
Mercoledì la Germania ha emesso un avvertimento senza precedenti: arresterà il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se entrerà nel paese a seguito delle accuse di crimini di guerra mosse dalla Corte penale internazionale (CPI). Un portavoce del governo tedesco ha confermato questa posizione, segnando un significativo sviluppo nelle relazioni internazionali e nel rispetto delle norme legali globali.
In una conferenza stampa a Berlino, Steffen Hebestreit, portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha risposto affermativamente quando gli è stato chiesto se la Germania eseguirebbe eventuali mandati di arresto della CPI contro Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. “Naturalmente. Sì, rispettiamo la legge,” ha dichiarato Hebestreit, secondo quanto riportato da Politico.
Se i giudici della CPI concedessero i mandati richiesti, 124 paesi in tutto il mondo – compresi tutti i membri dell’Unione Europea – sarebbero obbligati ad arrestare Netanyahu e Gallant a vista. Questa situazione rappresenta un momento storico, poiché è la prima volta che un leader in carica, sostenuto dall’Occidente, viene preso di mira da una Corte internazionale in questo modo.
In passato, la Germania aveva mostrato incertezze riguardo all’arresto di Netanyahu. Attualmente, i giudici della Camera preliminare della CPI stanno valutando la richiesta del procuratore britannico Karim Khan di accusare i due funzionari israeliani di “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.
Netanyahu ha respinto le accuse, definendole una “distorsione della realtà” e accusando il pubblico ministero di “aver versato insensibilmente benzina sul fuoco dell’antisemitismo che infuria in tutto il mondo”.
La decisione della Germania segue un appello diretto dell’ambasciatore israeliano a Berlino, Ron Prosor, che ha chiesto al governo tedesco di respingere il mandato di arresto proposto dalla CPI. L’Autorità Palestinese ha già dichiarato di accettare la giurisdizione della CPI sui presunti crimini commessi dallo Stato ebraico, mentre altri paesi li respingono apertamente.
Gerusalemme non riconosce la giurisdizione della CPI sulle azioni delle forze di difesa israeliane nella Striscia di Gaza, in Giudea e Samaria, riferisce JNS. La CPI fu istituita in risposta allo sterminio di sei milioni di ebrei da parte della Germania nazista, e la Germania è uno dei maggiori finanziatori del tribunale.
La possibilità che un governo tedesco arresti e deporti un primo ministro e un ministro della difesa israeliani ha provocato un forte impatto nei media tedeschi e sui social media, considerando la storia del paese e il movimento nazista. Il Jerusalem Post ha osservato che la notizia ha generato un’onda di shock e discussioni accese.
Questa situazione mette in luce la complessità delle relazioni internazionali e il difficile equilibrio tra il rispetto delle leggi internazionali e le sensibilità storiche e politiche. Resta da vedere come si evolverà questa situazione e quali saranno le conseguenze per le relazioni tra Germania e Israele.