Tokyo Electric Power Company (TEPCO) ha iniziato mercoledì l’ottavo scarico di acqua trattata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, seguendo un programma di rilascio graduale che prosegue da agosto 2023. Questo nuovo lotto prevede il trasferimento di circa 7.800 tonnellate di acqua nell’oceano tra oggi e il 25 agosto.
Fino ad oggi, TEPCO ha completato sette scarichi, rilasciando un totale di circa 45.000 tonnellate metriche di acqua trattata. Le autorità giapponesi assicurano che l’acqua in questione è stata trattata in conformità con gli standard di sicurezza previsti, e i risultati delle analisi preliminari confermano che i livelli di trizio e altri componenti radioattivi sono al di sotto dei limiti stabiliti. A tal proposito, è stato rilasciato il permesso per questo scarico.
L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, avvenuto a marzo 2011, è stato causato da uno tsunami che ha compromesso i sistemi di alimentazione e raffreddamento dell’impianto. Questo evento catastrofico ha portato alla fusione di tre reattori, alla distruzione dei contenitori e al rilascio di significative quantità di materiale radioattivo.
Oggi, l’impianto e le aree circostanti sono stati quasi completamente bonificati, ma l’acqua utilizzata per raffreddare i frammenti di combustibile nucleare continua a fuoriuscire attraverso fessure altamente contaminate. Attualmente, la centrale ospita oltre 1,34 milioni di tonnellate di acqua, e il governo giapponese ha deciso di trattare e scaricare gradualmente quest’acqua nell’oceano.
Il processo di scarico, che utilizza il sistema di trattamento avanzato ALPS (Advanced Liquid Processing System), è previsto durare dai 30 ai 40 anni. Anche se l’acqua viene trattata e diluita con acqua di mare, essa contiene ancora trizio, un isotopo radioattivo che non può essere completamente rimosso.
La concentrazione massima di trizio consentita è di 1.500 becquerel per litro. Misurazioni recenti effettuate dai funzionari giapponesi e dagli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) confermano che l’acqua trattata rientra in questi parametri di sicurezza. Questo processo mira a gestire l’acqua contaminata in modo sicuro, minimizzando l’impatto ambientale e rispondendo alle preoccupazioni locali e internazionali riguardanti la gestione dei rifiuti nucleari.