(AGENPARL) – mer 22 maggio 2024 Il Ministro della cultura
Giornata di Studio “Giovanni Gentile e la Filosofia Europea”
Firenze, Biblioteca degli Uffizi – Mercoledì 22 maggio 2024
«Giovanni Gentile, filosofo fra i massimi del Novecento europeo, unì all’elaborazione
costante del suo pensiero una vocazione di riformatore politico-religioso, e ripensò la
tradizione italiana alla luce di queste attitudini…», così Biagio de Giovanni definisce
Gentile, colui che secondo Norberto Bobbio fu certamente «la più perfetta incarnazione
dello spiritualismo italiano».
Giovanni Gentile, insieme a Benedetto Croce, ha indubbiamente segnato la filosofia
italiana ed europea del Novecento. Insieme creano e connotano quella che Bobbio
definisce «ideologia italiana», precisandola come «orientamento dominante, egemone,
quasi ufficiale».
Gentile è un filosofo della crisi ma non un decadente, perché la sua opera attende a un
grande «risveglio» morale e nazionale, alla codifica di un’identità italiana che affonda le
radici nella storia. Non è un caso che Giuseppe Prezzolini affermi che Gentile, con La
filosofia di Marx del 1899, abbia messo in ginocchio il positivismo socialista e abbia dato
un contributo determinante ad aprire il Novecento.
Il sistema gentiliano si comprende anche alla luce di una concezione storica dell’Europa e
dell’Occidente in cui la civiltà greco-romana deve ritrovare un nesso tra potenza e
tradizione, una ritrovata vitalità che si rinnova nel ricreare il passato.
Gentile, seppur nominato ministro della Pubblica Istruzione del primo governo Mussolini,
cerca di mantenere una coerenza del suo sistema filosofico, attirandosi per questo le
avversioni e le antipatie dei fascisti intransigenti. Al riguardo osserva Norberto Bobbio:
«Gentile rimase nell’animo e nel costume un liberale all’antica e cercò spesso con la sua
opera personale di rimediare, specie nel campo della vita intellettuale, alle malefatte del
regime». Nell’aprile del 1925 Gentile si fa promotore del Manifesto degli intellettuali
fascisti, cui Croce risponde nel maggio successivo con il Manifesto degli intellettuali
antifascisti. Gentile commette, l’errore di sostenere l’azione tragica di Mussolini, anche se
nel 1929 esce dal Gran Consiglio del fascismo e non ha un ruolo politico di primo piano,
mentre in privato si spende per proteggere intellettuali antifascisti e di religione ebraica.
“Genesi e struttura della società” è l’ultima opera di Giovanni Gentile. Alcuni concetti che
essa racchiude denotano l’attualità del suo pensiero. L’idea di Gentile è che la comunità
prevalga sul concetto di società. Il filosofo riconosce un valore e un ruolo alla Vox populi,
ossia: “voce di un popolo ideale immanente all’individuo, e che gli parla senza essere
interrogata, senza indugi od esitanze; essa lo conforta a parlare ed agire e vivere, essa lo
sostiene di dentro come la sua forza: quella ideale chiesa che ogni credente ha in sé
medesimo, e fa tutt’uno con la sua anima».
Il Ministro della cultura
Per il filosofo, accanto all’umanesimo della cultura è necessario promuovere un
umanesimo del lavoro, poiché non è solo un fatto salariale ma è una delle più alte
espressioni dello spirito umano. Queste riflessioni che ereditiamo da Gentile, sono lezioni
utili perché rappresentano tentativi di dare delle risposte a criticità ancora vive nel
presente. La nostra società tecnocratica ha infatti provato a estirpare ogni aspetto spirituale
dalla quotidianità, di indebolire il legame con l’altro, promuovendo una forma di
atomizzazione sociale e prospettando una utopica era post-lavorativa. Un progetto politico
e culturale che ha risvegliato negli individui, come reazione contraria, una rinnovata
urgenza di trascendenza e il desiderio di continuare a essere protagonisti attivi del contesto
produttivo, oltre che sociale, culturale e politico.
Chiare le parole di Massimo Cacciari, per cui: «I conti ancora aperti sono con l’opera di
Gentile. Ancora attuale è discutere Marx in quanto grande filosofo classico, come ha fatto
Gentile, individuando il pensiero marxiano in una filosofia della pura immanenza. Gentile
ha mostrato come per Marx la verità del pensiero consista nel suo verificarsi, come ci sia
assoluta identità fra teoria e prassi, come il vero filosofo sia il politico. Ecco perché Marx
assume una posizione centrale nella cultura del Novecento […] Marx, e con lui mi sembra
di capire Gentile […] Gentile anticipava perfino Martin Heidegger che, paradossalmente, lo
ignorava».
dott. Gennaro Sangiuliano
Trending
- Serie A Baseball, girone A: risultati e resoconto sabato 15/6 sera
- Elevati livelli di E. coli nella Senna prima delle Olimpiadi di Parigi: Preoccupazioni per la sicurezza delle gare di nuoto
- Global Times: Il comunicato ipocrita del G7 prende di mira la Cina, con l’obiettivo di gettare le basi per uno scontro in campo: esperti
- 160° costituzione Croce rossa italiana, di seguito le foto di Montecitorio illuminato di rosso, questa sera
- A1 Softball: la pioggia disturba il derby Saronno-Bollate, ma le varesine conquistano ugualmente i playoff
- [Rugby Notizie] L’Italia doma le Furie Rosse, a San Benedetto del Tronto Spagna battuta per 36 a 5 nel test amichevole pre-Mondiale
- Leone d’Argento alla Carriera al compositore Marco Werba
- Auto in fiamme SS 17 tra bivio di Cantalupo e San Massimo
- Gribaudo (Pd): “Torino Pride: una boccata d’ossigeno”
- GOLF – Ladies Italian Open: Amy Taylor vola in testa, Fiorellini brilla