
(AGENPARL) – gio 07 marzo 2024 Prot. n.______ Federico Marini
DONNE IMPRESA – DOSSIER 8 MARZO – In Sardegna crescono le
imprese al femminile: sono una su cinque. Crescono anche quelle artigiane:
sono 6mila. Elisa Sedda e Norella Orrù (Confartigianato Donne Impresa
Sardegna): “Non accontentiamoci di quote rosa e corsie preferenziali: serve
una svolta. Il processo di crescita verso effettiva parità di condizioni lento e
inesorabile ma va accelerato e accompagnato con politiche reali”. L’appello
alla neo Presidente Todde.
Associazioni Le imprese sarde gestite da donne sono 39.556: si tratta di più di un’impresa su
Territoriali cinque (23,2%) che opera in Sardegna. Di queste realtà il 15,3%, pari a 6.060 unità,
Sud Sardegna
sono artigiane e rappresentano il 17,6% dell’artigianato totale. Nello specifico, tra
Cagliari tutte le imprese artigiane femminili quelle gestite da giovani donne, con meno di 35 anni,
Via Riva Villasanta 241
femminili-giovanili; mentre quelle gestite da donne straniere sono 351, pari al 5,8%
Oristano
Via Campanelli, 41 dell’artigianato femminile e al 12,4% delle imprese totali femminili-straniere.
Nuoro dell’Ufficio Stampa di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati Unioncamere-
Via Brig.Sassari, 37 StockView-Infocamere del 2023.
Il numero di imprese gestite da imprenditrici registra per l’artigianato sardo, a fine
Sassari 2023, una dinamica tendenziale preceduta da segno positivo, pari al +1,1% rispetto
Via Alghero, 30
rilevato per la componente maschile (+0,2%).
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 “Nell’Isola una attività su cinque è a guida femminile e questi numeri confermano
passione e determinazione, contribuiscono allo sviluppo e al progresso della nostra
economia e del nostro territorio – affermano Elisa Sedda e Norella Orrù, imprenditrici
e dirigenti di Confartigianato Donne Impresa Sardegna – tutte coloro che fanno
impresa, però, devono continuamente fare i conti con la carenza di politiche a favore
dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la
cura della famiglia. Serve una svolta. Basta con gli interventi-spot: il futuro del nostro
Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili”. “Ci
auguriamo che le donne sarde riescano in tempi brevi a conquistare ciò che per loro è
più caro, come: autonomia, rispetto, cambiamento culturale, fiducia, considerazione,
condivisione del tempo di cura, libertà di scelta, tutele, opportunità, sicurezza, più tempo
e tranquillità – aggiungono Sedda e Orrù – siamo certe che la scelta di una donna alla
guida della Sardegna, la neo Presidente Alessandra Todde, a cui vanno i nostri migliori
auguri per la nuova Legislatura, porterà una accelerata di questo lento, ma inesorabile,
processo di crescita verso una effettiva parità di condizioni”.
Confartigianato Imprese Sardegna
“Non possiamo più accontentarci delle quote rosa, che non rappresentano la
formula magica per risolvere il problema della parità di genere, degli interventi una
tantum e di effimere corsie preferenziali – continuano – il futuro della Sardegna, dipende
da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione
imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutti, donne e uomini, i servizi
pubblici indispensabili per conciliare il lavoro con la cura della famiglia”. “Lo sviluppo
della nostra Regione e del resto del nostro Paese è responsabilità di tutti – proseguono le
Dirigenti di Donne Impresa Confartigianato Sardegna – continuerà a battersi per
definire un contesto normativo e culturale che consenta alle imprese femminili a valore
artigiano di esprimere al meglio i propri valori e potenzialità, di creare occupazione,
generare innovazione, contribuire alla crescita economica e sociale”. “Qualità,
professionalità e saper fare sono i capisaldi delle aziende al femminile in Sardegna, un
autentico valore aggiunto nel tessuto imprenditoriale locale in una fase delicata come
quella che stiamo vivendo – sottolinea Elisa Sedda di Oristano, Responsabile Imprese
Femminili e Pari Opportunità di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo è
nostro dovere continuare ad affiancare e sostenere le colleghe imprenditrici che
quotidianamente scelgono di investire sul territorio, sulla scia del lavoro svolto negli
anni per sensibilizzare e consolidare una partecipazione attiva delle donne
nell’imprenditoria sarda, anche nei settori tradizionalmente più legati a professionalità
al maschile, in cui le nostre imprenditrici hanno già dimostrato di sapersi muovere con
intraprendenza ed entusiasmo”.
“La nostra Associazione crede fermamente nel valore delle donne, nella vita come
nel lavoro – le fa eco Norella Orrù di Carbonia delegata di Confartigianato Sardegna
contro la violenza di genere – da sempre siamo costantemente in prima linea fornendo
assistenza, supporto e sostegno a tutte le donne che intendano avviare un progetto
imprenditoriale, creando occupazione e facendo il bene del territorio. Le difficoltà degli
ultimi tempi di certo non aiutano, ma le donne ci sono e continueranno a fare la propria
parte nel percorso di ripresa dell’economia isolana”.
A questo riguardo i dati a disposizione confermano l’importanza e la centralità di
alcune leve fondamentali per un contesto a “favore di donna”: per citarne solo due,
l’istruzione e la diffusione capillare sui territori di servizi di assistenza negli ambiti della
conciliazione (come i servizi per l’infanzia, asili nido), sono leve su cui poter e dover fare
forza per incentivare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Difatti, si osservano tassi di occupazione femminili più elevati proprio nelle realtà in cui
c’è una maggiore diffusione di bambini che frequentano gli asili nido e di donne che
hanno titoli di studio elevati (laurea e post-laurea). Su tutto questo le donne imprenditrici
vogliono che il loro ruolo venga maggiormente riconosciuto e chiedono una reale
integrazione ed essere valutate sulla base del merito, delle capacità e delle competenze.
Driver imprenditoria femminile sarda: economia digitale, moda, modelli
sostenibili e cura della persona – A livello settoriale si rilevano incrementi più
accentuati dell’artigianato femminile nell’ultimo anno – 2023 su 2022 – in 18 settori, in
cui si concentrano il 58,2% delle imprese artigiane femminili dell’Isola, tra cui quelli che
registrano variazioni più significative in termini assoluti sono: Altre attività di servizi per
Confartigianato Imprese Sardegna
la persona, Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e
pelliccia, Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici, Lavori di
costruzione specializzati, Istruzione, Riparazione, manutenzione ed installazione di
macchine ed apparecchiature, Attività creative, artistiche e di intrattenimento e
Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli). 16 di questi 18
sono settori in cui prevale la presenza maschile.
Donne imprenditrici e autonome, Sardegna 68-esima su 233 regioni Ue – La
posizione di leadership dell’Italia per ‘fare impresa’ al femminile si conferma anche per i
territori italiani. Tra 233 regioni europee (Nuts 2) tra le prime dieci regioni per numero di
occupate indipendenti, cinque sono italiane. Tra questa 233 regioni europee (Nuts 2) la
Sardegna, con 38mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome, si posiziona nella
prima metà della classifica (tra le prime 117 regioni).
Le donne alla guida di imprese che svolgono ‘mestieri da uomini’ – nei settori
(divisioni Ateco 2007) in cui almeno il 90% degli imprenditori sono uomini – sono 705
imprese femminili, con una incidenza media del 3,3% a fronte del 17,6% medio per il
totale dei settori. Nel dettaglio i settori con ‘lavori da uomini’, in cui si registrano imprese
femminili in minoranza, sono: Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di
autoveicoli e motocicli, Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali, Lavori di costruzione
specializzati, Altre attività di estrazione di minerali da cave e miniere, Costruzione di
edifici, Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature,
Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature, Trasporto marittimo e per vie d’acqua,
Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), Industria del
legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in
paglia e materiali da intreccio, Fabbricazione di mobili, Fabbricazione di altri mezzi di
trasporto, Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, Attività di produzione
cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore,
Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti, Coltivazioni agricole e produzione di
prodotti animali, caccia e servizi connessi, Produzione di software, consulenza
informatica e attività connesse, Attività di noleggio e leasing operativo, Fabbricazione di
computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di
misurazione e di orologi, Commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di
motocicli), Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale e Ingegneria civile.
L’analisi dei settori dove l’artigianato femminile performa meglio, nel 2023 rispetto
al 2022, permette di cogliere due evidenze: 1) l’imprenditoria femminile artigiana traina
la crescente importanza dell’artigianato di servizio rispetto ai due settori tradizionali del
comparto quali quello manifatturiero e delle costruzioni ; 2) l’incremento della domanda
di tecnologie digitali si riverbera in modo positivo sulle imprese femminili artigiane
poiché tra i comparti in crescita ne figurano due attivi sul fronte dell’offerta digitale: le
attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici e la produzione di software,
consulenza informatica e attività connesse. I due contano complessivamente 172 imprese
femminili artigiane, in crescita del +6,2%.
Persistono fenomeni selettivi nelle imprese femminili, tra i settori in particolare
difficoltà e più rappresentativi dell’artigianato femminile dell’isola figurano i servizi di
Confartigianato Imprese Sardegna
ristorazione, uno dei comparti maggiormente colpito dalla crisi covid-19, e il settore
alimentare.
+5,3% domanda di donne con elevate competenze 4.0 (IA, analisi dei big data,
…)- Ulteriore conferma che le donne stanno forse riuscendo ad essere più partecipi della
transizioni digitali ricoprendo anche ruoli da protagoniste la cogliamo dall’analisi dei dati
Excelsior-Unioncamere che danno evidenza di come la ricerca di competenze 4.0, di
medio alto e alto livello, da parte delle imprese – capacità di gestire soluzioni innovative
attraverso l’applicazione ai processi aziendali di tecnologie (digitali) robotiche, big data
analytics, internet of things, ecc. -rivolta alle sole figure femminili, vede un incremento
del 5,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente.
Seppur permane la disuguaglianza di genere (e gli stereotipi) per quota di laureati in
materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e lo svantaggio
delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è più ampio proprio nelle lauree
STEM le due evidenze colte precedentemente ci permettono di sperare che qualcosa,
seppur ancora in modo poco incisivo, forse, sta cambiando.
Donne vs uomini per istruzione, lavoro e qualità della vita, in Sardegna a che
punto siamo? Gli ultimi dati Istat-BES disponibili riferiti all’anno 2022 ci consentono
purtroppo di fare una fotografia poco diversa da quelle scattate negli anni precedenti.
Ancora una volta le migliori performance per le donne, rispetto agli uomini, le rileviamo
con riferimento al campo dell’istruzione e della formazione con una quota di donne con
almeno il diploma (25-64 anni) pari al 59,2%, di 9,2 punti sopra al 50,0% rilevata per gli
uomini; con quota di laureate e donne con altri titoli terziari (30-34 anni) pari al 30,8%
sopra di 17 punti al 13,8% rilevata per gli uomini; con una quota di neo-diplomate che si
iscrivono per la prima volta all’università pari al 54,2%, sopra di 11 punti rispetto al
43,2% rilevato per gli uomini; con una quota inferiore di 12,5 punti di donne che
abbandonano precocemente il sistema di istruzione e formazione (8,2% vs 20,7% degli
uomini), e una quota di Neet, giovani che non lavorano e non studiano, inferiore di 3,8
punti alla quota rilevata per gli uomini. Mentre per quota di donne con competenze
digitali di base, il risultato è a sfavore delle donne, poiché risulta inferiore di 1,7 punti
rispetto al valore rilevato per gli uomini (44,5% vs 46,2%).
L’analisi di confronto uomo-donna per gli indicatori associati alla tematica
lavoro e conciliazione tempi di vita risultano tutti a sfavore del genere femminile (+6,1
punti tasso di mancata partecipazione al lavoro; +8,1 punti quota di occupate sovra-
istruite; +13,9 punti quota donne che svolgono part time involontario) tranne per il lavoro
da casa che vede una quota superiore di fruitrici tra le donne (12,3% va 8,4% degli
uomini). Rispetto alla soddisfazione per tempo libero e prospettive future, la quota di
donne che esprime giudizio positivo risulta inferiore a quella rilevata per gli uomini.
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