Oggi, gli elettori britannici si recheranno alle urne per le elezioni generali, ma il clima politico tra i conservatori è già segnato da un senso di sconfitta. Mercoledì mattina, a sole 24 ore dall’apertura delle urne, due figure di spicco del Partito Conservatore, emarginate dal Primo Ministro Rishi Sunak per le loro posizioni troppo conservatrici, hanno esplicitamente ammesso che il partito rischia una sconfitta catastrofica.
Mel Stride, Segretario di Stato per il lavoro e le pensioni, ha rilasciato una serie di interviste durante l’ultimo giorno di campagna elettorale, ammettendo che il Partito Conservatore potrebbe subire una sconfitta totale. Parlando con BBC Radio 4, Stride ha dichiarato: “Ho accettato che, dove sono i sondaggi al momento – e sembra altamente improbabile che siano molto, molto sbagliati, perché sono costantemente nella stessa posizione da un po’ di tempo – è quindi altamente probabile che domani saremo in una situazione in cui avremo la maggioranza più ampia che un partito abbia mai raggiunto”.
Simili dichiarazioni sono state fatte anche a Times Radio, dove Stride ha sottolineato: “Accetto pienamente che la situazione attuale dei sondaggi significhi che domani assisteremo probabilmente alla più grande maggioranza schiacciante del partito laburista che questo paese abbia mai visto, molto più grande del 1997, più grande persino del governo nazionale del 1931”. Nonostante un ultimo appello agli elettori affinché non sostengano la riforma di Nigel Farage, ma piuttosto i conservatori, il messaggio di Stride ha evidenziato una disperazione palpabile nel tentativo di salvare il partito dall’oblio.
Un’altra figura chiave del partito, Suella Braverman, ha scritto un articolo sul Daily Telegraph riconoscendo i fallimenti del partito su temi cruciali come l’immigrazione, le tasse e le politiche net zero e woke. Braverman ha criticato duramente il proprio partito per aver perso il contatto con i propri elettori e per aver permesso alla sinistra di prendere il controllo delle istituzioni. Nel suo articolo, ha dichiarato: “Non siamo riusciti a tagliare l’immigrazione o le tasse, o a gestire le politiche net zero e woke che abbiamo presieduto per 14 anni. Se la nostra migliore difesa è lamentarci che la sinistra abbia preso il controllo delle istituzioni, chi glielo ha lasciato fare per negligenza? C’è una ragione per cui atteggiamenti insinceri non stanno ingannando nessuno ora, ed è il nostro record in carica”.
Queste ammissioni di sconfitta giungono mentre l’ex Primo Ministro Boris Johnson ha fatto un discorso a sorpresa per la campagna elettorale di Rishi Sunak, evidenziando ulteriormente le divisioni interne al partito. Il discorso di Johnson, tenuto in un museo militare sotto un elicottero sospeso a mezz’aria, ha ricordato le scene della caduta di Saigon, ed è stato un’ulteriore opportunità per il partito Reform UK di attaccare i conservatori. Mentre Johnson attirava una folla di 150 persone, Nigel Farage ne ha raccolte 5.000 per il suo evento di chiusura della campagna elettorale.
In questo contesto di divisioni interne e ammissioni di sconfitta, l’esito delle elezioni generali di domani sembra segnato. I conservatori si trovano di fronte a una sfida senza precedenti, e l’incertezza regna sovrana nel futuro politico del Regno Unito.