori interviene Edoardo De Angelis. Coordina Michele Canonica, presidente
del Comitato della Dante Alighieri di Roma. Letture affidate a Martina Colaprico. Appuntamento
nella Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze, in Piazza di Firenze 27.
Un viaggio nella galassia femminile della Palermo raccontata dalle lettere gelosamente custodite da
un armadio “speciale”, un viaggio nella vita della nonna di Agata e, soprattutto, un viaggio interiore
nella vita della protagonista. Sono gli elementi che caratterizzano “L’armaru”, il nuovo romanzo
di Mariacristina Di Giuseppe per i tipi di Navarra Editore. La pubblicazione è impreziosita dai
contributi musicali di Laura Mollica e Giuseppe Greco, prestigiosi interpreti del repertorio
musicale siciliano di tradizione, dalla prefazione di Tosca, e dall’immagine di copertina, Titania,
opera di Bruno Pellegrino.
Una storia molto suggestiva, ambientata all’interno di un appartamento in un palazzo d’epoca del
centro di Palermo. La protagonista, Agata, si trova nell’incombenza di dover vendere l’immobile
appartenuto alla sua famiglia, abitato per lunghissimo tempo dalla nonna materna Lena, ormai
scomparsa da anni. Quando la decisione di disfarsene sembra presa e non occorre altro che fissare
gli appuntamenti con i potenziali acquirenti, Agata si trova ad addurre, più o meno
consapevolmente, una serie di scuse e impedimenti alla loro concretizzazione. L’appartamento, che
prima di allora le era sempre stato estraneo e indifferente, inizia, infatti, a conquistarla. Ciò accade
da quando il grande armadio che si trova nella sala da pranzo sembra darle chiari segni della
presenza dello spirito della nonna.
“L’armaru rappresenta il ricovero di ricordi, sentimenti, pulsioni che ci informano con la loro sottile
e costante persistenza anche quando tentiamo di scansarli, anche quando non diamo loro la giusta
attenzione”, spiega l’autrice Mariacristina Di Giuseppe, “Ognuno di noi possiede un armadio
interiore nel quale sono stipati a forza sogni, scheletri, segreti, tabù, dolori. Quando ne
dischiudiamo le ante, il suo carico invisibile può abbattersi su di noi con tutto il suo impalpabile
carico e tramortirci, oppure può appoggiarsi sulle nostre fragilità con ruvida gentilezza, e
accompagnarci nella caduta sul lastricato delle nostre esistenze, nel ‘culo a terra’ da cui ripartire”.
Nella galleria di personaggi offerti dall’opera, che nasce come teatrale per poi trasformarsi in una
forma narrativa ibrida, troviamo i nomi e le voci di donne accomunate dalla straordinaria sensibilità
che il genere femminile porta con sé come una bandiera d’amore e consapevolezza. Donne che
possiedono il talento dell’amore, il talento del coraggio, della resistenza, della custodia della
memoria, e li esercitano con determinazione.
Oltre alla presentazione, ci sarà l’esposizione delle opere di Bruno Pellegrino, che si potrà visitare
anche nei giorni successivi, fino alle ore 18 del 31 ottobre 2024. “Accanto a Titania, scelta da
Mariacristina per la copertina del suo L’armaru”, spiega Bruno Pellegrino, “presento una serie di
ritratti immaginari. Tecniche e materiali diversi per figure, sguardi, occhi, sensibilità, persone,
storie, presenti solo nei miei percorsi creativi e pronti all’incontro”. Bruno Pellegrino, come ricorda
il critico d’arte Duccio Trombadori “da alcuni anni si è messo a osservare il mondo con gli occhi di
pittore, e ci è riuscito. Ne ricava soggetti per saggiare il difficile equilibrio tra il momento ricettivo
della coscienza e quello produttivo della espressione. Così, a un certo punto, la tentazione effusiva
della pittura gli ha preso la mano fino a far crescere un frondoso e persuasivo albero di forme che
corrispondono all’accento di uno stile, a una personale quanto attraente “maniera di vedere”.