[lid] La Commissione europea ha presentato oggi una proposta per potenziare significativamente l’industria della difesa nell’Unione europea, con l’obiettivo di affrontare minacce e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti nella produzione di armamenti.
Secondo il documento, entro il 2030, la metà dell’equipaggiamento militare richiesto dagli Stati membri dovrebbe provenire dall’industria europea. La vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, ha annunciato questa proposta, sottolineando l’importanza di ridurre la dipendenza dall’approvvigionamento di armi dagli Stati Uniti.
Attualmente, il 68% degli acquisti di armi nell’Unione europea proviene da produttori americani e va all’Ucraina, come ha affermato il commissario europeo Thierry Breton, responsabile delle industrie della difesa.
La Commissione europea mira a promuovere la collaborazione tra gli Stati membri nell’acquisto di attrezzature militari, creando condizioni favorevoli per programmi di appalti congiunti. La nuova strategia di difesa europea avrà un budget iniziale di 1,5 miliardi di euro, che sarà un incentivo per gli Stati membri che desiderano collaborare nella produzione o nello sviluppo di armi in Europa.
Il commissario alla concorrenza, Breton, ha chiarito che “non siamo qui per finanziare direttamente l’acquisto di armi”, ma piuttosto per facilitare la collaborazione tra gli Stati membri. Ha anche confermato che i finanziamenti principali verranno dagli Stati membri.
Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha sottolineato che il bilancio dell’UE non sostituirà i bilanci nazionali degli Stati membri, ma fornirà un incentivo e una ricompensa per la cooperazione nella produzione di armamenti in Europa. Nel 2021, i paesi dell’UE hanno speso complessivamente 58 miliardi di euro per l’acquisto di armi.