“Mostriamo grande apprezzamento per le modalità con cui il Catania Football Club ha preso le distanze dal tifo violento, sacrificando altri interessi, anche di carattere economico, messi in secondo piano rispetto ai valori della correttezza e della non violenza”. Sono le parole di Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP, dopo la decisione della società etnea di non presentare ricorso avverso il provvedimento che dispone la chiusura delle porte dello stadio Angelo Massimino per la partita Catania-Padova, il prossimo 2 aprile. La sanzione è arrivata a seguito degli scontri registrati martedì sera allo stadio Euganeo, in occasione del match Padova-Catania. Dagli accertamenti è emerso che 3 degli ultras siciliani per i quali è stato emesso il Daspo erano già stati coinvolti negli scontri del 2 febbraio 2007 allo stadio Angelo Massimino, durante il derby Catania-Palermo, giorno in cui fu ucciso l’Ispettore Filippo Raciti.
“La società calcistica catanese – ha ricordato Paoloni – è stata la prima ad accogliere il nostro appello per dedicare una Giornata contro la violenza negli stadi in memoria dell’Ispettore Filippo Raciti. Allo stesso tempo, è stata anche la prima a proiettare sul maxi schermo, prima e durante una partita di calcio, una scritta inneggiante alla non violenza negli stadi. Questa è la dimostrazione che con fatti concreti si mettono in pratica azioni finalizzate a censurare comportamenti non corretti”.
“Inoltre, rileviamo che altri violenti sono stati identificati attraverso il grande lavoro e la professionalità del personale della Digos di Catania, che anche in questo caso si è contraddistinto per l’elevata professionalità e ha consentito di elevare misure interdittive e giungere all’arresto di 11 violenti”, ha concluso Paoloni.