
(AGENPARL) – lun 19 febbraio 2024 Prot. n.______ Federico Marini
CRISI SUEZ-SARDEGNA – 740milioni di euro di merci a rischio a
causa dei conflitti in Medio Oriente e la sospensione delle rotte navali: la
Sardegna rischia grosso. Fabio Mereu e Daniele Serra (Presidente e
Segretario Confartigianato Sardegna): “Intervenire anche con il PNRR per
scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”.
Associazioni La crisi del Medio Oriente che si va espandendo verso il Mar Rosso potrebbe
Territoriali colpire il commercio internazionale della Sardegna in maniera considerevole. Infatti,
Sud Sardegna
ammonta a 740milioni di euro il valore delle merci che dalla nostra Isola, transitando
Cagliari nel Canale di Suez, arrivano in Oriente. E’ questo il controvalore economico dei beni
Via Riva Villasanta 241
India, Giappone, Corea del Sud, Emirati, Qatar, Iraq e Indonesia, che è stato
Oristano
Via Campanelli, 41 calcolato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sul nel periodo
Nuoro La Sardegna si colloca al decimo posto della classifica nazionale per quanto
Via Brig.Sassari, 37 riguarda l’esposizione dell’export alla crisi. In testa ci sono la Lombardia, con 12,9
miliardi di euro, l’Emilia Romagna (9,4 miliardi) e il Veneto (5,7 miliardi). A chiudere la
Sassari graduatoria sono Calabria (139 milioni), Molise (76 milioni) e Valle d’Aosta (50
Via Alghero, 30
“Pur essendo lontani dai valori registrati dalle grandi regioni del Nord –
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 commenta Fabio Mereu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – se la
una cifra significativa e quindi di un danno consistente, tenendo presente che le merci
sarde viaggiano al 98% via nave”. “In ogni caso – prosegue il Presidente – l’escalation
della crisi in Medio Oriente penalizza sia i sistemi del made in Sardegna e made in Italy,
sia l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura,
aggravando la frenata del commercio”. “Gli effetti della crisi, evidenti anche sul nostro
territorio, rischiano di provocare pesanti conseguenze sulla crescita economica –
sottolinea Mereu – per questo l’appello che abbiamo già lanciato a livello nazionale è
quello che è indispensabile mettere in campo tutte le misure, a cominciare
dall’attuazione del Pnrr, per alimentare la fiducia e la propensione ad investire delle
imprese e scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”.
Confartigianato Sardegna ricorda anche come il Qatar abbia deciso di sospendere
il passaggio delle sue navi cisterna con il Gas naturale liquefatto (Gnl) destinate anche ai
rigassificatori con il rischio concreto di una nuova impennata dei prezzi dell’energia. Ma
gli effetti della crisi si manifestano anche con l’allungamento dei tempi di consegna delle
merci, dovuto all’utilizzo di rotte che circumnavigano l’Africa, e all’aumento del costo del
trasporto marittimo. Basti dire che l’indice del costo del trasporto marittimo dalla Cina
nella settimana terminata il 12 gennaio 2024 è aumentato del 120,6 per cento rispetto alla
settimana precedente all’inizio degli attacchi alle navi occidentali.
Confartigianato Imprese Sardegna
“Il sommarsi delle varie crisi aggravano la frenata del commercio internazionale –
commenta Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – gli
effetti infatti, si aggiungono alla stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle
regole europee di bilancio che potrebbero avere conseguenze sulla crescita, riducendo la
fiducia e la propensione ad investire delle imprese. Il rischio è che l’approccio
“attendista” delle imprese, che ancora sorregge la seppur flebile fiducia, possa
degenerare in recessione”. “Il canale di Suez ha un peso rilevante per l’interscambio
nazionale – aggiunge il Segretario Regionale – secondo l’indicatore dell’Unctad PLSCI
(Port Liner Shipping Connectivity Index) nel 2021 siamo stati il Paese più connesso via
mare con l’Egitto nel settore dei container precedendo Spagna, Arabia Saudita e Cina.
Posizionamento che testimonia la nostra crescita se si tiene conto che nel 2006 la
leadership spettava alla Cina e l’Italia figurava al quinto posto”. “Quello che ci
preoccupa di più – conclude Serra – è che il caos forniture possa lasciare un segno
sull’inflazione. Difficile oggi dire quanto sarà marcato, ma potrebbe convincere Fed e
Bce a fare marcia indietro sulla promessa di tagliare i tassi di interesse. Il che sarebbe
drammatico per il nostro accesso al credito”.
Per l’Italia si stima che il valore dell’import-export annuale che transita per il
Canale di Suez proveniente dai paesi del Medio Oriente, dall’Asia, dall’Oceania e dai
paesi del Sud-Est dell’Africa nel 2023 (ultimi dodici mesi a settembre) sia pari a 148,1
miliardi di euro, di cui 93,1 miliardi di euro di importazioni e 55,0 miliardi di
esportazioni, che rappresenta il 42,7% del commercio estero dell’Italia trasportato per
mare e l’11,9% del commercio estero totale dell’Italia. Nel dettaglio si tratta del 15,2%
delle importazioni totali e dell’8,7% delle esportazioni totali. I paesi maggiormente
interessati per valore dell’intercambio commerciale via nave con Italia sono Cina, India,
Arabia Saudita, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Iraq, Indonesia.
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