
Nonostante la fine dell’emergenza, le misure di coprifuoco e il divieto di assembramenti perdurano per garantire la sicurezza pubblica, si legge nel comunicato ufficiale.
Martedì alle 5 del mattino ora locale (18.00 GMT), terminerà lo stato di emergenza nel territorio francese d’oltremare della Nuova Caledonia, ha annunciato lunedì l’Alto commissariato francese. La decisione è stata presa per permettere gli incontri delle diverse componenti del Fronte Kanak e Socialista di Liberazione Nazionale (FLNKS) e i viaggi dei funzionari eletti o dei leader al fine di normalizzare la situazione.
Negli ultimi giorni, si è osservato un graduale ritorno alla normalità, con un significativo impegno delle forze di sicurezza. Infatti, ulteriori 480 gendarmi mobili sono stati inviati per rafforzare l’attuale contingente, garantendo una presenza robusta e costante sul territorio.
Sebbene lo stato di emergenza sia giunto al termine, resteranno in vigore alcune misure di sicurezza per assicurare l’ordine pubblico. Tra queste, un coprifuoco dalle 18 alle 6 e il divieto di portare armi e di organizzare assembramenti rimarranno attivi. Queste misure sono considerate necessarie per garantire l’incolumità pubblica e prevenire ulteriori disordini.
La recente ondata di proteste in Nuova Caledonia è stata innescata da una modifica costituzionale approvata da Parigi, che conferisce ai residenti francesi della Nuova Caledonia che risiedono lì da più di 10 anni il diritto di voto alle elezioni provinciali. Questo cambiamento ha sollevato preoccupazioni tra la popolazione indigena Kanak, che teme una riduzione della propria rappresentanza politica.
Le proteste hanno avuto esiti tragici: almeno sette persone hanno perso la vita e oltre 460 sono state arrestate. In risposta alla situazione critica, lunedì la Cina ha proceduto all’evacuazione dei suoi cittadini dall’ex colonia francese.
L’Alto commissariato ha sottolineato l’importanza di proseguire con gli sforzi di dialogo tra le parti coinvolte, auspicando che la fine dello stato di emergenza possa segnare l’inizio di una fase di riconciliazione e stabilità per la Nuova Caledonia.