
(AGENPARL) – mar 05 marzo 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 05/03/2024, ore 18:12
Consiglio
Lavori Consiglio: Comitato comunicazioni, uso del tedesco corretto
**Aggiunta all’ordine del giorno la modifica del Regolamento interno (domani), designati i 6 esperti ed esperte del Comitato provinciale per le comunicazioni, avviata la discussione di una mozione di JWA. **
La seduta del plenum del Consiglio provinciale di Bolzano è ripresa nel tardo pomeriggio, dopo un’interruzione per una seduta dei capigruppo, con la comunicazione da parte del presidente Arnold Schuler che sarà inserito all’ordine del giorno un punto aggiuntivo, ovvero la modifica al Regolamento interno: con questo punto si inizierà domani mattina. Pertanto, il punto 2. all’ordine del giorno, Nomina delle commissioni legislative, è stato rinviato successivamente alla modifica del Regolamento interno. Anche il punto 3., Designazione dei componenti (7) della commissione permanente per i problemi della provincia di Bolzano, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (misura 137 del “Pacchetto“) è stato rinviato perché ancora non sono giunti tutti i nominativi.
Si è passati quindi alla designazione di sei esperte/esperti (nei settori della comunicazione, dell’informazione, delle telecomunicazioni e della multimedialità) del Comitato provinciale per le comunicazioni (articolo 1, comma 5, e articolo 4 della legge provinciale 9 ottobre 2020, n. 11). Il presidente Arnold Schuler ha comunicato che i nomi della maggioranza erano Eberhard Daum, Judith Gögele, Thomas Schnitzer per il gruppo tedesco, Gerhard Vanzi per quello ladino, per l’opposizione Renate Mumelter. Per il gruppo linguistico italiano, l’ass. Marco Galateo ha proposto Felice Espro. Il gruppo di nominativi è stato approvato con votazione unica, in forma palese, con 31 sì, 9 no e 1 astensione.
È iniziato quindi il tempo dedicato alla trattazione delle proposte dell’opposizione.
Con la Un tedesco corretto nella politica e nell’amministrazione (conss. Wirth Anderlan e Colli il 15/01/2024), come spiegato dal primo firmatario Jürger Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan), si chiedeva di deliberare quanto segue: (1) S’invita la Giunta provinciale a provvedere affinché l’amministrazione e le autorità si astengano, nella comunicazione esterna, dall’uso dei caratteri speciali all’interno delle parole richiesti dal linguaggio di genere, e che si orientino invece sul regolamento ufficiale del Consiglio per l’ortografia tedesca. 2. Il Consiglio provinciale e la sua amministrazione si astengono, nella comunicazione esterna, dall’usare i caratteri speciali all’interno delle parole richiesti dal linguaggio di genere e si orientano invece sul regolamento ufficiale del Consiglio per l’ortografia tedesca. Il sito internet del Consiglio dovrà essere tempestivamente rivisto in tal senso. 3. Le istituzioni scolastiche e formative della Provincia devono astenersi dal presentare il linguaggio di genere come il modo di scrivere e parlare “corretto” o “non sessista” (e l’uso linguistico secondo le regole ufficiali come “discriminatorio”). Riguardo all’apprendimento della lingua, il compito della scuola è quello d’insegnare un tedesco corretto secondo le regole ufficiali dell’ortografia tedesca. In particolare, gli insegnanti non possono richiedere l’uso del linguaggio di genere o addirittura premiarlo con voti migliori (o sanzionarne il mancato uso con voti più bassi). “La lingua è un bene culturale che va tutelato”, ha sostenuto Wirth Anderlan.
In merito, Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ricordato un’affermazione di Pius Leitner sulle “nostre donne”, da lei giá allora contestata, e aggiunto che come femminista e donna ritiene di poter scrivere come le sembra giusto. Se si considera l’uso della lingua, c’è una delibera che permette ad Anderlan di poter tranquillamente fare a meno di esplicitare i due generi. In ogni caso, ci sono persone che non si rispecchiano nei due generi, anche se questo non piace ad Anderlan: per loro si è trovata la soluzione dell’asterisco o dei due punti, per renderle visibili – la questione non va quindi ridicolizzata. Infine, le donne hanno diritto di essere rese visibili.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ricordato che la Costituzione prevede all’articolo 3 la dignità di uomo e donna e all’articolo 51 le pari opportunità e le relative misure. Ci sono tante misure di pari opportunità da attuare, e tra queste un adeguamento del linguaggio, per dare visibilità; non va considerata solo la leggibilità; il maschile generico è sorpassato a livello sociale, e se 50 anni fa c’era solo “il medico”, questo oggi è superato. Il Team K voterà no.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha chiarito che se lui chiamasse Anderlan “consigliera” susciterebbe un po’ di ilarità, così come se dicesse “il consigliere Foppa”. Per molti mestieri i nomi femminili sono accettati, ma non per quelli più altolocati, tuttavia il maschile inclusivo nasconde le donne, basti pensare alla frase “due avvocati incontrano un giudice”: l’immaginario vede solo uomini. Repetto ha ricordato anche le direttive per il linguaggio di genere e il Piano Aequitas che cita il linguaggio di genere. Il femminille c’è sia italiano che in tedesco: basta usarlo. Forse Anderlan s dovrebbe preoccupare di più di portare nel linguaggio istituzionale il tedesco standard al posto del dialetto.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha apprezzato che Foppa avesse detto che nessuno deve parlare per le donne, e tuttavia lei stessa non rispetta il fatto che il 65% della popolazione, donne comprese, è contro un linguaggio che esplichi i generi, e un anno fa si trattava del 56%. Anche la maggioranza dei Verdi è contro l’esplicitazione dei due generi, ma pare che alcuni politici vogliano considerare la propria ideologia come la verità. Nessuno è contrario a “Frau Ärztin”, ma le confusioni sul plurale e l’uso di asterisco e due punti sono problematiche. Inoltre, un certo linguaggio è problematico anche per le traduzioni.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha ritenuto significativo che per la propria prima mozione JWA scegliesse questo tema, dopo aver parlato di abolizione delle leggi per tutta la campagna elettorale. A questo punto è la JWA che si fa partito dei divieti.
Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) ha ritenuto che si scatenasse un’ideologia esondante la mozione, che parla solo di “caratteri speciali”. La scrittura istituzionale già prevede pari dignità per i nomi maschili e femminili da citare, ma la mozione si riferisce a caratteri speciali che di fatto alterano la lingua. La “schwa”, per esempio, “è visivamente e uditivamente fastidiosa e illeggibile”. Anche lei non vorrebbe che i caratteri speciali si trovassero nei documenti istituzionali, ma siccome nella scrittura istituzionale tali caratteri non si usano, lei si asterrà.
Il presidente Schuler ha quindi interrotto la discussione e dichiarato conclusa la seduta di oggi, ricordando che la serie di sedute di questa settimana si concluderà dopo la trattazione dei punti dell’opposizione, al termine della seduta mattutina di giovedì. I lavori del plenum riprenderanno domani mattina alle 10.
**(MC)**
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