(AGENPARL) - Roma, 13 Marzo 2024(AGENPARL) – mer 13 marzo 2024 [image: image.png]
*Manifattura, la congiunturale di Confimi Industria: costi energetici e
concorrenza interna principali difficoltà competitive.*
*Ramaioli: “la manifattura è stabile ma la crescita è lontana. Urgente
intervenire anche sul costo del lavoro e burocrazia”.*
Non ci sono previsioni di crescita per l’industria manifatturiera italiana.
Diverse e purtroppo ormai consolidate le grandi difficoltà competitive: il
60% delle imprese è alla ricerca di personale che non trova, il 38% lamenta
un elevato costo del lavoro, il 35% l’eccessiva burocrazia, per non parlare
dei costi energetici e della serrata concorrenza interna. Fanalino di coda
tra le problematiche individuate l’arretratezza tecnologica.
È la fotografia scattata dal Centro Studi di Confimi Industria alla luce
dei risultati dell’indagine congiunturale condotta agli associati e volta a
conoscere l’andamento dell’ultimo semestre del 2023 e le previsioni della
prima parte del nuovo anno.
“Nessun volo pindarico è vero ma il 2024 sarà l’anno dell’industria
chimica”. A presentare i risultati dell’indagine è Fabio Ramaioli direttore
generale di Confimi Industria.
Netti segni “più” per queste imprese con previsione di crescita di oltre il
30% in termini di ordinativi – export compreso – produzione e investimenti.
Il tutto in un mercato manifatturiero che invece vede una sostanziale
stabilità per il primo semestre del 2024.
Venendo al dunque, a parlare di crescita sono solo le aziende della
chimica, del digitale e dei trasporti.
“Sul lato degli investimenti – fa notare Ramaioli – previsioni positive
arrivano anche dalle aziende del comparto edile mentre si arrestano
ulteriormente le aziende del tessile e della moda”. Produzione in crescita
(con valori di +10% rispetto all’anno precedente) per i settori di chimica,
plastica, impiantistica. Anche le imprese del comparto agroalimentare
prevedono delle buone performance.
Per le imprese del campione il primo mercato di riferimento rimane quello
nazionale seguito da EU e da Stati Uniti che torna ad essere il terzo
mercato per il terzo semestre consecutivo.
Nessuna nuova invece lato pagamenti che rimangono per lo più stabili sui 60
giorni, sia quelli dai clienti che quelli per i fornitori.
Un’attenta parentesi merita il mondo dell’occasione. “Solo un’impresa su
due prevede nuove assunzioni nei prossimi mesi ma più dell’80% di questi
riscontrano difficoltà nel reperire le figure professionali ricercate che –
fa presente Fabio Ramaioli – risultano essere ancora un volta personale di
produzione specializzato e progettisti in ricerca e sviluppo”.
Al contrario, solo il 3% delle imprese rispondenti crede che sarà costretta
a ridurre il personale nel corso del primo semestre 2024 e, tra le
principali cause di questa contrazione, viene annoverata la forte riduzione
degli ordinativi dall’estero.
In termini di ricerca del personale, solo il 3,8% delle imprese ha
utilizzato il meccanismo del decreto flussi. E se il 61,2% si dichiara non
interessato a questa modalità di reclutamento del personale, c’è un 35% che
dichiara di non conoscere a sufficienza il meccanismo.
Vi è poi un 10% delle imprese che nel primo semestre 2024 ricorrerà all’uso
degli ammortizzatori sociali. Di questi l’80% ha in previsione di farlo a
causa della riduzione degli ordinativi mentre il 25% per il rincaro delle
materie prime.
Un’azienda su 5 (18,7%) ha dipendenti in smartworking e utilizza
stabilmente l’opzione. Le figure professionali in smartworking provengono
per lo più da uffici tecnici, amministrativi, uffici acquisti e staff di
comunicazione.
Un’impresa su due (52%) ha introdotto strumenti di welfare ulteriori
rispetto a quelli contrattuali: nello specifico si parla di sistemi
premiali o di strumenti di conciliazione vita privata/lavoro.
Il Direttore Generale di Confimi Industria porta inoltre alla luce le
richieste degli industriali: “Semplificazioni, riduzione del costo del
lavoro, tassazione sul reddito delle imprese e lotta all’illegalità sono i
pilastri degli interventi strutturali cui gli imprenditori guardano per
migliorare la competitività del paese”.
*Come si è chiuso il 2023?*
“A soffrire di più è stata l’industria meccanica, con riduzione dei
fatturati pari al 30%” sottolinea Ramaioli. Segue con flessione minore ma
comunque a segno meno il comparto alimentare. Fatturato stabile per più di
un’impresa su due.
Stabili anche gli investimenti, significativamente cresciuti solo per il
settore informatico/digitale. Occupazione per lo più stabile con picchi di
crescita nei settori di logistica/trasporti e servizi. Produzione a segno
positivo per il settore della chimica mentre va in forte contrazione il
comparto orafo.
Ordinativi in crescita per la chimica, l’edilizia e l’informatica. Forte
riduzione invece per la plastica/gomma. Crescono a consuntivo anche le
aziende dei servizi.
Export, cala l’alimentare che cede oltre il 30%.
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Eleonora Niro
Ufficio stampa – Relazioni Esterne
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