(AGENPARL) - Roma, 25 Giugno 2024(AGENPARL) – mar 25 giugno 2024 COMUNICATO STAMPA
Una nuova ricerca dell’OGS che coinvolge anche ARPA FVG e Stazione Zoologica Anton Dohrn
Il DNA della laguna racconta la sua biodiversità
Le specie ittiche della Laguna di Marano e Grado sono state identificate per la prima volta con un’analisi genetica efficace e non invasiva
TRIESTE, 25 GIUGNO 2024 – La biodiversità della fauna ittica della Laguna di Marano e Grado, una delle zone umide
costiere più importanti del Mediterraneo, è stata studiata per la prima volta attraverso l’analisi del DNA
ambientale, il materiale genetico che gli organismi rilasciano nell’ambiente in cui vivono e si muovono. Lo studio è
stato condotto nell’ambito del progetto Interreg Italia – Croazia ARGOS (ShARed GOvernance of Sustainable
fisheries and aquaculture activities as leverage to protect marine resources in the Adriatic Sea) su incarico dato ad
OGS dalla Direzione Centrale Risorse Agroalimentari, Forestali e Ittiche (Servizio Caccia e Risorse Ittiche) della
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e ha avuto anche il supporto dell’NBFC (National Biodiversity Future
Center)-PNRR.
L’analisi molecolare è un metodo efficace e non invasivo che si è dimostrato valido quanto i metodi di
campionamento più tradizionali. “Abbiamo combinato una tecnica di analisi genetica chiamata metabarcoding del
DNA ambientale (eDNA), che consente di identificare le specie presenti in un ambiente senza bisogno di catturarle
bensì analizzando un campione d’acqua, e un metodo di campionamento più tradizionale, ovvero la pesca con
rete, per avere dati sulla biodiversità e per confrontare le due metodologie” commenta Elisa Banchi, ricercatrice
della Sezione di Oceanografia dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, autrice dello
studio condotto insieme a colleghe e colleghi di ARPA FVG e Stazione Zoologica Anton Dohrn e recentemente
pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science.
“Questo studio rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione della biodiversità e delle dinamiche
ecologiche della Laguna di Marano e Grado. I risultati ottenuti con approccio molecolare, combinati con quelli dei
monitoraggi svolti con metodologie tradizionali, hanno fornito importanti informazioni per l’implementazione delle
future strategie di conservazione e di gestione della laguna. Si tratta di uno studio pilota che sicuramente potrà
essere ampliato nel prossimo futuro” aggiunge Valentina Tirelli, ricercatrice della sezione di Oceanografia dell’OGS,
coordinatrice dello studio.
“L’implementazione della genetica alle attività di monitoraggio tradizionale contribuisce a valorizzare la biodiversità
locale e individuare la presenza di specie non autoctone anche se rare. Questo studio è un ottimo esempio di
integrazione di competenze complementari per fornire informazioni utili per una gestione sostenibile delle risorse
legate alla pesca” commenta Sergio Stefanni, ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn e coautore dello
studio.
