
(AGENPARL) – ven 21 giugno 2024 DA UNA PICCOLA STANZA ALL’ECCELLENZA MONDIALE:
L’EMATOLOGIA SER À GNOLI DELL’IRCCS SANT’ORSOLA COMPIE 50 ANNI
Martedì 25 giugno un convegno aperto a tutti i cittadini per ripercorrere mezzo secolo di progressi medici e scientifici: dai traguardi nella cura della leucemia mieloide cronica e del mieloma multiplo alle terapie mirate per alcune leucemie acute, dall’aumento esponenziale delle probabilità di guarigione dei linfomi e della leucemia acuta a promielociti fino alla nuova frontiera delle terapie con cellule CAR-T ed anticorpi bispecifici.
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BOLOGNA. È iniziato tutto con due ambulatori, due laboratori, altrettanti studi medici e pochi posti letto. La prima sede autonoma dell’Ematologia del Policlinico di Sant’Orsola ha preso forma, nell’aprile del 1974, proprio in questi pochi metri quadri ricavati nel piano terra e nel seminterrato di uno dei padiglioni affacciati su via Massarenti. Da allora, in mezzo secolo, è cambiato tutto: quel primo nucleo pionieristico si è trasformato in uno dei centri specialistici più accreditati a livello nazionale e internazionale e ha contribuito a rivoluzionare la cura delle malattie del sangue.
Oggi l’Ematologia Seràgnoli può infatti contare sul lavoro di oltre 200 tra medici, ricercatori, medici in formazione specialistica, collaboratori alla ricerca, amministrativi e personale del comparto. I suoi gruppi di ricerca sono impegnati in più di 200 studi clinici con farmaci sperimentali e pubblicano ogni anno circa 160 articoli scientifici. Uno sforzo teso al costante miglioramento delle terapie, di cui si vedono i risultati: anche grazie al contributo dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, infatti, nell’arco di pochi decenni le probabilità di sopravvivenza dei pazienti con mieloma multiplo sono triplicate, mentre un paziente con leucemia mieloide cronica (un tempo fatale) oggi ha una probabilità di sopravvivenza paragonabile a quella di un individuo sano.
Per celebrare i primi cinquant’anni dell’Istituto, gli esperti del settore si danno appuntamento a Bologna. Martedì 25 giugno, presso l’Aula Absidale Santa Lucia, è infatti in programma un convegno volto a ricordare le scoperte scientifiche più importanti degli ultimi decenni nonché l’importante contributo che l’Ematologia felsinea ha apportato a questi successi. Nel pomeriggio, a partire dalle 16, l’iniziativa si apre ai cittadini con la partecipazione dell’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, del direttore del DIMEC dell’Università di Bologna Gianandrea Pasquinelli, dell’assessore comunale alla Salute Luca Rizzo Nervo e del direttore generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola Chiara Gibertoni .
“Vogliamo festeggiare con tutti i bolognesi perché crediamo che l’Ematologia rappresenti un bene di tutta la comunità metropolitana – dichiara il prof. Michele Cavo, direttore dell’Ematologia Seràgnoli – oltre che un patrimonio nazionale dalla storia ormai lunga e consolidata”.
“È una grande festa per un traguardo veramente significativo – aggiunge il prof. Pier Luigi Zinzani, direttore del Programma dipartimentale di Diagnosi e terapie dei linfomi e delle sindromi linfoproliferative croniche – l’Ematologia Seràgnoli ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà un modello clinico-assistenziale e di ricerca nell’ambito dell’ematologia italiana ed internazionale”.
Gli albori. Una storia che affonda le sue radici nella determinazione visionaria di maestri del calibro del prof. Domenico Campanacci, che fece nascere al Sant’Orsola la prima clinica a carattere multidisciplinare capace di sviluppare in tanti settori autonomi le conoscenze specialistiche derivanti da varie branche della Medicina Interna (come la cardiologia, la pneumologia, la gastroenterologia, la nefrologia e l’ematologia), e il prof. Sante Tura, primo Professore Ordinario di Ematologia all’Università di Bologna nonché primo direttore del Servizio di Ematologia del Sant’Orsola.
“L’entusiasmo iniziale derivante dall’avere finalmente acquisito una sede autonoma venne ben presto stemperato dalla crescente consapevolezza della sua inadeguatezza strutturale per la cura di pazienti molto delicati, come quelli con patologie emato-oncologiche – continua il prof. Cavo – così Tura lamentò pubblicamente la gravità della situazione chiedendo di trovare per l’Ematologia una sistemazione più adeguata”. Un appello che non cadde inascoltato: Enzo Seràgnoli, presidente del colosso del packaging “G.D”, rispose legando per sempre il nome della sua famiglia alla storia dello sviluppo logistico e scientifico dell’Ematologia bolognese. Nell’aprile 1981 venne così inaugurata la nuova sede dell’Istituto di Ematologia “Lorenzo e Ariosto Seràgnoli”, poi ampliata nel corso di due successivi interventi strutturali grazie alla generosità di Maria Teresa Chiantore, moglie di Enzo, e poi di sua figlia, Isabella Seràgnoli. Il nome della famiglia di imprenditori e filantropi si lega anche al nuovo Polo Ematologico che sorgerà sul terreno lasciato libero dal vecchio padiglione 7 (nel frattempo abbattuto), articolandosi su sei livelli per una superficie lorda complessiva di 12.500 metri quadrati.
I traguardi raggiunti. Una crescita costante che è andata di pari passo con i risultati raggiunti sul campo. Grazie agli studi e alle collaborazioni sviluppate con i principali centri di ricerca internazionali, l’Ematologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola ha infatti fornito un contributo fondamentale ai risultati raggiunti dalla medicina contro le malattie del sangue. Qualche esempio: “Di leucemia mieloide cronica 50 anni fa si moriva fatalmente, oggi invece i pazienti hanno una sopravvivenza sovrapponibile a quella della popolazione normale grazie alla disponibilità di terapie mirate, al cui sviluppo ha contribuito anche l’Ematologia bolognese. Una rivoluzione epocale che ha riguardato anche tante altre malattie emato-oncologiche”.
Se la sopravvivenza dei pazienti con mieloma multiplo è più che triplicata nel corso del tempo, lo si deve soprattutto ai farmaci biologici sviluppati nelle prime due decadi del nuovo millennio. Nel 2010, in particolare, i ricercatori dell’IRCCS hanno pubblicato i risultati di uno studio accademico indipendente basato sull’impiego di tre farmaci che, per oltre un decennio, hanno rappresentato la terapia standard in preparazione al trapianto autologo.
Pure nella terapia dei linfomi sono stati compiuti passi da gigante e l’attuale probabilità di guarigione è aumentata fino all’85% per i linfomi di Hodgkin ed al 70% per alcuni Linfomi non-Hodgkin clinicamente aggressivi. In questo ambito è in corso una vera e propria rivoluzione copernicana che porterà nei prossimi 5 anni alla quasi completa sostituzione della chemioterapia da parte di farmaci ed approcci combinati “chemio-free”. In questo contesto, nel 2017 i ricercatori dell’IRCCS hanno pubblicato su “Blood” uno studio dedicato all’impiego di un farmaco sperimentale in un particolare tipo di linfoma: un contributo scientifico che ha permesso che questa modalità terapeutica fosse registrata dall’agenzia del farmaco americana (FDA).
L’IRCCS è inoltre in prima linea nella sperimentazione delle terapie con cellule CAR-T. Nel 2025 presso il Policlinico di Sant’Orsola entreranno in funzione due camere bianche dedicate proprio alla produzione di queste terapie cellulari avanzate, che verranno impiegate all’interno di studi clinici o per uso non ripetitivo per singoli pazienti.
I numeri. Risultati resi possibili dall’alta specializzazione dell’Istituto. L’Ematologia Seràgnoli è infatti organizzata in gruppi di ricerca clinica specificatamente dedicati alle diverse patologie neoplastiche del midollo osseo e degli organi linfoidi: questa caratteristica rende l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola uno dei centri italiani capaci di applicare le terapie più avanzate per le diverse patologie emato-oncologiche. L’Istituto è infatti centro di riferimento nazionale e internazionale, tanto che oltre il 30% dei pazienti proviene da fuori regione.
All’interno della struttura oltre 200 tra medici, ricercatori, medici in formazione specialistica, collaboratori della ricerca, amministrativi e personale del comparto sono attualmente coinvolti nelle attività assistenziali e di ricerca, comprensive anche di più di 200 studi clinici con farmaci sperimentali. Un impegno scientifico rilevante che si concretizza nella pubblicazione su riviste internazionali con revisori esterni e fattore d’impatto di circa 160 articoli scientifici all’anno, e che è costantemente teso al miglioramento delle cure dei pazienti. Come, del resto, dimostrano 50 anni di storia e successi.
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