
Il numero di atti antisemiti registrati in Francia ha subito un’impennata allarmante nella prima metà del 2024, con un aumento del 192% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo un recente rapporto della Direzione nazionale dell’intelligence territoriale (DNRT) del Ministero dell’Interno francese, tra gennaio e giugno sono stati documentati ben 887 episodi di antisemitismo. Questo dato preoccupante sottolinea la persistenza di una tendenza in crescita che si è intensificata soprattutto dopo gli attacchi terroristici contro Israele del 7 ottobre.
L’aumento del 192% significa che gli atti antisemiti rappresentano oggi il 67% degli episodi di crimini d’odio legati alla religione in Francia, nonostante la popolazione ebraica costituisca meno dell’uno per cento del Paese. Fino a poco tempo fa, gli atti anticristiani erano quelli più numerosi, ma il recente aumento degli episodi di odio contro gli ebrei ha superato ogni altra forma di violenza religiosa.
Gli attacchi antisemiti includono non solo episodi di violenza verbale e vandalismo, ma anche atti di violenza fisica, aumentati del 165% rispetto al 2023. La DNRT ha documentato 53 casi di aggressioni fisiche contro ebrei nei primi sei mesi del 2024, rispetto ai 20 casi registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.
Il rapporto sottolinea che l’antisemitismo in Francia sembra strettamente legato agli eventi in Medio Oriente, con picchi di violenza che coincidono con i momenti di tensione nel conflitto israelo-palestinese. In particolare, dopo il bombardamento della città di Rafah da parte di Israele, il numero di episodi antisemiti è triplicato in una sola settimana, passando da 54 a 187. Le notizie e le polemiche internazionali hanno agito da “catalizzatore”, secondo quanto riferito dal Ministero dell’Interno.
Di fronte a questa situazione, Yonathan Arfi, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (Crif), ha espresso profonda preoccupazione. Durante una commemorazione per le vittime degli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele, Arfi ha dichiarato: “L’antisemitismo si è diffuso ovunque prima ancora che il lutto iniziasse”. In un’intervista successiva, ha espresso il timore che il fenomeno possa non attenuarsi neanche con la cessazione delle ostilità in Medio Oriente, osservando che, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, l’antisemitismo si sta manifestando a tutti i livelli della società francese.
Arfi ha inoltre puntato il dito contro Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale francese, accusandolo di essere il “principale responsabile” dell’ondata di antisemitismo nel Paese. Secondo il presidente del Crif, il leader del partito La France Insoumise avrebbe offerto un “sostegno politico” all’antisemitismo attraverso le sue dichiarazioni. Mélenchon, paragonato spesso a Bernie Sanders o Jeremy Corbyn, è stato criticato per aver minimizzato l’antisemitismo in Francia, definendolo “residuo” in un discorso a giugno.
Queste parole hanno suscitato l’indignazione delle vittime e delle loro famiglie. I genitori di una ragazzina ebrea di 12 anni, stuprata a Courbevoie dopo essere stata insultata come “sporca ebrea”, hanno accusato Mélenchon di ignorare la realtà della crescente violenza antisemita. “Non viviamo in un antisemitismo residuo, ma in un antisemitismo pesante, visibile, palpabile”, ha dichiarato la madre della ragazza, sottolineando che sua figlia aveva già subito atti di discriminazione a scuola prima del tragico episodio.
Le crescenti preoccupazioni per la sicurezza della comunità ebraica in Francia hanno spinto molti a considerare l’emigrazione. Il DNRT ha rivelato che oltre 6.000 ebrei francesi hanno presentato domanda di trasferimento in Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre, riflettendo un diffuso senso di vulnerabilità e paura all’interno della comunità ebraica francese.
L’aumento drammatico degli episodi antisemiti in Francia rappresenta una sfida crescente per le autorità e per la società civile. Mentre l’antisemitismo sembra essere alimentato da tensioni internazionali, il problema si radica sempre di più all’interno del tessuto sociale francese. Il rapporto del DNRT e le testimonianze delle vittime rivelano una realtà inquietante che richiede interventi urgenti e mirati per proteggere la comunità ebraica e combattere l’odio religioso in tutte le sue forme.