Un Emmanuel Macron sempre più disperato ha avvertito l’opinione pubblica che la “guerra civile” attende la Francia se non voterà per il suo marchio di neoliberismo centrista alle prossime elezioni legislative. Il presidente francese ha espresso preoccupazioni crescenti sulla possibilità che il paese possa essere travolto da violenze interne qualora gli elettori optassero per uno dei due “estremi” politici rappresentati dal Raggruppamento Nazionale di destra o dal Nuovo Fronte Popolare socialista di sinistra.
Macron, il cui partito è attualmente al terzo posto nelle elezioni anticipate da lui indette, ha dichiarato che la “risposta dell’estrema destra” agli attuali problemi della Francia condurrebbe all’insicurezza. Secondo il presidente, il Raggruppamento Nazionale si baserebbe su una politica che “rimanda le persone a una religione o a un’origine”, un approccio che, a suo avviso, divide il paese e spinge verso la guerra civile. Queste affermazioni sono state riportate da Le Figaro, riflettendo il tono critico di Macron nei confronti delle forze politiche avversarie.
D’altra parte, il presidente ha affermato che l’agenda de La France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon, che guida la coalizione del Nuovo Fronte Popolare, promuove una forma di “comunitarismo”. Macron ha sostenuto che questo tipo di approccio potrebbe anch’esso sfociare in una guerra civile, sebbene di natura diversa rispetto a quella prospettata dall’estrema destra.
I commenti di Macron sono stati rafforzati dal suo primo ministro, Gabriel Attal, che ha accusato entrambe le fazioni estreme di alimentarsi reciprocamente con discorsi di divisione, odio e stigmatizzazione. Attal ha dichiarato: “La France Insoumise alimenta il Raggruppamento Nazionale e il Raggruppamento Nazionale alimenta La France Insoumise”. Ha inoltre espresso timori che una vittoria degli estremisti potrebbe liberare impulsi di odio e violenza all’interno della società francese.
Jordan Bardella, presidente del Raggruppamento Nazionale e candidato del partito populista a primo ministro, ha risposto alle dichiarazioni di Macron definendole pericolose. Bardella ha ricordato le violenze scoppiate l’anno scorso in seguito alla sparatoria della polizia a un adolescente di origine algerina, un episodio che ha causato rivolte in tutto il paese, con oltre 1 miliardo di dollari di danni, più di 800 poliziotti feriti, oltre 5.000 auto incendiate e più di 3.300 persone arrestate.
Bardella ha criticato Macron per aver generato paura tra i francesi, sottolineando che le rivolte e i disordini sono già stati una costante durante la presidenza di Macron, citando come esempi le proteste dei gilet gialli e le manifestazioni contro la riforma delle pensioni. Bardella ha insistito sul fatto che l’agenda del suo partito, che si concentra sulla riduzione dell’immigrazione e dell’inflazione, è in realtà molto più vicina alle preoccupazioni della popolazione rispetto a quanto suggerito dai media e dalla classe politica.
“Ho indicato molto chiaramente le mie priorità: potere d’acquisto, ripristino della sicurezza e controllo dell’immigrazione. Desidero incarnare l’unità, l’unione, e aspiro a essere il primo ministro dei francesi, anche per coloro che non votano per il RN”, ha concluso Bardella.
L’attuale clima politico in Francia rimane estremamente teso, con un elettorato diviso e una leadership che avverte dei potenziali pericoli che potrebbero derivare dalla vittoria delle forze populiste. Le prossime elezioni legislative saranno quindi un momento cruciale per il futuro del paese e per la direzione che la Francia deciderà di prendere.