Mercoledì, Norvegia, Irlanda e Spagna hanno ufficialmente riconosciuto la Palestina come Stato, con il riconoscimento formale che entrerà in vigore il 28 maggio 2024. Questa decisione segna un passo significativo nel contesto della complessa questione mediorientale.
Il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Støre, ha dichiarato: “Nel mezzo di una guerra, con decine di migliaia di morti e feriti, dobbiamo mantenere viva l’unica alternativa che offre una soluzione politica sia per israeliani che per palestinesi: due Stati, che vivono fianco a fianco, in pace e sicurezza”. Ha sottolineato che la pace in Medio Oriente è indissolubilmente legata alla creazione di uno Stato palestinese: “Non ci sarà pace in Medio Oriente senza una soluzione a due Stati. Non può esserci una soluzione a due Stati senza uno Stato palestinese. In altre parole, uno Stato palestinese è un prerequisito per raggiungere la pace in Medio Oriente”.
Il primo ministro irlandese, Simon Harris, ha annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Irlanda, definendo la giornata come “storica e importante” per entrambi i Paesi. Harris ha espresso la sua fiducia che altri paesi seguiranno l’esempio dell’Irlanda nelle prossime settimane, in un movimento che potrebbe avere significative ripercussioni geopolitiche.
Anche il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha confermato che la Spagna riconoscerà formalmente lo Stato palestinese. Sanchez ha criticato duramente le azioni del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di ignorare la comunità internazionale e di continuare la campagna militare contro Gaza, che ha causato devastazioni umanitarie.
Questa mossa ha già innescato reazioni da parte di altri paesi. In Belgio, il ministro per la Cooperazione allo sviluppo, Caroline Gennez, ha sollecitato il governo a riconoscere anche esso lo Stato palestinese, rafforzando l’idea che questo momento rappresenti un’occasione storica.
In risposta a queste decisioni, il ministero degli Esteri israeliano ha richiamato i suoi ambasciatori da Irlanda e Norvegia, dimostrando il disappunto di Israele per il riconoscimento ufficiale della Palestina da parte di questi paesi.
Dal 7 ottobre 2023, Israele ha intensificato la sua offensiva sulla Striscia di Gaza, nonostante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiedesse un cessate il fuoco immediato. Gli attacchi hanno provocato la morte di oltre 35.600 palestinesi, principalmente donne e bambini, e quasi 79.900 feriti, lasciando Gaza in rovina sotto un blocco che impedisce l’accesso a cibo, acqua pulita e medicine.
La Corte internazionale di giustizia ha accusato Israele di genocidio e ha ordinato allo Stato di adottare misure per garantire la fornitura di assistenza umanitaria ai civili a Gaza.
Questa serie di riconoscimenti da parte di Norvegia, Irlanda e Spagna rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della posizione internazionale della Palestina e potrebbe influenzare ulteriormente la dinamica politica e diplomatica del conflitto israelo-palestinese.