
(AGENPARL) – mer 19 giugno 2024 “Le vicende di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer s’incontrano specularmente
nel tentativo di comprendere i cambiamenti presenti nella società a loro
contemporanea e d’innestarli in un tentativo di evoluzione del quadro
politico, pur fra mille resistenze, soprattutto legate alle condizioni di
politica internazionale ed alla politica “ dei due blocchi “ allora
vigente”. Lo ha detto l’assessore regionale lucano, Cosimo Latronico,
intervenendo a Matera alla presentazione dei libri “Il caso Moro” e
“Berlinguer deve morire”. “ Moro, in particolare nella cosiddetta terza
fase, prefigura le condizioni per una moderna democrazia dell’alternanza e
comprende che da tale processo non può rimanere escluso un partito che
rappresenta oltre un terzo dell’elettorato del Paese. Berlinguer, d’altra
parte, comprende – ha aggiunto Latronico – che la sua ambizione di fare del
Partito Comunista italiano un partito a vocazione maggioritaria non poteva
prescindere da una fase di completa legittimazione sul terreno della
democrazia compiuta e della democrazia. Questa era la Terza fase morotea,
spesso riduttivamente raccontata come il tentativo di portare i comunisti
al governo del Paese ; non era questo, ma molto di più, era il
riconoscimento reciproco dei due maggiori Partiti del Paese, vieppiù
necessario in una fase nella quale lo Stato si mostrava estremamente
permeabile alle spinte estremiste e di matrice terrorista. In questo senso,
il libro di Giovanni Fasanella e Corrado Incerti, ‘Berlinguer deve morire’,
muove dal fallito attentato, ad opera del KGB e dei servizi segreti
bulgari, a Sofia, nel 1973, dove Enrico Berlinguer si era recato per una
visita al suo omologo bulgaro. Gli avversari principali Berlinguer li ha a
sinistra in Italia, oltre che nel PCUS sovietico, come Moro li ebbe in
alcuni settori del dipartimento di stato americano dell’epoca. Uno ha
pagato con la vita, l’altro subì un attentato potenzialmente fatale. Due
uomini miti e coraggiosi, fortemente radicati nelle proprie convinzioni,
dotati della non comune capacità di ante vedere. La fine dei partiti della
Prima Repubblica – ha concluso Latronico – ha inizio proprio con la morte
di Aldo Moro”.
*CON GENTILE RICHIESTA DI PUBBLICAZIONE.*