
(AGENPARL) – ven 20 settembre 2024 *MALTEMPO ROMAGNA *
*STRATEGIA PER UN TERRITORIO FRAGILE *
*CONAF: “Le piogge intense si ripeteranno con maggiore frequenza: cambia il
paradigma, ma non l’urgenza di interventi a scala di bacino che considerino
il rapporto città-campagna-aree boschive”*
Con facile previsione, lo scorso maggio al termine dell’alluvione in
Romagna, il Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali
evidenziava che* s*ituazioni analoghe si sarebbero ripetute, poiché
l’Italia ha fragilità ben note ed è necessario confrontarsi con le
difficoltà del territorio, incapace a reagire agli eventi meteorologici
estremi sempre più frequenti.
È ciò che, purtroppo, sta accadendo in Romagna, e in misura minore nelle
Marche, in Toscana e in Sardegna.
“*L’Emilia-Romagna, a cui va la nostra solidarietà, è di nuovo colpita da
piogge intense con conseguenze sulla popolazione, coltivazioni, centri
abitati*.” – *Monica Cairoli*, Consigliere CONAF – “*Non ci si può esimere
dalla riflessione sulla modalità di gestione in particolare del territorio
rurale esterno ai centri abitati che rappresenta la stragrande maggioranza
della superficie, più in particolare sullo stato di manutenzione ed
efficienza della rete di deflusso delle acque, realizzata attraverso una
coerente progettazione della risistemazione idraulico-agraria e
idraulico-forestale. La gestione del territorio deve essere pianificata in
modo collegiale, affinché porti a un connubio tra la pianificazione urbana
e la gestione dei territori agricoli, con interventi sia su scala ampia
fino ad arrivare a livello aziendale. Fondamentale, quindi, una gestione
dei territori rurali e boschivi, guidata dalla presenza di figure tecniche
capaci di valutare con competenza il complesso rapporto
città-campagna-bosco, con fine di ridurre al minimo l’impatto di eventi
atmosferici importanti*.”
“*Il dato più sconcertante è che le esondazioni e i danni maggiori si sono
verificati, principalmente, negli stessi posti della alluvione 2023. Un
dato che deve far riflettere, perché in un anno, non siamo riusciti a fare
neanche la messa in sicurezza dei siti che hanno generato tutte le
problematiche della scorsa alluvione. In campo agronomico, dobbiamo
ripensare alla regimazione delle acque (scoline drenaggi), pratica che
risulta desueta. Invece, se guardiamo alle “vecchie” pratiche colturali, ci
rendiamo conto che i nostri predecessori avevano grande attenzione ad
ausili per la gestione delle acque meteoriche*.” – commenta *Alfredo
Posteraro*, Presidente della federazione regionale degli Ordini dei dottori
agronomi e dottori forestali – “*Quanto fatto fin ora non è più sufficiente
ad arginare fenomeni così “ violenti” come i 340 mm di pioggia caduti. Tra
i danni che non vediamo c’è che con fenomeni alluvionali così
significativi, l’intero comparto agricolo va in grande sofferenza e le
tempistiche di recupero sono elevate, con tutti i disagi economici e
sociali immaginabili*.
*Le Regioni e gli enti locali devono pianificare interventi strategici, che
devono prevedere un nuovo riassetto dei reticoli idrografici, è evidente
ormai che le quantità di precipitazioni che erano straordinarie, divengono
sempre più frequenti.*”
“*Un aspetto su cui possiamo agire con prontezza riguarda la cultura della
manutenzione ordinaria del territorio, valutando gli effetti della
vegetazione lungo i singoli settori dei corsi d’acqua, manutenendo la rete
per il deflusso delle acque superficiali, troppo spesso rallentata da una
burocrazia immobile rispetto all’evolvere degli eventi climatici*.” –
chiosa *Giovanni Gualtieri*, Presidente Ordine dei dottori agronomi e
dottori forestali di *Ravenna* – “*Tanto che è passato più di un anno e
pare essere ancora al punto di partenza, a Faenza come a Traversara, lungo
i torrenti Senio e Lamone, come nelle nostre colline*.”
“*Nella provincia di Forlì Cesena sono andate in crisi le aree già
pesantemente colpite e danneggiate nel 2023, che richiedono interventi
strutturali e pianificati per poterli rendere adatti a sopportare eventi
così impattanti.*” – aggiunge *Giovanni Moretti*, Presidente Ordine dei
dottori agronomi e dottori forestali di *Forlì e Cesena* – “*È necessario
uno sguardo diverso, che sappia considerare l’evolvere della situazione:
eventi che avrebbero dovuto avere cadenze decennali o secolari si
presentano con frequenze quasi annuali, mettendo alla prova le nostre
capacità di intervento*. *Chi, come gli agronomi e i forestali, si occupa
di pianificazione territoriale sa che bisogna avere uno sguardo di lungo
periodo. Così, mentre ci dobbiamo interfacciare con il rincorrersi di
eventi catastrofici, dobbiamo considerare che cambiano le regole del gioco,
ma non la necessità di intervenire a scala di bacino con uno sguardo
tecnico, più che politico.*”
*Roma, 20 settembre 2024 *
Ufficio Stampa – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei
Dottori Forestali