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(AGENPARL) – mar 02 aprile 2024 *LA SICILIANA MARIA CONCETTA BORGESE PROPOSTA AL PREMIO STREGA POESIA 2024*
*LUCI E OMBRE, IL TITOLO DELLA SILLOGE*
Le sue poesie arrivano dritte al cuore, come un fulmine che termina la sua
corsa nell’anima di chi legge. Maria Concetta Borgese, siciliana doc, è
stata proposta, con la silloge *Luci e ombre*, al Premio Strega Poesia
2024. Nata a San Pier Niceto, la Borgese è Cavaliere dell’Ordine al Merito
della Repubblica Italiana. Premiata in numerosi concorsi di poesia, è
inoltre Accademico Emerito dell’Accademia “Ruggero II di Sicilia” e a lei è
stato conferito l’Oscar per la letteratura e la carriera 2023.
Luci e ombre, il titolo della silloge, rende a pieno l’idea degli
interrogativi che, scorrendo le pagine, suscita nel lettore. L’opera è
suddivisa in quattro parti (Bolle di sapone, Sassi bagnati, Anima nuda,
Nirvana), ognuna delle quali risulta avere una sua particolare intensità,
dando l’idea di una poetessa completa e capace di mostrare la maturità
raggiunta. Dai versi si percepisce quel gusto mediterraneo che ben si
addice alla personalità dell’autrice. I colori, i suoni, le immagini che
trasmette, sono parte integrante della terra nella quale è nata e
cresciuta, l’amata Sicilia. Lo dimostra a pieno l’amore per il mare a cui
ha dedicato parte dei suoi componimenti. Ed è così che, leggendo le poesie
che compongono la silloge, si intuisce immediatamente il percorso proposto
dalla Borgese. Si alternano soffi di zefiro a mareggiate personali,
crepuscoli pieni di nostalgia a luci che si spengono.
Il rapporto con il mare è quello che colpisce particolarmente. Non tanto
per la sua genesi, la Borgese, da siciliana doc, ne è a stretto contatto,
ma per l’uso che ne fa. Il mare come elemento che, nel solco dell’infinito
leopardiano, riesce a contenere e poi svelare i mille aspetti della nostra
esistenza. Il mare come elemento per riflettere, per trarre un bilancio
della propria vita, per abbandonarsi e poi, come è nello spirito delle
poesie della Borgese, rinascere. Nei suoi versi c’è una particolare forma
di pessimismo che non si limita alla sua affermazione ma che è la base per
la ripartenza. L’incognito resta l’orizzonte al quale la poetessa guarda,
direbbe Croce, con animo perturbato e commosso, ma mai indomito, perché
alla fine la ragion pura riesce comunque a prevalere.