
(AGENPARL) – ven 10 maggio 2024 Prot. n.______ Federico Marini
CREDITO – 148 milioni di extra costo: il caro tassi colpisce le piccole
medie imprese sarde. L’83,4% delle attività sarde sceglie l’autofinanziamento
come fonte creditizia. Fabio Mereu e Daniele Serra (Presidente e Segretario
Confartigianato Sardegna): “Sostenere le aziende con politiche mirate ed
efficaci”.
Associazioni E’ di 148milioni di euro l’extra costo causato dal caro tassi bancari verso le
Territoriali micro e piccole aziende della Sardegna condizione che ha imposto all’83,4% delle
Sud Sardegna
realtà produttive isolane di ricorrere all’autofinanziamento nel caso di necessità
Cagliari creditizie. In ogni caso, nell’Isola il 50,7% delle imprese di ridotte dimensioni continua
Via Riva Villasanta 241
E’ questo ciò che emerge dal report sul “Credito delle piccole e medie imprese
Oristano
Via Campanelli, 41 della Sardegna” e l’impatto del caro-tassi, realizzato dall’Ufficio Studi di
Nuoro d’Italia.
Via Brig.Sassari, 37 Nei territori isolani l’extra costo ha colpito Sassari-Gallura per 46 milioni,
Cagliari per 45, il Sud Sardegna per 22, Nuoro per 20 e Oristano per 15.
Sassari “Il tasso di interesse bancario ai massimi storici e la perdurante stretta creditizia
Via Alghero, 30
di Confartigianato Imprese Sardegna – due condizioni che si ripercuotono sul costo
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 dei beni prodotti e dei servizi erogati e che vanno compromettere la competitività delle
difficoltà vissute dalle nostre imprese, in 20 mesi difficili – continua il Presidente – è
fondamentale intervenire per ridurre il peso degli interessi attraverso politiche
economiche e finanziarie mirate a sostenere l’attività d’impresa”. “A tutto ciò – prosegue
Mereu – purtroppo, si stanno aggiungendo anche altri rischi, come quelli legati ai
conflitti internazionali, che potrebbero influire sull’export che godeva di ottima salute”.
A dicembre 2023 in Sardegna si contavano 8miliardi e 371milioni di prestiti al
totale delle attività produttive isolane; di questi 2miliardi e 532milioni sono andati
alle micro, piccole e medie imprese il cui credito in 2 anni si è contratto del 5,6%.
“E’ fondamentale intervenire attraverso politiche economiche e finanziarie mirate
a sostenere le nostre aziende – riprende Mereu – l’attività di impresa non può essere un
susseguirsi di sfide ardue da affrontare”.
Nell’Isola, a una diminuzione dei finanziamenti è seguito l’aumento dei tassi
d’interesse. Il Tasso Annuale Effettivo è passato dal 5,04% del dicembre 2021 all’8,20%
del dicembre 2023 facendo registrare un differenziale punti base di +320. Tra i vari
settori la manifattura è passata dal 3,77% al 7,16%, con un differenziale punti base di
+335, le costruzioni dal 6,13% al 9,07%, con differenziale punti base di +379, e i servizi
dal 5,49% all’8,56%, con +309 punti base.
“Questi considerevoli incrementi mettono a dura prova la sostenibilità finanziaria
Confartigianato Imprese Sardegna
delle imprese nella regione – prosegue Daniele Serra, Segretario di Confartigianato
Sardegna – per questo il ruolo dei Consorzi artigiani di garanzia è sempre più centrale,
unitamente a stanziamenti locali, in questa congiuntura rallentata e incerta. Da
sottolineare anche il non sufficiente peso dei sostegni pubblici: solo il 6,4% delle imprese
ha usufruito di incentivi e agevolazioni regionali”. “Il sostegno alle imprese è una
priorità che richiede l’impegno di tutte le Istituzioni e degli attori economici – sottolinea
Serra – solo attraverso un’azione congiunta e coordinata sarà possibile superare le sfide
attuali. Le nostre imprese hanno grande capacità di resilienza e lo hanno dimostrato in
più occasioni negli ultimi anni, ma non possiamo fare affidamento esclusivamente alla
resilienza, bisogna creare almeno le condizioni minime perché l’attività di impresa non
sia un susseguirsi di sfide ardue da affrontare”.
LE FONTI DI FINANZIAMENTO
Lo studio di Confartigianato Sardegna ha analizzato anche le fonti di
finanziamento delle micro e piccole imprese della regione, prendendo in esame il 2023 e
il 2018.
L’analisi evidenza come il 50,7% delle imprese sarde (quinto posto tra le regioni
italiane, prima la P.A. di Trento con il 52,9%) dipenda dagli Istituti di Credito,
percentuale in calo del 4,3% rispetto al 2018. Tra tutte le attività produttive che hanno
una “relazione” con le Banche, l’8% ha una “dipendenza elevata dai finanziamenti”.
Tra le fonti, al primo posto, nel 2023, c’è l’autofinanziamento che interessa
l’83,2% delle piccole e medie imprese, in crescita 5% rispetto al 2018: la Sardegna è
terza in Italia mentre la Nazionale ha una media del 79,4%. Segue il credito bancario a
medio e lungo periodo, praticato dal 26,1% delle imprese sarde (in calo del 3,5%
rispetto al 2018), e quello a breve utilizzato dal 7,6% (in calo del 7,3% sul 2018).
“Questa linea di tendenza conferma da una parte la capacità di investimento delle
Mpi – prosegue Mereu – ma dall’altra è il segnale delle difficoltà sempre maggiori di
accesso al credito”.
GLI INVESTIMENTI PRINCIPALI
Le piccole e medie imprese sarde hanno usufruito delle linee di credito per
investimenti sul digitale nel 64,1% dei casi e per investimenti green nel 25,5%.
LE AGEVOLAZIONI PUBBLICHE
Solo il 6,4% delle piccole e medie imprese sarde ricorre a incentivi o agevolazioni
pubbliche: l’Isola è al terzo posto in Italia che ha una media del 3,4%. Rispetto al 2018, la
quota è salita del 4,4%.
LE CRITICITA’ SEGNALATE DALLE IMPRESE
Secondo il rapporto di Confartigianato Sardegna, un ulteriore dato allarmante è
rappresentato dalla quota di piccole imprese che segnalano carenza di risorse
finanziarie come potenziale criticità. Nel settore manifatturiero, il 35% delle aziende
riconosce questa problematica. Se si analizzano settori specifici come la stampa e la
riparazione e manutenzione di macchinari, la percentuale sale al 20%. Analogamente, nel
settore della metallurgia, il 19% delle imprese indica la carenza di risorse finanziarie
come una delle principali sfide da affrontare.
Confartigianato Imprese Sardegna
IL CONTESTO EUROPEO
L’Italia si posiziona al terzo posto in Europa per il tasso d’interesse pagato dalle
Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI), preceduta solamente da Ungheria e Repubblica
Ceca.
“E’ evidente che questo scenario pone il nostro Paese in una posizione di
svantaggio competitivo sul mercato internazionale – conclude Serra – penalizzando la
crescita e l’innovazione delle nostre aziende che sono state già alle prese con anni
particolarmente difficili, caratterizzati dalle conseguenze dell’emergenza pandemica,
dall’impennata dei costi energetici e più recentemente dalla crisi del Mar Rosso”.
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