Oggi abbiamo il piacere di intervistare Sante Perticaro, figura di spicco nel panorama politico italiano degli anni ’90, ex deputato e presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. La sua carriera politica è stata segnata da importanti battaglie per la liberalizzazione dei mercati e lo sviluppo delle infrastrutture italiane, ma è anche una storia personale di rinascita dopo un grave incidente che ha trasformato la sua vita. Attraverso la sua autobiografia “Rinascite”, Perticaro condivide la sua esperienza di recupero, fornendo una testimonianza di speranza e resilienza. Oggi ci parlerà del suo percorso politico, del suo impegno civile e della sua prospettiva su questioni etiche e sanitarie, arricchite dalla sua esperienza personale.
Domanda. Sante, puoi raccontarci i momenti più significativi della tua carriera politica e cosa ti ha spinto a entrare in politica negli anni ’90?
Sante Perticaro. La mia “carriera politica” (se si può definire così un impegno civile coerente con le proprie convinzioni) iniziò dapprima nel Liceo che frequentavo organizzando un movimento studentesco un po’”anomalo” per quei tempi -metà anni ’70- perché ra rappresentativo degli studenti non di sinistra.
Proseguí con la Democrazia Cristiana: di cui fui Segretario Provinciale a Venezia.
Poi andai nel Consiglio Regionale veneto: ricoprendo vari ruoli tra cui quello di membro della Giunta Regionale, segnatamente occupandomi di Trasporti, Urbanistica, Legge Speciale di Venezia e Ambiente.
Ho fatto il parlamentare a Roma nella prima Legislatura maggioritaria (94-96) ricoprendo il ruolo di Presidente della Commissione permanente si chiamava “Trasporti, Poste e Telecomunicazioni”.
Domanda. Quali sono stati i principali obiettivi e battaglie che hai portato avanti durante il tuo mandato come deputato tra il 1994 e il 1996?
Sante Perticaro. La liberalizzazione dei mercati monopolistici che allora esistevano tanto nei trasporti che nelle telecomunicazioni o, meglio, gettammo le fondamenta per l’opera che venne completata nella Legislatura successiva posto che la XII durò solo due anni.
Domanda. Dopo l’incidente che ha segnato profondamente la tua vita, come è cambiata la tua visione della politica e del ruolo del legislatore?
Sante Perticaro. La mia ricostruzione è stata assai complessa: mi ci sono voluti più anni per maturare una nuova consapevolezza politica.
Domanda. Hai vissuto un’esperienza molto intensa tra la vita e la morte. Come ha influenzato la tua prospettiva sui temi del fine vita e delle questioni etiche legate alla salute?
Sante Perticaro. Ringrazio in primis Dio, poi il personale medico e infine mia moglie Maria.
Un trittico magico che mi consente di avere: vita, funzionalità fisica e amore.
Sul fine vita ho maturato delle convinzioni precise: non si dovrebbe togliere la vita a chi ha ancora un barlume di speranza.
Che è la coscienza raziocinante. La “morte cerebrale” dovrebbe essere, per me, la linea di confine.
Vedo che pure la Chiesa cattolica si sta orientando su questa direzione.
Domanda. Nel tuo libro “Rinascite”, descrivi la tua esperienza di rinascita dopo il coma. Cosa speri che i lettori possano imparare dalla tua storia?
Sante Perticaro. Non ci si deve arrendere. Mai. Io penso (e spero) che quei lettori che hanno vissuto esperienze difficili -o i loro familiari- possano trovare in “Rinascite” una bussola per resistere nelle intemperie della vita.
Domanda. Qual è il ruolo della speranza nella tua vita e come è stato fondamentale per affrontare le difficoltà che hai incontrato?
Sante Perticaro. Nella penultima domanda la scienza la ho identificata con i termini “personale medico”. Perché essa è ricerca, progettualità, sperimentazione e medicina, oltre a macchine sanitarie di tutta eccellenza sempre nuove e più avanzate, potenti e straordinarie. Senza la “scienza” non so se ce l’avrei fatta. E anche se l’avessi “sfangata” non so se gli straordinari livelli di valore che sento dentro di me sarebbero stati tutti colpiti.
Domanda. Come pensi che la tua esperienza personale possa contribuire al dibattito pubblico sulle politiche sanitarie e sulle disabilità?
Sante Perticaro. Non tutte le disabilità sono eguali. Non tutte le pratiche sanitarie sono eguali. E neppure tutti i Presidi Ospedalieri.
Certo è che nel mio caso hanno prodotto il meglio. Oggi mi sento meglio di prima. Il lato fisico meccanico per sempre difetterá un po’ è vero.
Ma il mio obiettivo non è quello di vincere le Olimpiadi.
- Domanda. Nel corso della tua carriera politica, ti sei confrontato con altre figure rilevanti. Quali incontri o collaborazioni ti hanno più influenzato?
Sante Perticaro. La prima persona che vorrei ricordare è il mio Maestro di vita e di politica: il Sen. Costante Degan.
Lui mi ha dato la bussola che mi ha aiutato -e ancora mi aiuta- a superare tutti i momenti nebulosi che via via ancora incontro.
Anche mia moglie Maria mi dà ogni giorno una lezione di vita importante: non abbattersi mai.
Domanda. Hai un forte legame con la storia del Veneto, come descrivi nel tuo libro. Cosa rappresenta per te la Repubblica Serenissima e come la vedi come modello per il presente?
Sante Perticaro. La Repubblica Serenissima fu un faro per i territori (adriatici ed oltre) che dominò.
Con una sensibilità del tutto ancora attuale: le genti potevano mantenere le usanze, le religioni, le festività, pure le forme di governo locali, in una parola le loro identità. Perché la Serenissima non soffocava proprio nessuno.
Semplicemente coordinava il tutto. Una grande lezione anche al mondo di oggi.
Domanda. Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti o iniziative per continuare a contribuire al dibattito politico e sociale in Italia?
Sante Perticaro. Ho appeso “le scarpe al chiodo” ormai. Però questo non vuol dire che non abbia ancora progetti per il futuro.
Si incroceranno ancora con la politica?
Europa, economia e sociale, faranno sempre più parte di un ragionamento a tutto tondo? Non lo so, certo che Giorgia Meloni ci sta provando seriamente e non ci è dato di sapere quale sarà l’Italia futura.