
(AGENPARL) – mer 28 febbraio 2024 ELEZIONI REGIONALI 2024
DIECI PUNTI PER LA MONTAGNA
Le proposte Uncem ai Candidati Presidente
e ai Candidati Consigliere regionale
dell’ABRUZZO
Piattaforma per la campagna elettorale, per il programma
e per l’agenda di Governo della legislatura
0) Regione Abruzzo attui politiche per la valorizzare Enti territoriali, imprese, comunità
La Regione si doti di un Assessore regionale alla Montagna e alle Foreste
Riformi il sistema degli Enti locali costruendo Unioni montane di Comuni solide e stabili
Qualsiasi Politica per i territori abruzzesi si attua in forte dialogo, concreto e continuo, con il sistema
di Enti territoriali, con le imprese, il terzo settore, le comunità tutte che operano sui territori. È la
comunità che fa la differenza. Il palazzo non si chiuda. Sia in dialogo e in ascolto. L’Articolo 44 della
Costituzione – la montagna e le politiche – è il nostro punto fermo, deve essere il vettore di politiche
regionali che scelgano soluzioni vere e decidano di dare pieno valore alle politiche per le Montagne.
La Regione, la Giunta, individui un assessore con deleghe a Montagna, Aree interne, Foreste.
Siano questi temi al centro delle Agende politiche dell’Abruzzo. Ma serve un assessore di
riferimento. Le Montagne non sono un residuo e non hanno bisogno di assistenza. Spopolamento,
abbandono, desertificazione si combattono con cultura, pianificazione, investimenti, scientifica
attenzione alle dinamiche sociali, demografiche, climatiche, economiche. Pensiero e Azione che
vanno condivisi con l’intero sistema istituzionale, preziosissimo. La Montagna genera segni di
fermento. Credere nel “Noi” è la migliore fonte di politiche inclusive che danno speranza e fanno
sentire tutti parte di una Comunità. Per affrontare in Abruzzo efficacemente la crisi demografica e
le crisi energetica e climatica. L’Abruzzo guardi non solo alle coste e alle città più grandi. La Regione
costruisca patti e interazione tra territori.
1) Potenziare l’innovazione. Vinciamo il digital divide
Vogliamo tutti agire per il superamento del “digital divide” – con reti dati veloci, adeguati ripetitori
per la telefonia mobile, tv per tutti – creando così l’effettiva possibilità di accesso alla rete a banda
ultralarga, 5G ovunque favorendo investimenti statali e regionali, per portare nuovi servizi,
piattaforme di dati in cloud, sistemi informativi alle comunità, ai territori, alle imprese, alla Pubblica
Amministrazione, anche attraverso una specifica “Agenda regionale digitale per le aree montane e
interne”. I fondi per la digitalizzazione permettano ai Comuni di mettersi insieme, in sinergia, con
sistemi informativi in dialogo tra loro. Rendiamo le piattaforme connesse e interconnesse.
2) Incentivare le gestioni associate tra Comuni montani con le Unioni
Occorre sviluppare politiche di integrazione gestionale e amministrativa tra i Comuni delle aree
montane attraverso incentivi per lo sviluppo del lavoro sovracomunale per la gestione delle
politiche di crescita sociale, economica e per la riorganizzazione dei servizi pubblici – scuole,
trasporti, sanità, socio-assistenza. La Regione deve dotarsi di una moderna legge per la Montagna –
dando attuazione alle leggi nazionali sui piccoli Comuni, sulla green economy e sulle foreste – che
ridia dignità e risorse agli Enti territoriali montani, strumento per la gestione dello sviluppo socioeconomico per i Comuni delle Terre Alte. Non i Comuni da soli. Ma insieme. Oltre municipalismi e
logiche di settore. La Regioni lavori subito a una riforma degli Enti locali: dia vita in tutta la Regione
alle Unioni di Comuni e alle Unioni montane di Comuni. Siano stabili e forti. Incentivate e
supportate da adeguate politiche, in sinergia con il progetto ITALIAE nazionale sulla capacità
operativa e amministrativa dei Comuni grandi e piccoli insieme. La Regione lavori alla legge sulle
Unioni montane con Uncem.
3) Generare Politiche di perequazione territoriale
L’assistenzialismo non lo vogliamo. La Regione Abruzzo introduca misure perequative regionali a
favore delle zone montane, fortemente penalizzate da un minore o scarso gettito erariale e aventi
maggiori costi per la gestione dei servizi. Fare della leva fiscale – attraverso un sistema di detrazioni
e incentivi – uno degli strumenti attivi per favorire la residenza delle famiglie e la permanenza delle
imprese nei territori di montagna. Regione Abruzzo deve individuare un sistema chiaro di sgravi
fiscali per le aree montane, che sostenga le piccole e medie imprese, chi vuole insediarsi e chi vi
opera da sempre. Deve individuare anche un sistema di incentivi per la residenzialità nelle aree
montane, in particolare per famiglie che scelgono di abitare tutto l’anno, lavorare e studiare nelle
zone montane. La Regione deve favorire la nascita di “imprese di comunità” capaci di rigenerare i
paesi e i territori.
4) Rendere centrali agricoltura e politiche forestali
La Regione sostenga, attraverso fondi strutturali europei 2021–2027, il ruolo centrale
dell’agricoltura (e della zootecnia) in montagna quale struttura socio-economica fondamentale per
lo sviluppo, essenziale nella funzione di presidio del territorio, per la salvaguardia del paesaggio, per
l’attrattività turistica e per la conservazione e la valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità.
È necessario tornare a dare valore alle politiche forestali (declinando a livello regionale in Abruzzo
il Testo unico forestale nazionale del 2018, senza perdere altro tempo), come vettore di nuove
imprese e posti di lavoro. Sostenere la creazione di posti di lavoro attivabili nella filiera legata
all’energia, all’industria e all’artigianato. Individuare strumenti per l’associazionismo fondiario per
superare la parcellizzazione e aumentare la superficie agricola utilizzabile. Sostenere, da parte della
Regione, le imprese e il comparto degli operai forestali, delle imprese che gestiscono attivamente
superfici forestali.
5) Proteggere il suolo e messa in sicurezza del territorio
Sono urgenti nuove leggi regionali sulla difesa del suolo, articolati e investimenti per la definizione
del piano pluriennale della prevenzione e messa in sicurezza del territorio, l’elaborazione e
approvazione di provvedimenti legislativi per la qualificazione del patrimonio forestale e la gestione
attiva del bosco e delle filiere, anche per la valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali
derivanti dalla gestione attiva e dall’assorbimento di CO2. La Regione deve introdurre una norma
che preveda lo stanziamento di una percentuale della tariffa dell’acqua potabile (i bacini più
grandi si trovano nei territori montani) e del ciclo idrico integrato, per i piani di manutenzione
ordinari del territorio gestiti dagli Enti montani. Questa è una forma di compensazione per la
risorsa messa a disposizione dell’intera collettività e allo stesso tempo di prevenzione del dissesto
idrogeologico.
6) Potenziare Energie rinnovabili e politiche sul ambiente, affrontando strutturalmente la
crisi climatica e demografica. L’Abruzzo diventi una sola grande Green Community
Abruzzo sia Green. Affronti compattamente e subito le sfide delle crisi energetica, ambientale,
ecologica. La Regione deve adottare, nell’ambito del Piano energetico regionale, un programma di
valorizzazione e utilizzo sostenibile delle energie da fonti rinnovabili, di cui la montagna è il
principale giacimento, cuore della green economy nel quadro del Green New Deal e dell’“Ecologia
integrata”. L’Abruzzo scelga il futuro vero. Le Unioni montane di Comuni siano perno dello
sviluppo. Gal, Contratti di fiume, Parchi lavorino insieme con le Unioni per le politiche di sviluppo
locale coordinate dall’Ente locale Unione montana. La Regione la nascita di “Comunità energetiche
rinnovabili e solidali” e di strumenti per la riduzione degli oneri di sistema a carico degli utenti. I
canoni di concessione per l’utilizzo di beni naturali devono andare ai territori: per consentire un
adeguato gettito a beneficio delle comunità che vivono e operano sui territori, che non devono
sentirsi spogliate delle risorse. L’Abruzzo deve guardare ai dati del mutamento climatico con un
impegno forte e politiche non di facciata, coinvolgendo tutti gli attori territoriali, virando verso
politiche green sostanziali e non timide. L’Abruzzo ha finora tre green communities finanziate dal
PNRR. Ma l’Abruzzo deve diventare complessivamente una sola grande green community: scelga
le rinnovabili e abbandoni petrolio o carbone. La “Strategia delle Green community” come forma
moderna e a prova di futuro di programmazione sociale, ambientale, economica, coinvolgendo
anche Enti Parco (importantissimi, tanti, coesi, generosi e operativi, inclusivi e generativi), Gruppi di
Azione locale, le Organizzazioni datoriali e del Terzo settore, tutti gli Enti territoriali. Per attuare fino
in fondo un’“Economia civile” quale unico asse possibile di crescita inclusiva e partecipata. La
transizione sia giusta e per tutti. La Regione agisca per non lasciare indietro fasce di popolazione e
professioni. Sia attenta e inclusiva.
7) Turismo intrecciato alla vita delle comunità. Non solo mare e coste. Prima chi ci vive
Fare del turismo, nelle sue diverse espressioni – quello legato agli sport invernali, quello ambientale,
estivo, dell’outdoor e dell’escursionismo – uno dei fattori di crescita e valorizzazione della montagna.
Non ci sono solo mare e villaggi. Anche qui, come in montagna, il turismo esiste ed è possibile,
adeguato, a prova di futuro, se gli abitanti ci sono e sono felici. Turismo solo se nel pieno rispetto
delle comunità e dell’ambiente – diamo priorità a chi vive i territori e i paesi, che non sono borghi
sotto una campana di vetro -, forti di un patto “città-montagna” che nasce dell’incontro, rispettoso
e autentico. I Capoluoghi di provincia scelgano di lavorare in chiave “metromontana” – sul turismo
e su tutte le politiche – con le valli. Non guardino al loro interno, ma ai territori. La Regione sostenga