Un’indagine approfondita condotta dalla Reuters ha rivelato la portata e i dettagli inquietanti di una delle operazioni più devastanti mai subite da Hezbollah negli ultimi anni. Le esplosioni avvenute il 17 e 18 settembre 2024 in Libano, che hanno coinvolto cercapersone apparentemente innocui, hanno causato la morte di 39 persone e oltre 3.400 feriti.
Secondo l’inchiesta, l’operazione, iniziata nel febbraio 2024, è stata orchestrata dall’agenzia di intelligence israeliana, il Mossad. Quest’ultima avrebbe manipolato i cercapersone acquistati da Hezbollah, trasformandoli in dispositivi esplosivi letali.
I cercapersone, forniti dal produttore taiwanese Gold Apollo, sembravano normali modelli commerciali, nello specifico l’AR-924. Tuttavia, ogni dispositivo era stato modificato per contenere 6 grammi di esplosivo plastico, nascosto vicino alla batteria ricaricabile. La combinazione esplosiva e la composizione chimica della batteria hanno aumentato la potenza delle detonazioni, che hanno raggiunto l’equivalente di 40 grammi di esplosivo. Il tutto era racchiuso in una custodia di plastica, rendendo difficile il rilevamento, anche attraverso i controlli di sicurezza all’aeroporto Rafic Hariri di Beirut.
Il Mossad ha creato un’ingegnosa copertura per mascherare le batterie incriminate, presentandole come un modello standard, denominato LIBT783, disponibile in commercio. Questo stratagemma ha permesso all’intelligence israeliana di inserire i cercapersone modificati all’interno della catena di approvvigionamento senza destare sospetti.
Hezbollah ha iniziato a notare un’anomalia quando le batterie dei cercapersone si scaricavano più rapidamente del previsto, ma le preoccupazioni si sono rivelate tardive. Il 17 settembre 2024, i cercapersone carichi di esplosivo sono stati attivati tramite un semplice messaggio di testo, causando esplosioni mortali tra i membri del gruppo e i civili vicini.
Questa operazione ricorda tattiche precedenti adottate dal Mossad, come l’omicidio di Yahya Ayyash nel 1996, ucciso da un telefono esplosivo. L’inchiesta della Reuters mette in luce l’evoluzione delle tecniche di sabotaggio, dimostrando come dispositivi apparentemente innocui possano essere utilizzati come armi letali in operazioni di intelligence di alto livello.