
(AGENPARL) – mer 13 marzo 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Cereali: Cia, soddisfazione per avvio Granaio Italia. Traguardo per
settore*
*Risultato atteso dalla Confederazione che da tempo, tra petizione e
mobilitazioni, sollecitava trasparenza sui mercati*
Roma, 13 mar – Finalmente parte Granaio Italia. L’attivazione, dal primo
luglio, del Registro telematico sulle giacenze dei cereali è quanto di più
urgente. Bene, quindi, che il governo abbia stretto i tempi per iniziare a
riportare trasparenza sui mercati. Così Cia-Agricoltori Italiani al termini
del tavolo dedicato e riunito, oggi, al Masaf dal sottosegretario Patrizio
Giacomo La Pietra che ringraziamo.
La tracciabilità dei grani italiani -torna a dire Cia- è da tempo tra le
priorità della Confederazione, a partire dalla petizione nazionale
“salva-grano”, arrivata a oltre 75 mila firme, messe nero su bianco sul
documento consegnato alle istituzioni, anche in occasione della
mobilitazione del 26 ottobre, per porre un freno concreto alla crisi del
comparto, tra costi di produzione alle stelle e caro-prezzi.
Granaio Italia rappresenta il riconoscimento del valore del settore, a
salvaguardia dei cerealicoltori, a promozione del vero Made in Italy, a
tutela della qualità per i consumatori. Ora è fondamentale che la
tracciabilità non sia solo una responsabilità degli agricoltori, ma
dell’intera filiera.
Prossimo passo -ricorda Cia- l’introduzione di uno strumento di
certificazione dei costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche
i termini di contrattazione. In gioco il nostro patrimonio cerealicolo,
materia prima d’eccellenza per la pasta, simbolo del Made in Italy nel
mondo con quasi 4 milioni di tonnellate di produzione nazionale annua e un
fatturato sui 7 miliardi di euro.
LA STATO DEL SETTORE. L’Italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro,
il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di
prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di
prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più
mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni
sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori
di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda
vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga
superiori ai 1.400 euro a ettaro. I dati Cia sulle nuove semine segnalano
un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130
mila ettari. Anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospetta per il
Paese un raccolto tra i più bassi di sempre.
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*Settore Comunicazione e Immagine *| Cia-Agricoltori Italiani
sito web http://www.cia.it
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