
(AGENPARL) – gio 13 giugno 2024 PROIEZIONI MACROECONOMICHE PER L’ECONOMIA ITALIANA
(ESERCIZIO COORDINATO DELL’EUROSISTEMA)
13 giugno 2024
Questa nota presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2024-26 elaborate dagli
esperti della Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Le proiezioni per
l’area dell’euro sono state rese note sul sito internet della BCE il 6 giugno. I principali risultati sono i
seguenti.
o Il PIL dell’Italia aumenterebbe dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 per cento nel 2025 e dell’1,1
nel 2026; senza considerare la correzione per le giornate lavorative la crescita sarebbe dello 0,8 per
cento nel 2024 e nel 2025 e dell’1,2 nel 2026. L’attività beneficerebbe dell’accelerazione della
domanda estera e della ripresa del reddito disponibile ma gli effetti di condizioni di finanziamento
ancora restrittive e della riduzione degli incentivi all’edilizia residenziale peserebbero sugli
investimenti.
o L’inflazione sarebbe pari all’1,1 per cento nel 2024 e a poco più dell’1,5 per cento in media nel
successivo biennio. Al netto ridimensionamento rispetto allo scorso anno contribuirebbe
soprattutto la moderazione dei prezzi dell’energia e dei prodotti intermedi. Gli effetti
dell’accelerazione delle retribuzioni verrebbero assorbiti dai margini di profitto e dall’andamento
moderato dei prezzi delle importazioni.
Le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili
al 15 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 22 maggio per i dati congiunturali 1.
Lo scenario presuppone che l’incertezza geo-politica e le connesse tensioni sui mercati finanziari
internazionali, pur elevate, non si acuiscano. Si ipotizza che la domanda potenziale nei principali
mercati di destinazione delle esportazioni italiane torni a espandersi nel triennio, di circa il 2,5 per cento
in media all’anno. Sulla base dei contratti futures, i prezzi delle materie prime energetiche si
ridurrebbero gradualmente nell’orizzonte previsivo. I costi di finanziamento per imprese e famiglie
rimarrebbero elevati nell’anno in corso per ridursi gradualmente nel prossimo biennio.
Si stima che la crescita del prodotto rimanga moderata nel corso di quest’anno e acquisisca maggior
vigore a partire dalla seconda metà del 2025, grazie alla ripresa del reddito disponibile e della domanda
estera. In media d’anno il PIL aumenterebbe dello 0,6 per cento nel 2024, dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1
nel 2026 (Tav. 1 e fig.1). Rispetto alle proiezioni pubblicate in aprile, la crescita del PIL è invariata
quest’anno e più bassa di un decimo di punto sia nel 2025 sia nel 2026 principalmente per via delle
ipotesi, desunte dai mercati, di tassi di interesse lievemente più elevati.
I consumi, dopo la battuta d’arresto alla fine del 2023, tornerebbero a crescere dall’anno in corso,
sostenuti dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Gli investimenti rallenterebbero
marcatamente, frenati dagli elevati costi di finanziamento e dal forte ridimensionamento degli incentivi
alla riqualificazione delle abitazioni. Questi fattori, in particolare l’ultimo, comporterebbero una
marcata contrazione degli investimenti in costruzioni, che verrebbe solo in parte attenuata dall’aumento
della spesa per infrastrutture prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Le misure di
incentivo agli investimenti privati previste dal PNRR contribuirebbero inoltre a sostenere la dinamica
della componente in beni strumentali, che continuerebbe a espandersi per tutto il triennio.
1 Lo scenario non include le informazioni dei conti economici trimestrali pubblicate dall’Istat il 31 maggio, nei quali la
crescita del PIL già acquisita è stata rivista lievemente al rialzo. A parità di altre condizioni, incorporando tali dati nel quadro
previsivo la stima di crescita media annua per il 2024 risulterebbe più elevata per 1 decimo di punto.
Le esportazioni si espanderebbero in linea con l’andamento della domanda estera, mentre le
importazioni crescerebbero in misura più contenuta, risentendo della debolezza della spesa per
investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti, tornato positivo già nello scorso
anno, continuerebbe a migliorare, avvicinandosi al 2 per cento del PIL nel 2026.
Tavola 1 – Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana
(variazioni percentuali sull’anno precedente, salvo diversa indicazione)
Giugno 2024
Aprile 2024
PIL (1)
Consumi delle famiglie
Consumi collettivi
Investimenti fissi lordi
di cui : Investimenti in beni strumentali
Investimenti in costruzioni
Esportazioni totali
Importazioni totali
Saldo di conto corrente della bilancia dei
pagamenti (2)
Prezzi al consumo (IPCA)
IPCA al netto dei beni energetici e alimentari
Occupazione (ore lavorate)
Occupazione (numero di occupati)
Tasso di disoccupazione (3)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia e Istat. Quadro previsivo per l’Italia incluso nelle proiezioni pubblicate dalla BCE il 6
giugno, basato sulle informazioni disponibili al 15 maggio (per la formulazione delle ipotesi tecniche) e al 22 maggio (per i dati
congiunturali).
(1) Per il PIL e le sue componenti, variazioni stimate su dati trimestrali destagionalizzati e corretti per il numero di giornate
lavorative. Senza tale correzione il PIL crescerebbe dello 0,8 per cento nel 2024 e nel 2025 e dell’1,2 per cento nel 2026. – (2) In
percentuale del PIL. – (3) Medie annue, valori percentuali.
L’occupazione continuerebbe a crescere, sia pur a ritmi inferiori a quelli del prodotto. Il tasso di
disoccupazione scenderebbe al 7,3 per cento nella media del 2024 e si manterrebbe stabile nel prossimo
biennio.
L’inflazione al consumo rimarrebbe molto contenuta in tutto il triennio, su valori poco superiori all’1
per cento quest’anno e all’1,5 nel 2025-26 (fig. 2). Il forte ridimensionamento rispetto allo scorso anno
rifletterebbe principalmente la moderazione dei prezzi dei beni intermedi e dell’energia. L’inflazione di
fondo scenderebbe al 2 per cento nella media di quest’anno e si ridurrebbe ulteriormente nel prossimo
biennio. Gli effetti dell’accelerazione delle retribuzioni sarebbero assorbiti, specie quest’anno, dai
margini di profitto e dall’andamento moderato dei prezzi dei beni importati.
Rispetto alle previsioni pubblicate in aprile, l’inflazione al consumo è stata rivista lievemente al ribasso
quest’anno e il prossimo e, in misura minore, nel 2026, riflettendo principalmente una discesa dei prezzi
dei beni energetici più rapida del previsto e gli effetti di una maggiore debolezza della domanda.
I rischi per la crescita sono orientati al ribasso e derivano dalla possibilità che l’accelerazione degli
scambi internazionali sia più contenuta e graduale di quanto atteso e che la dinamica degli investimenti
si indebolisca in misura maggiore, per via di effetti più accentuati dell’irrigidimento delle condizioni
finanziarie nonché del ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni. I rischi
sul profilo dell’inflazione appaiono nel complesso bilanciati. Una dinamica dei prezzi più elevata
potrebbe derivare da nuovi rincari delle materie prime. Per contro, l’eventualità di un deterioramento
più marcato e duraturo della domanda aggregata potrebbe esercitare pressioni di segno opposto.
Figura 1
Prodotto interno lordo
(dati trimestrali; variazioni percentuali sul
periodo corrispondente; medie mobili di 4 termini)
Figura 2
Indice armonizzato dei prezzi al consumo
(dati trimestrali; variazioni percentuali sul
periodo corrispondente; medie mobili di 4 termini)
’06’07’08’09’10’11’12’13’14’15’16’17’18’19’20’21’22’23’24’25 ’26
’06’07’08’09’10’11’12’13’14’15’16’17’18’19’20’21’22’23’24’25’26
LE IPOTESI
Le ipotesi sottostanti allo scenario sono state concordate nell’ambito dell’esercizio previsivo coordinato
dell’Eurosistema (cfr. A guide to Eurosystem staff macroeconomic projection exercises, disponibile su
https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/staffprojectionsguide201607.en.pdf). Le ipotesi sui tassi di
cambio, i prezzi delle materie prime e i tassi di interesse hanno natura tecnica; riflettono gli andamenti impliciti
nelle quotazioni di mercato disponibili al 15 maggio.
Lo scenario tiene conto della manovra di bilancio per il triennio 2024-26 e dell’utilizzo dei fondi europei
nell’ambito del programma Next Generation EU, sulla base delle informazioni aggiornate relative al PNRR.
Ipotesi sulle principali variabili esogene
Domanda estera ponderata
Dollaro/Euro
Cambio effettivo nominale
Prezzi manufatti esteri
Prezzo del greggio
Prezzo del gas naturale
Tasso Euribor a tre mesi
Tasso di interesse (BTP 10 anni)
(1), (3)
(2), (4)
(2), (5)
(1) Variazioni percentuali. – (2) Medie annue. – (3) Variazioni positive indicano deprezzamento . –
(4) Dollari per barile, qualità Brent. – (5) Euro per megawattora.