
(AGENPARL) – gio 17 ottobre 2024 *COMUNICATO STAMPA DEL 17 OTTOBRE 2024*
*Prato sotto tiro: occorre senso di responsabilità – dichiarazione del
presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord
Francesco Marini*
“Prato è sotto tiro. Le vicende delle aziende cinesi con i lavoratori
pakistani in sciopero, con annesse sprangate, hanno fatto precipitare la
reputazione del distretto, che finisce all’attenzione dell’opinione
pubblica additato come esempio di illegalità. Di più: come un’area
industriale in disfacimento, senza alcuna distinzione fra il buono e il
cattivo, il virtuoso e il delinquente, il performante e l’approfittatore.
Va detto che ce la siamo cercata. Non tutti, beninteso: c’è anche chi sta
subendo questo linciaggio senza averne responsabilità. La nostra
associazione per esempio non se l’è cercata affatto; anzi, come ricordava
un nostro recente comunicato stampa, è dagli anni ’90 che denuncia
pubblicamente – prima come Unione Industriale Pratese, poi come
Confindustria Toscana Nord – il problema dell’illegalità, che ha un suo
punto particolarmente critico nelle imprese cinesi dell’abbigliamento. Non
tutte, beninteso, e non soltanto in quelle. Abbigliamento, non tessile: non
produzione di filati e tessuti, che rimane in larghissima prevalenza in
mani locali, così come sono in mani locali anche alcune belle realtà
dell’abbigliamento-maglieria.
Se l’è cercata, procurandola sciaguratamente a tutti noi, chi fino a ieri –
e forse qualcuno ancora oggi – ha negato l’evidenza dell’illegalità
imperante in alcune sacche letteralmente marce dell’imprenditoria; e anche
chi a un certo punto ha smesso di negare ma non ha potuto, saputo o voluto
combattere questi fenomeni.
In questo clima si collocano focus e ricostruzioni della situazione pratese
che mescolano un po’ tutto, dai problemi sociali e di ordine pubblico a
quelli ambientali, veri o presunti. Perfino un’esperienza d’eccellenza come
la depurazione centralizzata, che vengono a studiare da mezza Europa,
finisce nel clima di sospetto.
Quello che non si sottolinea abbastanza è che il distretto tessile il suo
percorso verso la modernità e la qualificazione l’ha fatto e l’ha fatto
bene. Che praticamente tutte le aziende di una qualche consistenza hanno
una lunga serie di certificazioni, di quelle che si conquistano con fatica,
dovendo documentare anche le minime cose. Che molte aziende hanno
prestazioni ambientali e sociali che vanno ben al di là di quanto richiede
la legge, prestazioni che hanno conseguito con forti investimenti perché ci
credono e perché essere ‘al di sopra di ogni sospetto’ paga dal punto di
vista dell’appetibilità dei prodotti sul mercato. Che se l’andamento del
tessile pratese è attualmente affannoso non è perché le aziende non sono
capaci di performare, ma perché è in atto una crisi di domanda senza
precedenti. Che si sta facendo di tutto per rimanere in piedi, per
salvaguardare occupazione e competenze, pronti a intercettare una
rinnovata, e auspicabilmente non troppo lontana, ripresa del mercato.
Come si esce da questa trappola reputazionale? Occorre senso di
responsabilità, della nostra comunità in primo luogo, che deve guardare a
se stessa con la severità necessaria a ovviare a ciò che non va, ma anche
con la benevolenza dovuta a quanto di buono – ed è tanto, ma proprio tanto
– si trova in questa città, nella sua imprenditoria e nei lavoratori. Ma
altrettanto senso di responsabilità occorre anche da parte di chi parla e
scrive di Prato. Distinguere il grano dal loglio, la parte buona della
città, quella che dà occupazione qualificata, da quella compromessa con
l’illegalità; riconoscere le imprese che, pur col fiato grosso, continuano
a correre senza perdere la bussola della correttezza, da quelle che già da
lungo tempo si sarebbero dovute sanzionare e chiudere.
A chi – operatore dell’informazione, studioso, persona impegnata nella
politica e nell’amministrazione pubblica – vuole conoscere Prato dico: non
piegatevi ai luoghi comuni, venite a conoscere la città. Tutta, compresa
quella che non ha niente da invidiare alle realtà industriali più moderne e
avanzate.”
*Francesco Marini, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria
Toscana Nord*
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