
(AGENPARL) – gio 14 marzo 2024 “Il fascino di invecchiare” è la recente opera della psicologa e attrice
Patrizia Audino (il sottotitolo è: ‘manuale di sopravvivenza per anziani’,
Edizioni Progetto Cultura, 2024, pp. 86, euro 12). La prof. Audino è
autrice di apprezzati saggi, tra cui il celebre “Tra razionalismo ed
irrazionalismo: il pensiero di Bruno Fabi” e “Il passato che verrà”.
Docente di Filosofia e Scienze Umane, ha svolto per anni attività di
psicologa volontaria presso Centri di Ascolto per Anziani. Questi cenni
diano un’idea della molteplicità degli interessi della Audino, se si
aggiunge anche una preziosa pubblicazione su Nemi (Rappresentazioni di un
passato mai sopito e sempre nuovo).
Ora, la professoressa ci offre un manuale di assoluta attualità, perché il
nostro mondo sta invecchiando in duplice senso: l’Occidente è detto ormai
il vecchio continente, ma anche il più longevo, se si eccettuano casi in
estremo Oriente. Quindi la popolazione, grazie alla scienza, alla tecnica e
alla medicina, sta prolungando gli anni di vita con conseguenze che creano
il problema del lavoro, della pensione ma soprattutto dell’emarginazione
sociale degli anziani in quanto non più “produttivi”. Però Audino respinge
tali “pregiudizi”, dimostrando che gli “anta” sono una popolazione ancora
vitale e utile, preziosa in seno alla famiglia (vedi il ruolo dei nonni in
una famiglia cellulare, e non più patriarcale), per cui quello che era
considerato il dramma dell’invecchiamento, può divenire “il fascino di
invecchiare”.
Su questa visione (e premessa) si basa il libro della Audino: manuale di
sopravvivenza per anziani. Essi rappresentano una risorsa viva per la
società: tutto sta nel convogliare con metodo e intelligenza le facoltà dei
“vecchi” verso l’utilità personale e generale.
Si parta però, nella metodica, da due punti focali: come gli anziani sono
stati visti dai i mass-media e come si vedono loro stessi –
nell’immaginario collettivo – giunti all’età del “riposo forzato”. Oggi
l’anziano ha tanto tempo a disposizione, che deve usare attivamente e non
stancamente su una poltrona a oziare. Deve avere un progetto, proprio
perché la maggiore fragilità dell’essere lo rende vulnerabile
psicologicamente. Chi non si sente più utile, mostra il fianco alla
decadenza. Diventa allora determinante crearsi un nuovo stile di vita
basato sulla propria esperienza passata e sui propri desideri e talenti
personali. Quanti “grandi vecchi” hanno fatto la storia, non solo nel campo
della politica, ma dell’arte e della scienza? Ci siano d’esempio. Molto
significativo è il capitolo: “Le motivazioni e la spinta ad agire”, in
quanto l’interesse per l’azione e per il pensiero sono il carburante
dell’esistenza. Bisogna essere consapevoli che la mente umana è
incredibilmente creativa e si adatta ad ogni situazione, anche in tarda
età. Viene in mente Verdi che scrisse il capolavoro “Falstaff” a 82 anni e
Michelangelo, quasi novantenne, che lasciò incompiuta la “pietà Rondanini”,
e il celebre musicista Segovia che teneva concerti di chitarra classica a
90 anni! Il libro è una spinta a tenere vivi gli interessi vitali e Audino
ce ne porta esempi gnoseologici di forte impatto.