
Burgenstock, Svizzera – La recente conferenza internazionale sull’Ucraina, tenutasi a Burgenstock, ha messo in luce le divergenze di vedute tra i paesi partecipanti. La presidentessa svizzera Viola Amherd ha dichiarato che i dibattiti svoltisi durante i due giorni della conferenza hanno evidenziato la presenza di differenti opinioni riguardo alla situazione ucraina.
“Le discussioni degli ultimi due giorni hanno dimostrato che ci sono punti di vista diversi”, ha affermato la presidentessa Amherd nella sua dichiarazione di chiusura della conferenza. “Ancora più importante è la nostra comprensione che il percorso verso la pace in Ucraina deve essere perseguito sulla base del diritto internazionale e, in particolare, della Carta delle Nazioni Unite.”
Amherd ha sottolineato la necessità di ulteriori passi per raggiungere questo obiettivo e ha espresso la disponibilità della Svizzera a continuare a svolgere un ruolo attivo nel processo di dialogo. “Siamo convinti che a questa conferenza seguiranno altri forum volti alla risoluzione del conflitto in Ucraina”, ha aggiunto.
Il comunicato finale della conferenza è stato approvato da 80 dei 91 paesi partecipanti, evidenziando le differenze tra le nazioni presenti. Armenia, Brasile, Santa Sede, India, Indonesia, Colombia, Messico, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tailandia e Sud Africa non hanno sostenuto il documento.
Questa conferenza rappresenta un tentativo significativo di promuovere il dialogo internazionale sulla crisi ucraina e di trovare un percorso condiviso verso la pace. Tuttavia, le divergenze emerse indicano che il cammino verso una soluzione comune è ancora lungo e complesso.
La Svizzera, con la sua tradizione di neutralità e dialogo, si propone come mediatrice in questo processo, con la speranza che ulteriori incontri possano contribuire a una risoluzione pacifica del conflitto.