
(AGENPARL) – gio 07 marzo 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 07/03/2024, ore 11:39
Nota ai media!
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Allegate riprese video.
Consiglio
Lavori Consiglio: Contrattazione collettiva, interventi contro la povertà degli anziani 2 – con VIDEO
**Mozioni di Team K, Freie Fraktion/SVP.**
(Link video in coda)
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha invitato a evitare il termine “aumenti salariali”, che alimenta invidie tra chi lavora nel privato e chi lavora nel pubblico. La Giunta si giustifica facendo paragone con altre regioni italiane, ma i paragoni validi sarebbero con Austria e Germania, perché è lì che i giovani vanno. Bisogna discutere anche del privato, riconoscendo che molte aziende non riescono a pagare di più: a questo scopo servirebbe l’autonomia fiscale, che lo stesso ass. Achammer ha detto di volere, senza tuttavia fare passi avanti.
In replica, l’ass. Magdalena Amhof ha fatto riferimento alla definizione di un calendario da parte dell’Agenzia della contrattazione, attiva dal 2023 quale mediatrice tra parti sociali e Provincia. Ci sono 3 persone che conducono le trattative, e tutti i martedì sono dedicati alla contrattazione. Nell’ultima legislatura sono stati negoziati 30 contratti, di cui 24 di comparto e 6 intercompartimentali, tra cui quello 2019-21: la prima parte non è stata conclusa entro i termini, e ora con i sindacati è stato concordato di concluderlo prima di discutere del contratto 21-24. In particolare, ci si concentra sul congedo parentale in relazione alle nuove misure statali. Nel 2024 ci si incontrerà 2 volte al mese con i sindacati a questo scopo, 2 volte al mese riguardo le scuole, 2 volte al mese per l’ambito sanitario – per ora con date definite per il personale non medico. Per l’amministrazione provinciale si sta lavorando al calendario, con priorità per i collaboratori della centrale viabilità e i giornalisti. Ai sindacati questo modus operandi a giornate prefissate va bene; l’Agenzia lavora in maniera indipendente ma è la Giunta a stabilire le priorità. Si cercherà anche di aumentare lo stipendio dei nuovi assunti, sulla base del nuovo modello salariale con stipendio iniziale più alto e una curva successiva più piatta. Maria Elisabeth Rieder ha ringraziato per la risposta; aggiungendo che non cederà sullo stipendio base, collegato poi anche con la pensione: il settore pubblico deve fungere da esempio positivo. Ha quindi invitato, in merito alla contrattazione per il personale sanitario non medico, a non mettere in contrapposizione diversi profili professionali, come è accaduto per esempio annunciando riduzioni di orario o aumento di stipendio per specifiche categorie. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 16 sì e 18 no.
È ripresa quindi la trattazione della Interventi contro la povertà degli anziani in Alto Adige: pensione minima a 1.000 euro e adeguamento all’inflazione da parte della Provincia (presentata dai conss. Leiter Reber e Mair il 14/11/2023), presentata, con cui Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha chiesto (versione emendata) di incaricare la Giunta (1). di intervenire sull’attuale “contributo per le spese accessorie per anziani” in modo tale che entro i prossimi 12 mesi le pensioni statali minime o basse percepite dalle altoatesine e dagli altoatesini di età superiore ai 65 anni vengano integrate con fondi del bilancio provinciale fino a raggiungere l’importo complessivo minimo di 1.000 euro netti al mese. I criteri per beneficiare di questa integrazione fondamentale vanno adeguati per renderla accessibile anche alle coppie e cumulabile con il “contributo al canone di locazione e per le spese accessorie”; (2) di compensare tempestivamente il potere d’acquisto nettamente inferiore delle pensionate e dei pensionati altoatesini rispetto alla media nazionale attraverso un adeguamento all’inflazione da parte della Provincia. La misura va introdotta gradualmente partendo dalle pensioni basse:; al documento è stata aggiunto con subemendamento cofirmato dall’ass. Rosmarie Pamer (prima firmataria) una parte aggiuntiva con due punti dispositivi, vale a dire: “(3) di rivedere l’attuale sistema di aiuti e contributi con l’obiettivo di garantire un reddito minimo di sussistenza alle persone aventi diritto alla pensione in provincia di Bolzano. Ciò comporta che vengano previsti eventuali adeguamenti futuri a garanzia di tale reddito minimo. L’obiettivo è quello di conseguire una visione di insieme del fenomeno della povertà nella terza età e di garantire interventi mirati; (4) di intervenire presso i ministeri competenti e l’INPS affinché i sostegni finanziari essenziali, ossia gli interventi di assistenza sociale economica, finanziati con fondi provinciali nell’ambito dell’autonomia e per effetto dell’aumento del costo della vita in provincia di Bolzano, di norma non vengano calcolati come reddito qualora il beneficiario o la beneficiaria percepisca una pensione.” Dopo breve discussione sull’attribuzione della mozione – se ai Freiheitlichen o alla Freie Fraktion, l’ass. Pamer ha spiegato che le sta molto a cuore la lotta contro la povertá in etá anziana, ma la mozione originaria presenta alcune criticità: le politiche sociali non devono mai avvenire a pioggia. Nel programma di governo c’è la lotta contro la povertà degli anziani, con diverse misure: i punti 3 e 4 che vengono aggiunti rientrano in questo proposito.
Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato quanto è ingiusta la situazione delle donne che dopo aver svolto compiti di educazione e assistenza per tutta la vita non riescono a vivere della pensione; un problema è che ogni prestazione della Provincia oltre i LEA è stata poi detratta dallo Stato quasi per lo stesso importo: in questo senso è importante un segnale congiunto. Deeg ha quindi ricordato le misure introdotte negli ultimi anni, che non rendono tuttavia non necessari ulteriori interventi soprattutto per assicurare i periodi di cura.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha fatto riferimento alla proposta di 1.000 e al mese, ricordando che in Alto Adige una pensione minima non permette di arrivare a fine mese. Ha ricordato che con una precedente mozione si era invitato a sensibilizzare i Comuni nell’assistere persone a fare domande che non sanno di poter fare: nessuna campagna però è stata attivata, e qui la responsabilità è della Provincia, non dello Stato.
Josef Noggler (SVP) ha ricordato che ieri Mair, cofirmataria, aveva detto che non avrebbe votato a favore della mozione, nonostante dal 2014 abbia presentato 8 atti politici in questa direzione; ha quindi annunciato voto a favore per il punto (1), di cui si è parlato già più volte, cosí come dei punti aggiunti.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha ribadito, come spiegato ieri, che si trova in una situazione complicata: è d’accordo con i contenuti, e tutti nella maggioranza sono convinti dell’importanza del tema, si cerca di trovare soluzioni concrete. Non capisce dove Noggler (che era già intervenuto sulla questione, NdA) voglia andare a parare.
Dai banchi dei consiglieri, Christian Bianchi (Uniti per l’Alto Adige – Lega Alto Adige Südtirol) ha annunciato sostegno alla mozione, sottolineando che tutti si sarebbe favorevoli a un aumento a 1.000 € delle pensioni di base, tuttavia dalla riforma pensionistica del 1996 il calcolo delle pensioni è cambiato e il relativo importo drasticamente ridotto. Ha aggiunto che molte pensioni basse si devono al fatto che molte categorie non erano soggette a contributi, oppure al fatto che molte persone hanno la minima in quanto non hanno mai versato contributi, per diversi motivi. È necessario individuare figure e persone che davvero hanno necessità. Come ha detto l’assessora, vanno evitati versamenti a pioggia.
L’ass. Rosmarie Pamer ha ribadito l’alto costo della vita locale, a cui si deve l’introduzione del contributo aggiuntivo alle spese abitative accessorie per i pensionati che vivono da soli e percepiscono meno di 10.000 € l’anno; nel 2023 esso è stato aumentato di circa il 30% tutti i richiedenti. Si tratta dell’unica disponibilità a disposizione della Provincia, perché un aumento di reddito di altro genere da parte dell’ente provinciale sarebbe vanificato dai conseguenti tagli dei sussidi statali. In quanto ai punti (3) e (4), prima di modificare i criteri è opportuno intervenire presso INPS e Ministeri competenti affinché le diverse misure che si potrebbero introdurre non vengano calcolate come redditi pensionistici o da rendita. In quanto ai punti (1) e (2), l’aumento dei contributi per le spese accessorie è tecnicamente fattibile, ma a lungo termine è più sensata la negoziazione citata. Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha replicato che tutto si può fare: è l’aula a decidere cosa viene approvato e cosa no. A volte viene detto che le misure non sono efficienti, ma per il fatto che c’è sempre qualche persona furba non si può evitare di intervenire per migliorare la situazione delle persone. La mozione è stata votata per parti separate: le premesse cono state respinte con 17 sì, 17 no e 1 astensione, il punto (1) approvato con 18 sì, 16 no e 1 astensione, il punto 2 respinto con 17 sì, 17 no e 1 astensione, il punto (3) e il punto (4) approvati con 35 sì (unanimità).
(continua)
Link video (Consiglio/GNews):
**(MC)**
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