
(AGENPARL) – mer 05 giugno 2024 TRIESTE, 5 giugno 2024 – I tetti di abitazioni, edifici commerciali ed industriali ospitano sempre più spesso impianti fotovoltaici, destinati a “convivere” oltre venti o trent’anni con le attività presenti al di sotto della copertura, a volte con sistemi di accumulo al litio e, un domani, ad idrogeno. Quali sono le indicazioni costruttive per una corretta prevenzione e protezione? Confindustria Alto Adriatico, Direzione VVF Friuli-Venezia Giulia e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trieste hanno promosso un seminario in Camera di Commercio a Trieste (tutto esaurito) per parlare di prevenzione incendi in ambito fotovoltaico, tema di assoluta attualità.
Lavori aperti da Agatino Carrolo, Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco che ha annunciato per l’autunno, così come il collega Alberto Maiolo, Comandante provinciale VVF Trieste – sottolineando la collaborazione con CAA e l’Ordine degli Ingegneri – momenti di approfondimento sulla sicurezza delle batterie al litio e degli impianti di produzione e stoccaggio dell’idrogeno ai fini energetici e di sostenibilità.
Ma quali sono i “pericoli”? Incidono, come emerso dalle relazioni dei fire investigators Antonio Pugliano, comandante VVFF di Cremona e Andrea Foggetti, ispettore antincendio dello stesso comando, quattro categorie di guasto principale (sovraccarico elettrico, qualità delle apparecchiature non perfetta, errori di progettazione e agenti esterni come grandine e roditori) e la stagionalità: giugno, luglio ed agosto, periodi in cui l’impianto è più stressato e richiederebbe – preventivamente – un check up sulla parte elettrica ed elettronica, per lo meno. «Ciò che non si dovrebbe fare – è stato detto anche con l’ausilio di filmati – è risparmiare sulle manutenzioni e sulla progettazione».
Davide Biondi, direttore tecnico di Ekos Impianti di Fiume Veneto (15.000 impianti realizzati dai 3kw ai 7 Mw, da 30 anni attiva nelle rinnovabili), ha insistito sulla necessità di valutare, oltre al prezzo finale, tutti i particolari costruttivi e soprattutto la manutenzione, per lo meno annuale, con moderne termocamere ad infrarossi che possono dare “early detection” dei punti caldi dell’impianto oltre alle normali ispezioni visive: non solo pulizia per rendere l’impianto più produttivo, ma controlli e manutenzioni (soprattutto nelle blindosbarre e nei morsetti) per evitare di mandare in fumo impianto e abitazione o fabbrica sottostanti.
Davide Olivieri, Direttore antincendio VVF Trieste, ha sottolineato come sia opportuno che la progettazione non venga eseguita dalla ditta installatrice bensì da un professionista esterno seppur in dialogo e collaborazione con il fornitore dell’impianto, un aspetto, questo, ribadito anche da Ekos.
Vincenzo Puccia, Coordinatore Area III Prevenzione Incendi Polizia Giudiziaria Statistica Comando dei Vigili del Fuoco di Padova, ha infine condiviso la sua esperienza di spegnimento e ricerca delle cause per conto delle Procure in diversi incendi catastrofici del Veneto relativi a impianti solari. Oltre a rilevare che la corretta progettazione deve prendere in esame anche la sicurezza sul lavoro ed il rischio caduta dall’alto anche nelle operazioni di emergenza, Puccia ha rassicurato in quanto le tecnologie esistenti di manutenzione predittiva e l’ingegneria rispetto ai primi fotovoltaici hanno fatto enormi passi avanti. Tuttavia, almeno un controllo all’anno eseguito con la dovuta cura, diligenza e professionalità – ha detto – consente di minimizzare i rischi e portare un significativo contributo alla sostenibilità ambientale e non ultimo alla business continuity.
Massimo Boni