Sabato scorso, un tranquillo incontro tra ex colleghi si è trasformato in una tragedia a Hammamet, Tunisia. Durante una cena organizzata da I.S., un ex membro della Polizia di Stato, presso la sua abitazione, un gesto apparentemente innocuo ha portato a una grave intossicazione da cianuro, con il decesso di uno degli invitati e altri ospiti in condizioni critiche.
Tra i presenti alla cena vi erano ex colleghi di diverse forze dell’ordine italiane in congedo, con le rispettive consorti. Oltre a S., ospite dell’evento, vi erano GM, ex Carabiniere in congedo, G.G:, ex membro dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), e S.B. La serata si è svolta normalmente fino a quando è stato servito un liquore fatto in casa, un nocino aromatizzato con noccioli di pesca lasciati a macerare.
L’incidente fatale
Al termine della cena, S. ha offerto ai suoi ospiti un bicchierino del liquore. Tuttavia, ciò che doveva essere un semplice gesto conviviale ha avuto conseguenze disastrose. Uno degli ospiti, G.M, ha ingerito il suo bicchierino tutto d’un sorso, schiacciando con i denti anche il nocciolo di pesca contenuto nella bevanda. Pochi minuti dopo, M. ha iniziato a manifestare sintomi di avvelenamento: è diventato cianotico e ha accusato gravi difficoltà respiratorie.
È stato immediatamente trasportato in ambulanza all’ospedale di Nabeul, dove è stato intubato e ricoverato in terapia intensiva con diagnosi di avvelenamento da cianuro di potassio. Nonostante gli sforzi del personale medico, M. è purtroppo deceduto. Il cianuro è stato generato dalla mandorla interna del nocciolo di pesca che, a contatto con i succhi gastrici, ha rilasciato la sostanza velenosa.
Altri ospiti coinvolti
Anche G.G:, ex membro dell’AISE, è stato tra i primi a manifestare sintomi. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Nabeul, G. è arrivato già in stato comatoso. Attualmente è ancora ricoverato in coma, anche se nelle ultime ore ha mostrato lievi segnali di miglioramento. Tuttavia, non è ancora chiaro se vi siano stati danni cerebrali o neurologici permanenti.
I.S:, l’ospite della serata, e S.B., anch’egli presente alla cena, sono stati entrambi ricoverati presso il Centro Antiveleni di Tunisi. Le loro condizioni sono stabili, grazie al fatto che, a differenza di M., avevano sorseggiato il liquore in piccole quantità. L’intervento tempestivo del personale sanitario e la disponibilità del siero antiveleno hanno permesso di limitare le conseguenze per gli altri commensali.
Il ruolo delle autorità italiane
L’incidente è seguito con attenzione dai colleghi della comunità italiana di Hammamet e dall’Ambasciata italiana a Tunisi, che si sono immediatamente attivati per fornire assistenza ai feriti e ai loro familiari. In particolare, è stato grazie all’intervento del Console che si è riusciti a reperire il siero necessario per contrastare l’avvelenamento da cianuro, una sostanza estremamente pericolosa e difficile da neutralizzare.
Un pericolo nascosto: Il cianuro nei noccioli di frutta
Questo tragico evento ha riportato alla luce un pericolo spesso sottovalutato: i noccioli di alcuni frutti, come pesche, albicocche e ciliegie, contengono mandorle interne che, se ingerite e scomposte dai succhi gastrici, possono rilasciare cianuro, una sostanza letale anche in piccole quantità. Il liquore offerto durante la cena era stato preparato con questi noccioli, macerati per aromatizzare la bevanda.
Nessuno dei partecipanti alla cena, incluso lo stesso S., era probabilmente a conoscenza del rischio legato a questa pratica. Tuttavia, questa ignoranza è costata la vita a G.M. e ha messo in pericolo altre persone.
Conclusione
La comunità italiana in Tunisia, così come i familiari e amici delle persone coinvolte, sono scossi da questa terribile vicenda. Il clima è di grande solidarietà, con numerosi messaggi di vicinanza e sostegno per le famiglie dei ricoverati e della vittima, G.M.. Nonostante i segnali di miglioramento di alcuni dei presenti, le conseguenze di questo tragico incidente rimangono pesanti.
La vicenda si è trasformata in un triste monito per tutti coloro che, spesso inconsapevolmente, praticano metodi casalinghi potenzialmente pericolosi senza considerare i rischi per la salute. Ora si spera solo che G.G. e gli altri commensali possano riprendersi completamente, mentre le autorità continuano a indagare su quanto accaduto.
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