Il 1° maggio 2024 segna il 20° anniversario dell’adesione all’UE di otto economie in cui investe la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS): Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Slovacca e Slovenia. Seguono Bulgaria e Romania nel 2007 e Croazia nel 2013.
Un nuovo studio della BERS esamina l’esperienza di questi otto paesi in termini di convergenza dei redditi, confrontando i loro progressi con quelli osservati in altre economie con livelli di sviluppo simili che non hanno aderito all’Unione Europea. Esamina anche i miglioramenti in termini di salute e soddisfazione di vita negli ultimi 20 anni, dando seguito all’analisi contenuta nell’ultimo Rapporto sulla transizione. Ulteriori analisi saranno presentate nelle prossime Prospettive Economiche Regionali, che sarà lanciato il 15 maggio.
L’adesione all’UE ha portato a una rapida crescita dei redditi pro capite. Utilizzando la Germania come termine di paragone, il PIL pro capite nei paesi candidati all’adesione nel 2004 è aumentato, in percentuale di quello tedesco, dal 26% del 2003 al 50% entro il 2023 (ai tassi di cambio di mercato). Le economie a basso reddito tendono a godere di una convergenza dei redditi più rapida: Bulgaria e Romania, che hanno aderito all’UE nel 2007, hanno più che triplicato il loro reddito pro capite in percentuale rispetto a quello della Germania in questo periodo.
Questa performance è notevole se paragonata alla velocità con cui altri mercati emergenti con livelli di sviluppo simili stavano convergendo con le economie avanzate. Dei 24 punti percentuali di crescita osservati dai paesi candidati nell’arco di 20 anni, 10 di questi punti percentuali sono condivisi con altri mercati emergenti con caratteristiche simili, mentre i restanti 14 punti percentuali possono essere considerati un “bonus di adesione all’UE”.
Questo bonus per l’adesione all’UE è stato facilitato dalla rapida crescita delle esportazioni in rapporto al PIL man mano che queste economie si sono profondamente integrate nelle catene di approvvigionamento europee e globali. Al contrario, negli ultimi vent’anni il rapporto esportazioni/PIL è rimasto sostanzialmente invariato tra le economie comparate.