
[lid] Le crescenti tensioni geopolitiche sul conflitto Israele-Palestina e sulla guerra Russia-Ucraina limitano il calo dei prezzi del petrolio.
Lunedì i prezzi del petrolio sono diminuiti a causa delle preoccupazioni sulle prospettive della domanda in Cina, il più grande importatore di greggio al mondo, in seguito ai dati pubblicati la scorsa settimana.
Il greggio Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 81,97 dollari al barile alle 07:28 GMT in calo dello 0,13% rispetto al prezzo di chiusura di 82,08 dollari al barile nella sessione di negoziazione precedente.
Nello stesso periodo, il benchmark americano West Texas Intermediate (WTI) è stato scambiato a 77,81 dollari al barile, in calo dello 0,26% rispetto alla sessione precedente che aveva chiuso a 78,01 dollari al barile.
I prezzi hanno iniziato la settimana con una nota negativa a causa dei dati cinesi ribassisti che hanno segnalato un calo della domanda nel più grande importatore di greggio al mondo e nel secondo più grande consumatore di petrolio.
I dati della scorsa settimana hanno mostrato che l’inflazione al consumo cinese è aumentata marginalmente a febbraio, beneficiando dell’aumento della spesa durante le vacanze del Capodanno lunare; tuttavia, l’inflazione dei prezzi alla produzione si è ridotta più del previsto durante il periodo.
Le importazioni di petrolio greggio in Cina sono aumentate del 5,1% nei primi due mesi dell’anno rispetto allo scorso anno, ma sono state più deboli rispetto ai mesi precedenti.
Il Paese ha fissato un obiettivo di crescita economica di circa il 5% per il 2024, che, se raggiunto, probabilmente aumenterebbe il consumo di carburante, ma gli esperti hanno avvertito che sarebbe più difficile da raggiungere rispetto al 2023.
Inoltre, anche i segnali contrastanti provenienti dai dati macroeconomici annunciati negli Stati Uniti, il più grande consumatore e produttore mondiale di petrolio, hanno esercitato pressioni sui prezzi del petrolio.
I dati della scorsa settimana hanno mostrato che la crescita dell’occupazione negli Stati Uniti ha accelerato a febbraio, mentre il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto degli ultimi due anni.
I mercati sono ora concentrati sull’indice chiave dei prezzi al consumo statunitense, atteso martedì, che fornirà ulteriori indicazioni sul percorso che la Fed prenderà sui tassi di interesse.
Nel frattempo, fattori di offerta derivanti dalla riduzione della produzione da parte dei principali produttori e dall’escalation delle tensioni geopolitiche sul conflitto Israele-Palestina e sulla guerra Russia-Ucraina hanno limitato il calo dei prezzi del petrolio.