Ivan e Nicole Caramanna, padre e figlia entrambi sportivi, rispettvamente soccorritore alpino e campionessa di arti marziali. Diceva WiIliam Blake “Quando uomini e montagne si incontrano grandi cose accadono”. Arrivano dalla sterminata pianura della Bassa Bolognese e sua figlia appena tredicenne, dopo aver fatto diversi percorsi e arrampicate in alta quota, il 28 luglio in cinque ore e mezza di salita arrivano a toccare il cielo, raggiungendo la vetta della Marmolada, la regina delle Dolomiti dove passano la notte per ridiscendere il giorno dopo. «Siamo arrivati a Punta Penia passando dalla parete Ovest, per poi scendere dal ghiacciaio il giorno dopo» racconta Ivan. Che non è uno sprovveduto: «Premetto che mia figlia Nicole è una sportiva, karateka Fudokan e medaglia d’ oro ai mondiali di Stoccarda, in più arrampica, fa già vie alpinistiche e non solo, giusto per far capire che non ci siamo improvvisati ma preparati».Nicole è la prima ragazzina di 13 anni ad aver compiuto questa impresa.
Ascesa in 5,30 ore, discesa in quasi 3,40».
Il papà ha inviato la notizia ai giornali chiedendo la pubblicazione ma precsa di non cercare pubblicità. «L’ho raccontato per incentivare i ragazzini di oggi che passano prevalentemente le loro giornate con gli smartphone, non considerando che fuori c’ è un mondo da scoprire».
E noi con piacere diramiamo il suo pensiero affinchè chi legge, soprattutto tra i più giovani, possa considerare che oltre agli avanzati mezzi mediatici esistono anche delle avventure per conoscere la natura, la competizione, da affrontare con le proprie forze. Sono sfide anche con noi stessi che accrescono l’autostima dandoci anche la maniera di vedere paesaggi unici al mondo. Non è una banalità raggiungere a tredici anni un risultato da Guinness dei primati. E’ una fonte di crescita usando le proprie forze e la propria esperienza. In questo caso un grande valore raggiunto e condiviso con una figura stimolante, competente e d unica nella sua vita il suo papà Il nome Marmolada potrebbe derivare dal latino “marmor” che significa marmo, oppure da una radice indoeuropea attestata in greco “marmar”, in italiano “splendere”. Il significato del nome si riferisce al ghiacciaio sulla cui origine è nata una leggenda che racconta di una donna anziana che raccolse il fieno il 5 agosto, festa della Madonna della neve, nonostante il dissenso dei compaesani. La notte dopo nevicò talmente tanto che si formò il ghiacciaio, sotto il quale rimase sepolta la vecchietta con il suo fieno nel tabià.Così sappiamo che“La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura.”