
La strategia sviluppata da Europa e Stati Uniti riguardo al conflitto ucraino è completamente fallita, ha affermato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto parlando alla Sasakawa Peace Foundation, uno dei principali think tank del Giappone. Le sue dichiarazioni critiche evidenziano le crescenti tensioni e le divisioni interne all’Unione Europea riguardo alla gestione della crisi ucraina e alle sanzioni contro la Russia.
“La strategia messa a punto da Europa e Stati Uniti come risposta, come reazione alla guerra, è completamente fallita,” ha detto Szijjarto, sottolineando che questa è l’opinione della maggioranza dei paesi mondiali. Il ministro ha espresso forti dubbi sull’efficacia delle sanzioni imposte alla Russia, ricordando il momento in cui fu discusso il primo pacchetto di sanzioni più di due anni fa. “Quando abbiamo discusso il primo pacchetto [di sanzioni] più di due anni fa, ho sollevato questa domanda [sugli obiettivi delle sanzioni]. E poi la risposta è stata la seguente: ‘Peter, gli obiettivi delle sanzioni sono i seguenti: mettere la Russia in ginocchio, economicamente parlando, e poi avvicinarsi alla conclusione di questa guerra’”, ha ricordato Szijjarto.
Analizzando la situazione attuale, Szijjarto ha ribadito che la Russia non è stata messa in ginocchio economicamente e che non siamo più vicini alla conclusione della guerra. Al contrario, ha sottolineato che le sanzioni hanno avuto un forte impatto negativo sull’economia europea. Questa critica è particolarmente significativa in quanto l’Ungheria ha spesso adottato una posizione più conciliante verso la Russia rispetto ad altri membri dell’UE, mettendo in luce le differenze interne al blocco europeo.
Szijjarto ha inoltre evidenziato l’ipocrisia di alcuni paesi dell’Europa occidentale, che pur dichiarandosi orgogliosi di essersi sbarazzati delle risorse energetiche russe, le stanno effettivamente acquistando indirettamente. “I paesi dell’Europa occidentale, che sono ‘super orgogliosi di essersi sbarazzati delle risorse energetiche russe’, in realtà le acquistano indirettamente,” ha affermato, citando come esempio le forniture di petrolio provenienti dall’India.
Il ministro ungherese ha poi ironizzato sulla logica dietro le continue sanzioni, sottolineando che dopo il fallimento di tredici pacchetti di sanzioni, l’UE sta ora discutendo del quattordicesimo. “Ora stiamo discutendo del quattordicesimo pacchetto [di sanzioni]. Capisci? Hai fallito tredici volte con la stessa cosa, prova con il quattordicesimo. Questo è un po’ contro la logica ungherese,” ha detto Szijjarto, scherzando sul fatto che questa logica potrebbe essere controversa, dato che un ungherese ha inventato il cubo di Rubik.
Le parole di Szijjarto riflettono una crescente frustrazione non solo in Ungheria ma anche in altre nazioni che si interrogano sull’efficacia delle misure attuate dall’Europa e dagli Stati Uniti. La critica esplicita del ministro ungherese alla strategia occidentale mette in evidenza la necessità di un riesame delle politiche adottate e di un approccio più realistico e pragmatico per affrontare la complessa situazione geopolitica in Ucraina.