(AGENPARL) - Roma, 8 Febbraio 2024(AGENPARL) – gio 08 febbraio 2024 LATITANTI
DI MASSIMA PERICOLOSITÀ E PERICOLOSI
L’attività del gruppo integrato interforze per la ricerca e
l’arresto dei latitanti nel periodo gennaio 2019–dicembre 2023
SOMMARIO
PREFAZIONE …………………………………………………………………………….. 2
INTRODUZIONE…………………………………………………………………………. 5
ABSTRACT ………………………………………………………………………………… 9
G.I.I.R.L. – “Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca Dei Latitanti” … 17
Ricerca latitanti e G.I.I.R.L. ……………………………………………………………………….. 18
Genesi del G.I.I.R.L. ………………………………………………………………………………….. 23
Attività del G.I.I.R.L. ………………………………………………………………………………. 32
Gli elenchi ………………………………………………………………………………………………. 34
Il portale Web …………………………………………………………………………………………. 50
PROGETTO I CAN……………………………………………………………………… 53
Il progetto ………………………………………………………………………………………………. 56
Gli obiettivi …………………………………………………………………………………………….. 58
I risultati ………………………………………………………………………………………………… 60
PROGETTO E.N.F.A.S.T. …………………………………………………………….. 65
Il Progetto ………………………………………………………………………………………………. 66
Le campagne ………………………………………………………………………………………….. 70
“CRIME HAS NO GENDER”………………………………………………………………………… 71
“HOUSE OF CARDS” …………………………………………………………………………………. 76
STATISTICHE, DATI e REPORT …………………………………………………….. 85
LATITANTI DI “MASSIMA PERICOLOSITÀ” …………………………………… 104
PREFAZIONE
Prefazione del
DIRETTORE CENTRALE
Il Gruppo Integrato Interforze per la ricerca dei Latitanti (G.I.I.R.L.),
ufficio a connotazione interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, opera presso il Servizio Analisi Criminale (SAC) della Direzione Centrale della Polizia Criminale con il compito di raccogliere e
analizzare le informazioni fornite dai suoi componenti per predisporre gli elenchi denominati rispettivamente, in base al grado di pericolosità dei soggetti: “Elenco dei latitanti di massima pericolosità
del Programma Speciale di Ricerca” ed “Elenco dei latitanti pericolosi”.
Attualmente, di seguito agli arresti eseguiti, rispettivamente, il 16
gennaio e il 27 aprile 2023 degli esponenti di spicco di cosa nostra
Matteo Messina Denaro e di ‘ndrangheta Pasquale Bonavota, nell’
“Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale
di Ricerca” sono presenti 3 soggetti mentre per quanto riguarda i
latitanti inseriti nell’ “Elenco dei latitanti pericolosi”, allo stato, sono
presenti 56 soggetti.
Tra questi figurano 8 donne, indagate o condannate per reati associativi in materia di criminalità mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e per altri gravi delitti. L’inserimento nel predetto elenco deriva da un apposito monitoraggio effettuato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della
Polizia Criminale, in considerazione del ruolo sempre più rilevante rivestito dalle stesse nell’ambito dei più gravi fenomeni delinquenziali.
La sinergica attività operativa delle Forze di polizia che operano all’interno del G.I.I.R.L. ha consentito di catturare, dal 2019 ad oggi, 7 latitanti inseriti nell’ “Elenco dei latitanti di massima pericolosità del
Programma Speciale di Ricerca” e 48 “latitanti pericolosi”.
Raffaele GRASSI,
Direttore Centrale della Polizia Criminale
Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Introduzione del
Direttore del S.A.C.
INTRODUZIONE
Stefano DELFINI
Direttore del Servizio Analisi Criminale
La Direzione Centrale della Polizia Criminale, articolazione a composizione interforze del
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è impegnata quotidianamente in attività di impulso
e coordinamento degli organismi investigativi nazionali e internazionali, raccogliendo ed
elaborando i dati provenienti dalle varie Forze di polizia e dalla D.I.A. in materia di tutela
della sicurezza pubblica e di lotta alla criminalità, sviluppando specifiche strategie di prevenzione e contrasto alla malavita comune e organizzata.
Il Servizio Analisi Criminale dedica particolare attenzione alle fenomenologie delittuose riconducibili alle consorterie storicamente presenti sul territorio nazionale, camorra, cosa
nostra, criminalità pugliese e ‘ndrangheta, ai nuovi sodalizi criminali, nonché alle manifestazioni delinquenziali più gravi.
Nella lotta al crimine organizzato rivestono un ruolo di primaria importanza il costante monitoraggio e l’azione di impulso alla ricerca dei latitanti condotta sia in Italia, in stretta sinergia con gli organismi territoriali delle singole Forze di polizia e della D.I.A., sia in ambito internazionale, con la collaborazione delle Polizie straniere, attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, altra articolazione della Direzione Centrale della Polizia
Criminale.
Il Servizio Analisi Criminale, con l’elaborato “LATITANTI – Il contributo del G.I.I.R.L. alla lotta
alla criminalità comune e organizzata – L’attività del Gruppo integrato interforze per la ricerca e l’arresto dei latitanti nel periodo gennaio 2019 – dicembre 2023”, realizzato sulla
scorta dei dati tratti dall’attività del G.I.I.R.L. e delle operazioni di arresto eseguite dalle
Forze di polizia, intende fornire un quadro dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, con specifico riferimento alla ricerca e cattura dei latitanti.
Occorre, preliminarmente, chiarire il concetto di latitanza, la cui esatta definizione si rinviene nell’articolo 296 del codice di procedura penale che, al comma 1, definisce il latitante
come colui che “volontariamente si sottrae alla custodia cautelare, agli arresti domiciliari,
al divieto di espatrio, all’obbligo di dimora o a un ordine con cui si dispone la carcerazione”.
La figura del latitante, ricondotta al contesto della criminalità organizzata, assume una particolare rilevanza in quanto, da una parte, è spesso figura di vertice del singolo sodalizio
mafioso, in grado di esercitare una forte influenza nelle zone di origine, dall’altra, il suo
sottrarsi alla cattura gli conferisce “prestigio”, ponendolo come punto di riferimento di
gruppi e contesti sociali che manifestano malcontento e sfiducia nei confronti delle istituzioni.
Il compito di individuazione e selezione dei latitanti di massima pericolosità e pericolosi è
attribuito al Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti (G.I.I.R.L.), incardinato
presso il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale e presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia
Criminale.
É composto, oltre che dai componenti della D.C.P.C., dai rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della
Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e della
Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nonché dell’A.I.S.I. e dell’A.I.S.E..
Riguardo ai componenti del G.I.I.R.L., è necessario evidenziare come Il D.M. del 22 settembre 2023 abbia introdotto un’importante novità: l’integrazione del Gruppo con un rappresentante del Corpo della Polizia Penitenziaria allo scopo di implementare il patrimonio informativo disponibile, arricchendo il quadro degli elementi in base ai quali valutare la rilevanza dei soggetti ricercati, con particolare riferimento a coloro che abbiano in passato
subito periodi di detenzione
L’attività del G.I.I.R.L. si sostanzia nella creazione e aggiornamento continuo di un apposito
programma di ricerca dei latitanti più pericolosi, vagliando e condividendo le informazioni
provenienti dalle singole Forze di polizia.
La puntuale pubblicazione in una sezione dedicata del sito web del Ministero dell’Interno
dei nominativi dei latitanti di massima pericolosità, con relative foto di riconoscimento e
schede di approfondimento, garantisce quell’ “apertura” comunicativa nei confronti
dell’intera popolazione, nell’ottica di una “Sicurezza Partecipata”, in cui risulta evidente la
necessità di una collaborazione reciproca tra collettività e organi investigativi anche nel
settore della ricerca di pericolosi malviventi.
Dall’attività di monitoraggio relativa ai latitanti ricercati e catturati e del titolo del reato per
cui sono ricercati si evince anche l’andamento dei diversi fenomeni criminali.
In merito ai dati esaminati, aggiornati al mese di dicembre 2023, in via del tutto preliminare
deve evidenziarsi il ruolo assunto dalle donne sia all’interno delle singole compagini criminali sia nella commissione di “gravi” reati che hanno indotto il G.I.I.R.L., nell’anno 2021, a
inserire per la prima volta dieci donne nell’elenco dei “latitanti pericolosi”.
Un altro dato rilevante è costituito dall’incremento del numero di latitanti di nazionalità
estera, espressione, sovente, della presenza di organizzazioni criminali composte da cittadini stranieri, della creazione di nuovi sodalizi o del rinsaldarsi di legami preesistenti tra il
crimine organizzato italiano e quello internazionale.
Ulteriore elemento di interesse è costituito dalla drastica riduzione di inserimenti, pressoché scomparsi negli elenchi, di ricercati per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, a dimostrazione di come quest’ultima tipologia di delitto non sia più considerata
redditizia, rispetto ad altre più attuali, da parte delle organizzazioni criminali.
Abstract
ABSTRACT
L’ELABORATO MIRA A FORNIRE UN SINTETICO QUADRO DESCRITTIVO
DELL’ATTIVITÀ SVOLTA DAL GRUPPO INTEGRATO INTERFORZE PER LA
RICERCA DEI LATITANTI (G.I.I.R.L.), NEL PERIODO GENNAIO 2019 – DICEMBRE 2023, E DEI CRITERI DI VALUTAZIONE UTILIZZATI PER LA IMPLEMENTAZIONE DEI DUE ELENCHI DI LATITANTI: ELENCO DEI LATITANTI DI MASSIMA PERICOLOSITÀ ED ELENCO DEI LATITANTI PERICO-
ABSTRACT
LOSI.
01 . GENESI E ATTIVITÀ DEL G.I.I.R.L.
Dopo un’introduzione relativa alla genesi del Gruppo, si è proceduto a
definire nel dettaglio l’attività di gestione dei due elenchi sopracitati, è
stata delineata la differenza tra le due categorie di latitanti e sono stati
elencati il numero di soggetti inseriti suddivisi per matrice criminale e
per grado di pericolosità nel corso degli anni. Il dato emerso ha mostrato come il G.I.I.R.L. da gennaio 2019 a dicembre 2023 abbia inserito
nei suddetti elenchi, complessivamente:
64 soggetti:
6 di massima pericolosità:
3 affiliati alla ‘ndrangheta;
2 alla camorra;
1 all’area definita “gravi delitti”
ovvero soggetti
che, pur non facendo parte di organizzazioni criminali di
spicco, sono ricercati in quanto responsabili di delitti di particolare gravità ed efferatezza, tali da essere percepiti come
soggetti socialmente pericolosi e, pertanto, aventi i requisiti
per l’inserimento negli elenchi dei latitanti definiti dal
G.I.I.R.L..
58 pericolosi:
28 responsabili di “gravi delitti”;
15 appartenenti alla ‘ndrangheta;
10 alla camorra;
4 alla criminalità pugliese;
1 a cosa nostra.
02. ELENCHI DEI LATITANTI
Dopo la descrizione delle caratteristiche degli elenchi e dei criteri che ne
determinano la rispettiva compilazione è stata delineata l’attuale composizione dei medesimi che può essere così descritta:
ELENCO DEI LATITANTI DI MASSIMA PERICOLOSITÀ
Sono, allo stato, presenti 3 soggetti:
1 di camorra:
Renato Cinquegranella;
1 responsabile del reato di “sequestro di persona”:
Attilio Cubeddu;
1: di cosa nostra
Giovanni Motisi.
La sinergica attività operativa delle Forze di polizia che operano all’interno del G.I.I.R.L. ha consentito di catturare, dal 2019 ad oggi, 7 latitanti
inseriti nell’ “Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma
Speciale di Ricerca”: 3 di ‘ndrangheta (Pelle Francesco, Morabito Rocco e
Bonavota Pasquale), 2 di camorra (Di Lauro Marco e Imperiale Raffaele),
1 di cosa nostra (Messina Denaro Matteo) e 1 responsabile di “gravi delitti” (Mesina Graziano).
ELENCO DEI LATITANTI PERICOLOSI
Sono, allo stato, presenti 56 soggetti:
31 responsabili di “gravi delitti”;
14 affiliati alla ‘ndrangheta;
6 alla criminalità pugliese;
2 alla camorra;
2 a cosa nostra;
1 all’area dei sequestri di persona.
03. LATITANTI SUL WEB
SITO WEB INTERNOGOV.IT: Il sito Web del Ministero dell’Interno dedica una apposita sezione ai latitanti di massima pericolosità,
pubblicandone le foto e una descrizione del profilo criminale all’indirizzo web:
ABSTRACT
http://www.interno.gov.it/it/ministero/dipartimenti/dipartimento-pubblica-sicurezza/direzione-centrale-polizia-criminale/direzione-centrale-polizia-criminaleelenco-dei-latitanti-massima-pericolosità
FINALITÀ: La finalità di tale iniziativa è duplice: da un lato, far conoscere i soggetti più pericolosi ricercati dallo Stato,
dall’altro, stimolare lo “spirito di collaborazione”
della collettività con le Forze dell’ordine nello svolgimento dell’attività di ricerca.
SITO WEB EUROPE’S MOST WANTED.EU: sulla piattaforma web dell’ENFAST (European Network of Fugitive Active Search
Team), Rete Europea delle Unità Ricerche Attive Latitanti, sono riportate le schede dei soggetti maggiormente ricercati dagli Stati europei,
con la possibilità per ogni cittadino, anche in forma anonima, di fornire
informazioni utili attraverso il sito:
https://eumostwanted.eu/it/enfast
SEGNALAZIONI ITALIANE: per l’Italia, sono stati inseriti nell’Europe’s
Most Wanted Fugitives due soggetti presenti
nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità: Giovanni Motisi, ambito cosa nostra e Renato Cinquegranella, ambito camorra.
04. PROGETTO I-CAN
L’impegno dello Stato nella ricerca e cattura dei latitanti è testimoniato, anche a livello internazionale, dal progetto I-CAN “Interpol Cooperation against ’ndrangheta”, che ha lo scopo di accrescere la cooperazione tra le Polizie di vari Paesi per concorrere a disarticolare le ramificazioni globali della minaccia criminale costituita dalla ‘ndrangheta.
L’attività operativa svolta dalla Unità I-CAN ha finora consentito di localizzare e trarre in arresto 8 latitanti appartenenti o collegati alla ‘ndrangheta, inseriti negli elenchi di “massima pericolosità” e “pericolosi” del
G.I.I.R.L., d i cui:
? 2 di “massima pericolosità”:
Francesco Pelle;
Rocco Morabito.
? 6 “pericolosi”.
05. ANALISI DEI DATI
Analisi dei dati statistici relativi agli arresti avvenuti nel periodo preso in esame.
SOGGETTI ARRESTATI da gennaio 2019 a dicembre 2023:
? 7 latitanti di massima pericolosità
3 affiliati alla ‘ndrangheta;
2 alla camorra;
1 a cosa nostra;
1 all’area definita “gravi delitti”.
? 48 latitanti pericolosi
20 appartenenti all’area definita “gravi delitti”;
15 alla ‘ndrangheta;
10 alla camorra;
2 a cosa nostra;
1 alla criminalità pugliese.
Il dato significativo è quello relativo al numero degli arresti di latitanti appartenenti alla ’ndrangheta e all’area dei “gravi delitti”, che ammonta, rispettivamente, a 15 per l’organizzazione criminale ‘ndranghetista e a 20 per l’area
dei “gravi delitti”.
LUOGHI DI CATTURA da gennaio 2019 a dicembre 2023:
In relazione alle catture, si è esaminata la territorialità dei luoghi di latitanza,
ovvero le aree nazionali e internazionali dove sono stati rintracciati i latitanti.
ABSTRACT
L’individuazione del territorio nel quale il soggetto trascorre la latitanza è
sicuramente importante, in quanto delinea le zone dove tali soggetti ritengono di potersi sentire maggiormente al sicuro e godere di una efficiente
rete di “coperture”.
Ciò avviene, soprattutto, in alcune aree del sud d’Italia, ove le difficoltà economiche unite alla presenza storica delle consorterie criminali e ad una ricorrente sfiducia nelle istituzioni, portano alla vicinanza e, talvolta, alla collusione con i soggetti in stato di latitanza, la cui influenza locale permane e
anzi si rafforza proprio con la clandestinità.
In ordine alla latitanza vissuta fuori dai confini nazionali, questa può avere
una diversa valenza, ovvero la possibilità di trovare, comunque, un luogo
dove ottenere una valida cintura protettiva e di supporto, o, ancora, divenire una occasione di trasposizione all’estero delle attività illecite svolte sul
territorio nazionale. Quindi, da un lato sottrarsi all’esecuzione di una misura
coercitiva e, dall’altro, proseguire o, anche, dar vita a una nuova attività lecita o illecita per conto dell’organizzazione di appartenenza, divenendone
una propagazione nello Stato estero.
LATITANTI DI MASSIMA PERICOLOSITÀ
4 Arresti in aree territoriali nazionali italiane:
1 arrestato in Campania affiliato alla camorra;
1 arrestato in Sicilia di cosa nostra;
1 arrestato in Liguria di ‘ndrangheta;
1 arrestato in Sardegna dell’area definita “gravi delitti”.
3 Arresti in aree territoriali internazionali:
1 arrestato negli Emirati Arabi Uniti affiliato alla camorra;
1 arrestato in Portogallo della ‘ndrangheta;
1 arrestato in Brasile della ‘ndrangheta.
LATITANTI PERICOLOSI
15 Arresti in aree territoriali nazionali italiane:
6 arrestati in Calabria della ‘ndrangheta;
5 arrestati nel Lazio affiliati alla camorra, alla ‘ndrangheta e
all’area definita “gravi delitti”;
3 arrestati in Campania della camorra;
1 arrestato in Piemonte dell’area definita “gravi delitti”.
33 Arresti in aree territoriali internazionali:
11 arrestati in Spagna affiliati alla camorra, cosa
nostra,
‘ndrangheta, criminalità pugliese e area definita “gravi delitti”;
3 arrestati in Brasile della ‘ndrangheta e dell’area definita
“gravi delitti”;
arrestati negli Emirati Arabi Uniti della camorra e
dell’area definita “gravi delitti”;
2 arrestati in Albania dell’area definita “gravi delitti”;
2 arrestati in Francia della camorra e della ‘ndrangheta;
2 arrestati in Grecia di cosa nostra e della camorra;
1 arrestato in Marocco della camorra;
1 arrestato in Costarica dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Cina popolare dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Belgio dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Venezuela dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Ucraina dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Nigeria dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Tunisia dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Argentina dell’area definita “gravi delitti”;
1 arrestato in Repubblica Dominicana dell’area definita
“gravi delitti”;
1 arrestato in Turchia dell’area definita “gravi delitti”.
Il dato risultante pone in rilievo il numero di soggetti tratti in arresto
nell’area europea e mediterranea, a significare la predilezione per luoghi
non particolarmente lontani dal territorio nazionale e, quindi, facilmente
raggiungibili.
ABSTRACT
Di contro, vi sono alcuni latitanti che privilegiano Paesi oltre oceano, soprattutto del sud America, dove oltre a beneficiare di “protezione”, possono proseguire le loro attività illegali, mantenendo stretti contatti con
l’organizzazione criminale di riferimento.
06. PROFILI CRIMINALI DEI LATITANTI APPARTENENTI
ALL’ELENCO DEI LATITANTI DI “MASSIMA PERICOLOSITÀ DEL PROGRAMMA SPECIALE DI RICERCA” E
DEI LATITANTI “PERICOLOSI”
Da ultimo, sono stati delineati, sommariamente, i profili criminali dei 7 latitanti di massima pericolosità tratti in arresto nel periodo in esame, evidenziando i reati per i quali sono stati sottoposti a misure restrittive della
libertà personale, nonché il riscontro mediatico conseguente alla notizia
della loro cattura.
G.I.I.R.L.
G.I.I.R.L. – “Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca Dei Latitanti”
Ricerca latitanti e G.I.I.R.L.
Ricerca latitanti e
G.I.I.R.L.
Le ragioni di una scelta
LA CATTURA DEI LATITANTI, AL PARI DELLA SCOPERTA DEI
DELITTI, È UN ELEMENTO DI OGGETTIVA EFFICIENZA DEGLI
APPARATI INVESTIGATIVI.
a ricerca e la cattura dei latitanti rappresentano momenti significativi della complessa azione affidata alle Forze di polizia nella lotta contro ogni forma di criminalità.
Infatti, attraverso l’effettiva attuazione dei provvedimenti giudiziari nei confronti di chi vi si sottrae, si producono effetti anche sul
piano della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica contribuendo così alla concreta affermazione dello Stato sul territorio.
Il problema si correla, da un lato, alla doverosa esigenza di assicurare alla giustizia gli individui colpiti da provvedimenti restrittivi
della libertà personale e, dall’altro, per quanto concerne il profilo
della prevenzione, alla necessità di evitare il dispiegarsi degli effetti
deleteri della latitanza.
Le difficoltà che si incontrano nella ricerca dei latitanti sono certamente molteplici.
Tra quelle più significative si evidenziano l’omertà, in determinati
ambienti, e la protezione di favoreggiatori pronti a prestare sostegno ai propri sodali.
Le riunioni del Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei latitanti rappresentano il presupposto
dell’impegno di attivazione in un delicato settore istituzionale che, attraverso la sistematica raccolta di
specifiche informazioni, offre migliori spunti operativi in vista del conseguimento di consistenti risultati
e consente, tra le altre cose, anche un rafforzamento della generale fiducia verso l’operato delle Forze di
polizia.
Il lavoro investigativo è ostacolato dalla
facilità con cui tali soggetti riescono a
spostarsi sul territorio, anche grazie alla
rete di contatti che mantengono con gli
ambienti di origine, ricorrendo all’utilizzo
dei più sofisticati strumenti tecnologici.
Ciò è provato dal fatto che alcuni di essi
sono stati trovati sovente inseriti in circuiti internazionali ovviamente ben disponibili ad accoglierli.
Non è da tralasciare anche la circostanza
che molti di questi pericolosi criminali
possano sottrarsi ad ogni forma di ricerca
assumendo false generalità ed usando
documenti di identità apocrifi.
LA RICERCA DEI LATITANTI
L’APPROCCIO AL PROBLEMA
La ricerca finalizzata alla cattura dei latitanti di spicco rileva su un duplice piano:
dell’eliminazione dalla scena di personaggi talora essenziali per la sopravvivenza e le funzionalità delle rispettive
strutture delinquenziali; del superamento del mito dell’invincibilità del soggetto mafioso, sia all’interno del corpo
sociale che dello stesso tessuto criminale.
La situazione innanzi esposta ed il considerevole numero di soggetti latitanti costituiscono il presupposto per la programmazione e lo sviluppo delle ricerche.
Ciò senza considerare gli ulteriori esiti
connessi all’adozione della scelta collaborativa da parte di alcuni ex latitanti, talora già nell’immediatezza dell’arresto.
L’impegno economico sostenuto dalla
malavita organizzata per non privarsi dei
soggetti nodali, conferma la necessità per
le Forze di polizia di realizzare un approccio metodologico al problema, attraverso
l’istituzione di strutture investigative specializzate nella ricerca dei latitanti, la definizione di specifici programmi integrati interforze di ricerca, in ragione dello spessore criminale del soggetto e il ricorso ai
canali e agli strumenti offerti dalla cooperazione internazionale.
LA SCELTA DEL G.I.I.R.L.
COMPITI DEL G.I.I.R.L.
L’istituzione del Gruppo integrato Interforze per la ricerca dei latitanti è stata una
scelta elaborata nell’intento di potenziare
ulteriormente gli strumenti a disposizione
delle Forze di polizia nell’attività di ricerca
dei latitanti.
Il Gruppo Interforze realizza con la sua attività un importante strumento di analisi
del patrimonio informativo relativo ai latitanti più pericolosi, nonché di elaborazione di coordinate linee strategiche nella
ricerca e cattura dei latitanti.
Sede della Direzione Centrale della Polizia Criminale
In attuazione di quanto sopra si è deciso,
pertanto, di far convogliare tutte le informazioni sui ricercati, presso il Gruppo Integrato Interforze, allo scopo di elaborare
un’approfondita analisi delle stesse e di offrire un valido supporto agli organismi investigativi per lo sviluppo di mirate indagini.
La predisposizione e sistemazione negli
appositi elenchi delle schede informative
elaborate su ciascun soggetto inserito nei
progetti di ricerca, permette la rapida consultazione a tutte le strutture impegnate
nello specifico settore.
ATTUALITÀ E CIRCOLARITÀ
DELLE INFORMAZIONI
Il Gruppo integrato Interforze per la ricerca dei latitanti provvede a riunirsi tempestivamente al fine di apportare gli aggiornamenti ogni qualvolta vi sia la necessità di valutare nuovi profili di ricercati; di
arresto o di decesso dei catturandi oppure in caso di variazione o di annullamento dei provvedimenti a suo tempo
emessi dalla competente Autorità Giudiziaria.
I componenti del Gruppo, inoltre, per assicurare la realizzazione del progetto, procedono all’attivazione di un costante dialogo con le rispettive strutture periferiche,
favorendo il potenziamento della circolazione, in tempi utili, di ogni notizia di interesse, nel rispetto dell’univocità dei singoli
interventi.
Genesi
del G.I.I.R.L.
“Gruppo integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti”
Genesi de l G.I.I.R.L.
l progetto di raccogliere
e analizzare il patrimonio
informativo sui ricercati
ritenuti più pericolosi per
la sicurezza dello Stato, da
mettere a disposizione
delle strutture investigative
per agevolarne la cattura,
fu definito, nell’agosto
1989, dal Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e di Sicurezza (CESIS).
Il 19 marzo 1990, fu, quindi, costituito,
presso
l’Ufficio
dell’Alto Commissario per il
coordinamento della lotta
contro la delinquenza mafiosa
un Gruppo Integrato Interforze, cui venne affidato il
compito di selezionare i menzionati latitanti e di assicurare
un costante e sistematico
scambio di informazioni sui
soggetti di maggiore pericolosità.
Il Gruppo individuò i nominativi di 20 soggetti ricercati di
elevato spessore criminale.
A seguito dell’entrata in vigore
della legge 356/92 e della conseguente cessazione dell’attività dell’Ufficio dell’Alto Commissario, avvenuta il 31 dicembre 1992, il Gruppo di lavoro
proseguì la propria attività
presso la Direzione Centrale
della Polizia Criminale, presieduto dal Vice Direttore Generale della P.S.- Direttore Centrale della Polizia Criminale.
Il Consiglio Generale per la
lotta alla criminalità organizzata, organismo istituito
presso il Ministero dell’Interno
e presieduto dal Ministro, approvò, nel dicembre 1992, la
proposta del Capo della Polizia
– Direttore Generale della P.S.,
su conforme avviso dei Comandanti Generali dell’Arma
dei Carabinieri e della Guardia
di Finanza, di ampliare a 30 il
numero dei latitanti inseriti
nello speciale programma di ricerca.
CESIS
Comitato Esecutivo per i Servizi
di Informazione e Sicurezza.
Istituito con l. 801/1977 per svolgere attività di coordinamento
delle attività di SISMI e SISDE.
Il comitato aveva il compito di
coordinare i due servizi. Era posto sotto le dirette dipendenze
della Presidenza del Consiglio dei
ministri.
Rimasto in vigore sino alla riforma intervenuta con la legge
124/2007 che ha istituito il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica
Alto Commissariato per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa
Istituito col decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, recante Misure urgenti per il coordinamento
della lotta contro la delinquenza
mafiosa, poi convertito nella legge
726 del 12 ottobre 1982 per garantire un più efficace contrasto alla
mafia.
Vigente sino al 31 dicembre 1992
Genesi
del G.I.I.R.L.
“Gruppo integrato Interforze per
la Ricerca Dei Latitanti”
Contemporaneamente, con circolari del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, fu disposto che il Servizio
Contrasto Grande Criminalità della
Direzione Centrale della Polizia Criminale curasse la redazione di due
opuscoli relativi ai latitanti ricercati
per fatti di criminalità organizzata,
per sequestro di persona a scopo
di estorsione e per altri gravi delitti
(comprendenti l’elenco dei 30 e
un elenco di altri 500 latitanti pericolosi).
Il Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti viene costituito formalmente con Decreto Ministeriale del 26
maggio 1994 con la seguente composizione.
? Presieduto dal Vice Direttore Generale
della P.S.;
? Composto da rappresentanti dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri
e della Guardia di Finanza, della Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga,
della Direzione Centrale della Polizia Criminale nonché dell’allora S.I.S.DE. e
S.I.S.M.I..
Alla Direzione Centrale della Polizia Criminale è stata attribuita la funzione di
Segreteria delle attività.
2007
Nel 2007, è stato concordato, con l’approvazione del Capo della Polizia- Direttore Generale
della Pubblica Sicurezza, di redigere, oltre all’elenco dei 30 latitanti di massima pericolosità,
un elenco di 100 latitanti più pericolosi in sostituzione del precedente di 500, al fine di conferire al sistema una maggiore flessibilità, abolendo la pubblicazione scritta dei citati opuscoli e prevedendo l’inserimento dell’elenco dei latitanti di massima pericolosità sul sito
web del Ministero dell’Interno, al fine di incentivare lo spirito di collaborazione della collettività con le Forze di polizia nell’attività di ricerca.
La denominazione delle due categorie di pericolosità è stata modificata, su input del Ministro dell’Interno pro tempore, nel novembre 2010, che ha disposto l’eliminazione di qualsiasi
riferimento numerico ai “30” e ai “100”.
Attualmente, il G.I.I.R.L. ha il compito di raccogliere e analizzare le informazioni fornite dai
suoi componenti istituzionali per stilare, a seguito di un esame condiviso, gli elenchi denominati rispettivamente, a seconda del grado di pericolosità dei soggetti che ne facciano
parte, “Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca” ed
“Elenco dei latitanti pericolosi”.
Elenchi dei latitanti
Come sono cambiate le denominazioni nel tempo
Aggiornamento: dicembre 2023
fino al
Elenco dei
30 e dei 500
Elenco dei
30 e dei 100
Elenco dei
latitanti di massima pericolosità del
programma speciale di ricerca e
dei latitanti pericolosi
D.M. 27 febbraio
Nel 2020 è stata avvertita l’esigenza di provvedere ad una rimodulazione complessiva del G.I.I.R.L., dando un nuovo impulso all’attività del Gruppo anche con una implementazione
dei suoi componenti, al fine di consentire una più efficace condivisione del patrimonio informativo.
PRESIDENTE
del G.I.I.R.L.
Attuale composizione
Tale nuova configurazione è avvenuta mediante l’emanazione
del D.M. del 27 febbraio 2020, con il quale si è provveduto alla
riorganizzazione dell’attività, allo snellimento delle procedure
e all’ampliamento della composizione, prevedendo la partecipazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, allo scopo
di arricchire gli elementi di analisi, in base ai quali poter valutare
il profilo criminale dei soggetti ricercati e agevolare un costante e sistematico scambio di informazioni soprattutto sui
latitanti sospettati di operare nel territorio di altri Paesi.
COMPONENTI
SEGRETERIA
Vice Direttore Generale della P.S. Direttore Centrale della Polizia Criminale
Rappresentanti della D.C.P.C., dei Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri
e della Guardia di Finanza, della Polizia
Penitenziaria della Direzione Investigativa Antimafia, della Direzione Centrale
per i Servizi Antidroga e della Direzione
Centrale Anticrimine della Polizia di
Stato, nonché dell’A.I.S.I. e dell’A.I.S.E.
Servizio Analisi Criminale della D.C.P.C.
con compito di impulso delle attività e di
segreteria
D.M. 28 marzo
Con il D.M. del 28 marzo 2022 sono stati ulteriormente specificati i compiti del Gruppo Integrato
Interforze per la Ricerca dei Latitanti più Pericolosi per la sicurezza dello Stato e si è provveduto al
rinnovo dei componenti dello stesso.
La centralità del problema della cattura di latitanti, soprattutto di più elevato spessore criminale,
ai fini generali di sicurezza pubblica per la disarticolazione delle organizzazioni mafiose, emerge
dalle indagini di recente concluse, dalle altre ancora in corso e dai tanti fatti di cronaca riportati
dalla stampa nazionale ed estera, che hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Il tema ha formato oggetto di esame da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che, con
numerose circolari, ha attirato l’attenzione delle strutture investigative sulla necessità di svolgere
una mirata e coordinata attività di ricerca.
D.M. 22 settembre
Riguardo ai componenti del G.I.I.R.L., occorre evidenziare come Il D.M. del 22 settembre 2023 abbia introdotto un’importante novità: l’integrazione del Gruppo con un rappresentante del Corpo
della Polizia Penitenziaria allo scopo di implementare il patrimonio informativo disponibile, arricchendo il quadro degli elementi in base ai quali valutare la rilevanza dei soggetti ricercati, con particolare riferimento a coloro che abbiano in passato subito periodi di detenzione.
D.C.P.C.
La Polizia Penitenziaria
nel G.I.I.R.L.
la Ricerca Dei Latitanti”
L’inserimento della Polizia Penitenziaria nel Gruppo
Integrato Interforze per la ricerca dei Latitanti più
pericolosi (G.I.I.R.L.), è stato realizzato con il D.M.
22 settembre 2023 e consente:
ANALISI COMPORTAMENTALE
CIRCOLARITA’ INFORMATIVA
PATRIMONIO INFORMATIVO
Osservazione del comportamento tenuto dal soggetto durante la detenzione, dal quale si desumono abitudini, stile di
vita, nonché i contatti allacciati con il mondo esterno al carcere sia in ambito familiare che con terze persone.
Costante e sistematico scambio di informazioni sui latitanti,
condiviso con le competenti strutture investigative, per agevolarne la cattura, realizzando una delle principali finalità per
cui è stata prevista la costituzione del Gruppo, ovvero l’elaborazione di coordinate linee strategiche, di natura operativa, per gli organismi investigativi periferici delle Forze di polizia impegnati nella ricerca dei catturandi.i
Implementazione del patrimonio informativo per la raccolta
ed analisi dei dati relativi ai latitanti di maggiore spessore criminale, con particolare riguardo alle informazioni ostensibili
provenienti dall’Amministrazione penitenziaria riferite a coloro che abbiano già subito pregressi periodi di detenzione.
Attività
del G.I.I.R.L.
“Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti”
Attività del G.I.I.R.L.
CIRCOLARITÀ INFORMAZIONI
Il G.I.I.R.L. riveste una particolare
rilevanza strategica nella lotta
dello Stato contro gli elementi di
spicco delle organizzazioni criminali ed è indubbio che la “circolarità delle informazioni”, in questa
come in altre attività di contrasto
alla criminalità, sia indispensabile
per non disperdere gli elementi di
conoscenza, ma porli a fattor comune.
MONITORAGGIO
Il G.I.I.R.L. segue costantemente l’evolversi delle attività
criminali delle organizzazioni
ovvero di soggetti che assurgono, per la tipologia dei reati
commessi, ad un ruolo di interesse nell’ambito della ricerca
dei latitanti. Tale costante attività permette al Gruppo di individuare rapidamente “nuovi”
soggetti, colpiti da provvedimenti di cattura, che per il loro
profilo criminale possono essere inseriti negli elenchi de quibus.
IMPULSO INVESTIGATIVO
Il G.I.I.R.L. svolge un importante ruolo di impulso nell’attività di ricerca dei latitanti da
parte degli organi di polizia e
della D.I.A., ruolo che negli ultimi anni si è accresciuto con
l’acquisizione di elementi conoscitivi che hanno permesso l’individuazione di ulteriori soggetti, aventi caratteristiche criminali tali da essere inseriti negli
elenchi dei latitanti di “massima
pericolosità” e “pericolosi”.
CONDIVISIONE
Nell’ambito del G.I.I.R.L., l’individuazione dei soggetti da inserire nei due elenchi di cui sopra deve essere unanimemente condivisa e verificata da
tutte le componenti del
Gruppo.
UTILE INDICATORE
La “scelta” dei soggetti latitanti diviene anche un indicatore utile per delineare l’evoluzione dell’attività di ricerca e
arresto e, indirettamente, per
mostrare l’influenza di una particolare organizzazione criminale.
Gli ele nchi
Elenchi dei latitanti
più pericolosi
ccorre evidenziare come per i due elenchi in esame, benché i criteri di pericolosità presi in considerazione siano i medesimi, sia
individuabile una essenziale distinzione tra di essi. Infatti, mentre i latitanti inseriti nell’elenco dei “pericolosi” debbono soddisfare i criteri stabiliti dal G.I.I.R.L., per quanto riguarda i latitanti di massima pericolosità, devono rispondere, oltre ai suddetti requisiti, anche a una condizione di “pericolosità assoluta”, percepita come tale anche dall’opinione
pubblica.
Si tratta di soggetti che, nella maggior parte dei casi, rivestono un ruolo
di vertice nell’ambito di una organizzazione criminale, con responsabilità
dirette nella realizzazione di gravi reati anche se commessi da parte di
affiliati. Sono figure criminali di particolare spessore, che con la latitanza
accrescono il loro “prestigio” nell’ambito dell’organizzazione e nel territorio di origine.
Criteri degli elenchi
CRITERI DI SCELTA ADOTTATI DAL G.I.I.R.L.
Gli elenchi vengono aggiornati secondo
oggettive valutazioni concernenti lo spessore criminale dei soggetti, che tengono in
considerazione specifici criteri di pericolosità quali il perdurare dello stato di latitanza, la gravità dei reati commessi, l’appartenenza ad un sodalizio di particolare
rilevanza criminale, la commissione di efferati delitti anche senza appartenere ad alcuna organizzazione criminale.
L’inserimento nell’elenco dei latitanti di
massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca determina un particolare
impegno da parte delle Forze di polizia in
termini di risorse umane e tecnico-strumentali nella ricerca dei soggetti inseriti.
Focus on
G.I.I.R.L.
I DATI DELL’ATTIVITÀ DEL G.I.I.R.L.
RILEVATI DA GENNAIO 2019 A DICEMBRE 2023
Le riunioni del G.I.I.R.L., che si tengono presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, rappresentano il
“modulo organizzativo” diretto a favorire il confronto e
la contestualità delle decisioni dell’assemblea interforze
sul patrimonio informativo relativo ai latitanti più pericolosi per la sicurezza dello Stato, per elaborare strategie
coordinate nella ricerca dei catturandi, assicurando altresì un costante scambio di informazioni sugli stessi.
Tra gli obiettivi fissati, rientra quello del contrasto al crimine organizzato mediante l’individuazione delle organizzazioni criminali di tipo mafioso anche attraverso
l’implementazione della banca dati per la ricerca e cattura dei latitanti, che costituisce, pertanto, un patrimonio informativo in chiave strategica indispensabile per
l’azione di impulso, prevenzione e contrasto alla criminalità comune e organizzata.
Nel corso del periodo oggetto della presente trattazione, presso la sede della Direzione Centrale della Polizia Criminale, sono
state avviate 10 riunioni tra i rappresentanti
dei Comandi, delle Direzioni e dei Servizi che
partecipano allo sviluppo del progetto in cui
sono stati concordati, a seguito di opportuni approfondimenti, gli inserimenti di 64
soggetti negli elenchi dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di
ricerca e dei latitanti pericolosi.
Lo studio che segue riporta l’analisi dei dati relativi agli esiti delle riunioni del G.I.I.R.L. avvenute nel periodo ricompreso tra il gennaio
2019 e dicembre 2023, con particolare riferimento al numero dei latitanti inseriti nei due elenchi, con la
distinzione della matrice criminale
e del grado di pericolosità.
Il primo dato che emerge è quello
relativo al numero totale di latitanti proposti e inseriti nell’elenco
dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca e nell’elenco dei latitanti pericolosi, pari a 64 soggetti.
Latitanti di massima pericolosità
Da gennaio 2019 a dicembre 2023 sono stati inseriti nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità 6 soggetti, di cui 3 appartenenti alla
‘ndrangheta, 2 alla camorra e 1 all’area definita
“gravi delitti” ovvero soggetti che, pur non facendo parte di organizzazioni criminali di
spicco, sono ricercati in quanto responsabili di
delitti di particolare gravità ed efferatezza, tali
da essere percepiti come soggetti socialmente
pericolosi e, pertanto, aventi i requisiti per l’inserimento negli elenchi dei ricercati definiti dal
G.I.I.R.L..
affiliati alla ‘ndrangheta;
alla camorra;
all’area definita “gravi delitti”.
Latitanti pericolosi
responsabili di “gravi delitti”;
affiliati alla ‘ndrangheta;
alla camorra;
Per quanto riguarda i “latitanti pericolosi”, si
rileva come il G.I.I.R.L. abbia proceduto a integrare e aggiornare il relativo elenco ogni
anno, senza soluzione di continuità, inserendo 58 nuovi soggetti di cui 28 responsabili
di “gravi delitti”, 15 affiliati alla ‘ndrangheta,
10 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese e 1
a cosa nostra.
alla criminalità pugliese;
a cosa nostra.
I numeri delle
Febbraio
Luglio
Gennaio
Inserimenti
Inserimenti
di latitanti
di latitanti
TUTTI
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
2 affiliati alla
camorra;
2 alla ‘ndrangheta;
nell’elenco dei
“latitanti di massima
pericolosità”
Inserimenti
Inserimenti
di latitanti
di latitanti
nell’elenco dei
“latitanti di massima
pericolosità”
nell’elenco dei
“latitanti di massima
pericolosità”
PELLE
MORABITO
Rocco affiliato alla Francesco
‘ndrangheta;
Gennaio
affiliato alla
‘ndrangheta.
IMPERIALE
Raffaele affiliato
alla camorra;
1 all’area definita
“gravi delitti”.
MESINA Graziano
CINQUEGRANELLA
Renato affiliato
alla camorra.
area “gravi delitti”.
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
2 affiliati
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
3 all’area definita
“gravi delitti”;
2 alla ‘ndrangheta;
1 alla camorra.
‘ndrangheta
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
13 all’area definita
“gravi delitti”;
6 alla ‘ndrangheta;
1 alla camorra;
1 alla criminalità
pugliese.
riunioni del G.I.I.R.L.
Novembre Novembre
Inserimenti
di latitanti
nell’elenco dei
“latitanti di massima
pericolosità”
BONAVOTA
Pasquale affiliato
alla ‘ndrangheta;
Dicembre
Marzo -Giugno
Inserimenti
Inserimenti
di latitanti
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
3 affiliati alla
camorra;
2 all’area definita
“gravi delitti”;
1 a cosa nostra.
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
di latitanti
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
1 affiliato alla
camorra;
1 alla criminalità
pugliese.
Inserimenti
di latitanti
nell’elenco dei
“latitanti pericolosi”
2 affiliati alla
criminalità
pugliese;
1 alla
‘ndrangheta;
1 alla camorra;
1 all’area definita
“gravi delitti”.
8 all’area definita
“gravi delitti”;
2 alla ‘ndrangheta;
1 alla camorra.
gli elenchi
in numeri
ELENCHI DEI LATITANTI
DI “MASSIMA PERICOLOSITÀ” E
DEI “LATITANTI PERICOLOSI”
Attualmente, nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità del Programma Speciale di
Ricerca” sono presenti 3 soggetti, di cui 1 legato a cosa nostra (Giovanni Motisi), 1 alla camorra (Renato Cinquegranella) e 1 responsabile del reato di “sequestro di persona” (Attilio
Cubeddu), le cui schede descrittive vengono riportate nelle pagine seguenti.
A questo numero si è giunti a seguito dei recenti arresti dei latitanti di “massima pericolosità”: Matteo Messina Denaro, Pasquale Bonavota, Francesco Pelle e Rocco Morabito, esponenti di spicco, rispettivamente di cosa nostra
e della ‘ndrangheta.
L’elenco dei latitanti “pericolosi” ricomprende, allo stato, 56 soggetti, di cui 14 affiliati
alla ‘ndrangheta, 6 alla criminalità pugliese, 2
alla camorra, 2 a cosa nostra, 1 responsabile di
“sequestri di persona” e 31 di gravi delitti.
le schede
dei latitanti ricercati
SCHEDE SINTETICHE DESCRITTIVE
DEI PROFILI CRIMINALI DEI LATITANTI APPARTENENTI ALL’ELENCO
DEI “LATITANTI DI MASSIMA PERICOLOSITÀ DEL PROGRAMMA SPECIALE DI RICERCA”
CINQUEGRANELLA Renato
CUBEDDU Attilio
MOTISI Giovanni
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE POLIZIA CRIMINALE
GRUPPO INTEGRATO INTERFORZE PER LA RICERCA DEI LATITANTI PIU’ PERICOLOSI
SCHEDA ANAGRAFICA
Cognome CINQUEGRANELLA Nome Renato
Nato il 15/05/1949
a Napoli (Na)
Riassunto dei pregiudizi noti: Il soggetto è ricercato dal 6/10/2002 per associazione per
delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro; il 07/12/2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per
arresto ai fini estradizionali.
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE POLIZIA CRIMINALE
GRUPPO INTEGRATO INTERFORZE PER LA RICERCA DEI LATITANTI PIU’ PERICOLOSI
SCHEDA ANAGRAFICA
Cognome CUBEDDU
Nome Attilio
Nato il 02/03/1947
a Arzana (Nu)
Riassunto dei pregiudizi noti: Il soggetto è ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro,
al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (NU), ove era ristretto, per “sequestro di persona”, omicidio e
diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE POLIZIA CRIMINALE
GRUPPO INTEGRATO INTERFORZE PER LA RICERCA DEI LATITANTI PIU’ PERICOLOSI
SCHEDA ANAGRAFICA
Cognome MOTISI
Nome Giovanni
Nato il 01/01/1959
a Palermo (Pa)
Riassunto dei pregiudizi noti: Il soggetto è ricercato dal 1998 per omicidio, dal 2001 per
associazione di tipo mafioso ed altro, dal
2002 per strage ed altro; deve scontare la
diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Il portale Web
IL PORTALE WEB
DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA
CRIMINALE – ELENCO DEI LATITANTI DI
MASSIMA PERICOLOSITÀ
Le finalità del
progetto
LA PUNTUALE PUBBLICAZIONE
DEI NOMINATIVI DEI LATITANTI
DI MASSIMA PERICOLOSITÀ,
CON RELATIVE FOTO DI RICONOSCIMENTO E SCHEDE DI APPROFONDIMENTO, HA UNA DUPLICE FINALITÀ, DA UN LATO
PERMETTE DI FAR CONOSCERE I
SOGGETTI DI PARTICOLARE CARATURA CRIMINALE RICERCATI
DALLO STATO E DALL’ALTRO
GARANTISCE
QUELL’“APERTURA” COMUNICATIVA NEI
CONFRONTI DELL’INTERA POPOLAZIONE, NELL’OTTICA DI
UNA “SICUREZZA PARTECIPATA” PERMETTENDO DI INTERESSARE L’OPINIONE PUBBLICA ALLE ATTIVITÀ DI RICERCA DI TALI SOGGETTI, ESORTANDO LA COLLETTIVITÀ ANCHE AD UNA COLLABORAZIONE
CON LE ISTITUZIONI PER ADDIVENIRE AL RINTRACCIO DEI
FUGGITIVI.
Sul portale del Ministero dell’Interno è stata riservata un’apposita area dedicata ai soggetti
appartenenti all’elenco dei latitanti di “massima pericolosità del Programma Speciale di ricerca” ovvero dei soggetti più pericolosi da ricercare perché colpiti da provvedimenti
dell’Autorità Giudiziaria per delitti riconducibili
ad organizzazioni criminose di tipo mafioso, siciliane, calabresi e campane e per aver concorso nella commissione di reati di particolare
rilievo.
Tale area mira ad offrire una situazione completa dei ricercati, alla cattura dei quali si attribuisce la massima importanza, in considerazione delle dimensioni assunte dal crimine organizzato e della probabile partecipazione dei
latitanti ad altre azioni delittuose.
Interno.gov.it
L’elenco dei latitanti di “massima pericolosità” è pubblicato sul sito del
Ministero dell’Interno.
Schede di
approfondimento
La scheda nel
dettaglio
All’interno dell’apposita sezione del sito del Ministero dell’Interno dedicata all’elenco dei latitanti di
“massima pericolosità” possono essere consultati o
scaricati files Pdf che contengono schede addizionali
rispetto a quelli che si trovano nella schermata generale, contenenti materiali di approfondimento, dossier e sintesi ragionate, elaborate dal Servizio Analisi
Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza
sulla base delle indicazioni risultanti dalle riunioni del
G.I.I.R.L..
La scheda di approfondimento
presente all’interno del portale
Web del sito del Ministero
dell’Interno contiene, oltre alla
foto più recente di ciascun latitante, una sintetica scheda con
i dati anagrafici del soggetto da
ricercare con la descrizione dei
provvedimenti restrittivi per i
quali risultano attivate le ricerche, nonché altre notizie ritenute di interesse.
Esempio di scheda
INTERNO.GOV.IT
di approfondimento
http://www.interno.gov.it/it/ministero/dipartimenti/dipartimento-pubblica-sicurezza/direzione-centrale-polizia-criminale/direzione-centrale-polizia-criminale-elenco-dei-latitanti-massima-pericolosita
SEGNALETICA
Ritratto fotografico a mezzo busto di una persona, di fronte e di
profilo, generalmente scattato
dopo l’arresto e prima dell’inserimento nel sistema giudiziario.
SCHEDA
ANAGRAFICA
Modulo sintetico contenente i
dati descrittivi della persona identificata (cognome, nome, luogo e
data di nascita e le motivazioni
della ricerca).
Progetto
I CAN
PROGETTO I CAN
INTERPOL
COOPERATION
AGAINST
‘NDRANGHETA
Li cattureremo tutti,
è solo questione di tempo…
Vittorio Rizzi,
Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
con funzioni vicarie
Il progetto
Il progetto
“I CAN” è un progetto nato nel giugno 2020, frutto dell’accordo tra il
Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e il Segretariato Generale dell’Organizzazione Internazionale della Polizia
Criminale – Interpol (organizzazione per la cooperazione internazionale di polizia cui aderiscono 194 Paesi del mondo), con lo scopo di
accrescere la cooperazione tra le Polizie di vari Paesi nel contrasto alla
criminalità mafiosa e concorrere, nello specifico, a disarticolare le ramificazioni globali della minaccia criminale costituita dalla ‘ndrangheta.
Per tale motivo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza si è fatto promotore e finanziatore di tale ambizioso progetto, che vede la partecipazione di altri undici Paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti d’America,
Uruguay), individuati per contrastare un fenomeno mafioso in espansione attraverso un approccio globale volto alla prevenzione e al contrasto del crimine, tramite lo scambio di competenze specialistiche, intelligence e migliori prassi.
L’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale la cui
componente di livello strategico coinvolge
i vertici delle Forze di polizia, della Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, con il
supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
La componente operativa, a composizione interforze, è in grado di comunicare
su tutti i canali di cooperazione internazionale di polizia (Interpol, Europol e
S.I.Re.N.E.), di avere accesso a tutte le
banche dati di polizia nazionali e internazionali e di dialogare direttamente con gli
uffici centrali delle Forze di polizia dedicati
alla lotta contro la criminalità organizzata
e con le Unità nazionali I-CAN dei Paesi
aderenti al progetto.
Gli obiettivi
Gli obiettivi
La ‘ndrangheta è oggi l’associazione criminale più estesa, ramificata e potente al
mondo.
È un’organizzazione di tipo mafioso unitaria, familistica e verticistica, con forte vocazione transnazionale in grado, per la rete
di collegamenti che la caratterizza, di condizionare il mondo economico e istituzionale.
Il progetto si propone di aumentare la consapevolezza dei pericoli, la conoscenza
obiettivi
della ‘ndrangheta e del suo modus operandi con l’obiettivo di agevolare l’identificazione di capitali illeciti, nonché la localizzazione e l’arresto di pericolosi latitanti.
A tale scopo, sono state costituite in tutti i
Paesi partner delle strutture investigative
dedicate alla lotta alla ’ndrangheta.
Il tutto sotto la regia di Interpol, che rappresenta l’ombrello multilaterale nel quale
realizzare la cooperazione.
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO
Network (I-CAN)
Realizzare un network (I-CAN) per
un dialogo sostanziale e concretamente operativo nella lotta alla
‘ndrangheta
Conoscenza
Accrescere la conoscenza del fenomeno criminale spesso sconosciuto a livello internazionale
Circolarità
Rafforzare lo scambio informativo
multilaterale anche attraverso l’utilizzo dei più evoluti strumenti di
analisi
Coordinamento
Organizzare e coordinare operazioni internazionali volte a localizzare e arrestare nel mondo i suoi
pericolosi latitanti
Azione
Individuare, sequestrare e confiscare gli asset finanziari ed economici riconducibili alla ‘ndrangheta
Programmazione
Identificare nuove tendenze di infiltrazione nell’economia legale
I risultati
I risultati
L’attività operativa ha consentito di localizzare
e trarre in arresto, dall’anno di avvio del progetto (2020), attraverso l’attivazione del canale
di cooperazione internazionale I-CAN, 8 latitanti
di ‘ndrangheta inseriti negli elenchi di “massima
pericolosità” e “pericolosi” del G.I.I.R.L..
Nello specifico, le operazioni hanno coinvolto 4
nazioni, con 4 arresti in Spagna, 2 in Brasile, 1 in
Portogallo e 1 in Francia.
NAZIONI COINVOLTE
Latitanti Arrestati
SPAGNA
ROMEO Giuseppe
PAVIGLIANITI Domenico
RASO Vittorio
PALAMARA Mario
BRASILE
PASQUINO Vincenzo
MORABITO Rocco
PORTOGALLO
PELLE Francesco
FRANCIA
GRECO Edgardo
LE SCHEDE
degli arrestati
Tra i latitanti di ‘ndrangheta inseriti negli elenchi di “massima pericolosità” e “pericolosi” del G.I.I.R.L., rintracciati e catturati attraverso l’attivazione del canale di cooperazione internazionale ICAN, spiccano i nomi di:
, destinatario del Mandato di Arresto Europeo, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi”, rintracciato e tratto in
arresto in Spagna l’11 marzo 2021, estradato in Italia il 14 maggio
2021;
, destinatario del Mandato di Arresto Europeo, inserito nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità del programma speciale di ricerca”, rintracciato e tratto in arresto in Portogallo il 29 marzo 2021, estradato in Italia il 24 settembre 2021;
, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi”,
rintracciato e tratto in arresto in Brasile il 24 maggio 2021;
, inserito nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità del programma speciale di ricerca”, rintracciato e tratto
in arresto in Brasile il 24 maggio 2021, estradato in Italia il 6 luglio
2022;
, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi” rintracciato e tratto in arresto in Spagna il 3 agosto 2021,
estradato in Italia il 1 ottobre 2021;
, destinatario del Mandato di Arresto Europeo, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi”, rintracciato e tratto in arresto in Spagna il 22 giugno 2022, estradato in Italia l’11 agosto
2022;
, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi” rintracciato e tratto in arresto in Spagna l’11 ottobre 2022, estradato
in Italia il 28 novembre 2022;
, inserito nell’elenco dei latitanti “pericolosi” rintracciato e tratto in arresto in Francia il 2 febbraio 2023.
PROJECT
Timeline
Latitanti di “massima pericolosità del programma speciale di ricerca”
Latitanti “pericolosi “
of Fugitives Active Search Teams
Progetto
E.N.F.A.S.T.
PROGETTO E.N.F.A.S.T.
E.N.F.A.S.T.
EUROPEAN NETWORK OF FUGITIVES
ACTIVE SEARCH TEAMS
Il Progetto
Il progetto
L’Italia, attraverso la Divisione S.I.Re.N.E. (Supplementary Information Request at the National Entries) del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia, partecipa alla campagna di Europol volta alla cattura di latitanti di rilievo, in collaborazione con
la rete europea E.N.F.A.S.T. – European Network of Fugitives Active Search Teams.
Il progetto è finalizzato ad agevolare e velocizzare lo
scambio di informazioni di polizia, costituisce una
rete internazionale, (FAST), composta da singoli
uffici di polizia, dedicata alla ricerca e alla cattura
dei latitanti pericolosi autori di gravi reati.
Attualmente vi aderiscono 37 Paesi dell’area
europea ed extra europea.
Il Network è composto da team nazionali, alcuni dei quali anche con funzioni
di ricerca attiva, ed è stato sviluppato
a seguito dell’adozione della Risoluzione
15382/10
Consiglio
dell’Unione Europea, che, su proposta
dell’allora Presidenza UE del Belgio, invitava gli Stati dell’Unione e quelli associati a istituire una squadra di ricerca
dei latitanti.
Il sito Web “EU Most Wanted”
tutti i team “FAST” nazionali degli Stati
aderenti, la facoltà di pubblicare il profilo di due latitanti, ritenuti di maggiore
caratura criminale, consentendo ai cittadini di prendere visione ed eventualmente fornire informazioni utili al rintraccio, direttamente ed esclusivamente, all’unità “FAST” responsabile.
Nel corso dell’anno 2015, l’Assemblea
Generale ha votato favorevolmente
per la costituzione di un sito web
(https://eumostwanted.eu), gestito
da Europol, che gli ha dedicato una sezione dell’European Platform for Expert (la piattaforma operativa di Europol).
Nel corso della conferenza E.N.F.A.S.T.
del maggio 2019, la Presidenza croata,
in collaborazione con EUROPOL, ha rinnovato la volontà di promuovere il sito
“EU Most Wanted”, nel quale sono
stati inseriti i due latitanti ritenuti più importanti per ciascun Paese.
Attualmente sul sito sono inseriti 62 latitanti, tra i quali 3
donne. Per l’Italia nell’Europe’s Most Wanted Fugitives, sono
stati inseriti due soggetti, appartenenti a cosa nostra, presenti nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità” del
G.I.I.R.L., Renato Cinquegranella che ha sostituto sul sito
EUMW, Matteo Messina Denaro, dopo il suo arresto e Giovanni Motisi.
62 inserimenti
LATITANTI inseriti dall’Italia
Le campagne
“CRIME HAS NO GENDER”
EUROPOL, da cinque anni, quale agenzia di supporto alla rete E.N.F.A.S.T., pianifica annualmente campagne mediatiche legate al sito EU Most Wanted.
“CRIME HAS NO GENDER”
Emblematica del particolare rilievo attribuito al sito, è la campagna avviata nell’ottobre del
2019 “CRIME HAS NO GENDER”, che ha avuto come filo conduttore la ricerca di latitanti donne
e che ha contribuito a dare un ulteriore impulso all’implementazione del sito “EUMW”.
Per dar corso a tale progetto è stato creato uno “slot” temporaneo aggiuntivo, che ha permesso a ciascun Paese di segnalare una propria latitante da inserire nella pagina dedicata di
EUMW.
Complessivamente 21 Stati membri dell’UE
hanno selezionato uno dei loro latitanti più
ricercati da inserire in questa campagna,
consentendo l’introduzione della ricerca di
18 donne condannate o accusate per la
commissione di diversi crimini, tra cui omicidio, traffico di esseri umani, rapina, traffico di droga e gravi frodi, realizzate in
tutta Europa.
L’attenzione si è concentrata sulla storia
dietro il crimine, a partire da una maschera
integrale che copre il volto del fuggitivo.
Man mano che la storia si svolge, parti
della maschera scompaiono lasciando lo
spettatore a indovinare il sesso del criminale.
L’obiettivo è stato quello di attirare il maggior numero possibile di visitatori sul sito
web di EU Most Wanted.
L’iniziativa ha suscitato un grande interesse mediatico ed ha ottenuto un ottimo
successo di pubblico.
In tale contesto, il Servizio Analisi Criminale
della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha predisposto un apposito monitoraggio avente ad oggetto le donne latitanti, rilevando che le stesse, sebbene rivestissero un ruolo sempre più rilevante
nello svolgimento di attività criminali, fossero del tutto assenti dagli elenchi dei latitanti di “massima pericolosità” e “pericolosi”.
Sono quindi stati selezionati, per la prima
volta, 10 profili di donne latitanti, indagate
o condannate per reati associativi in materia di criminalità mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti e sfruttamento della
prostituzione, nonché per altri gravi delitti.
Questi profili sono stati sottoposti
al vaglio del G.I.I.R.L., che ha condiviso l’inserimento nell’elenco dei
latitanti “pericolosi” delle catturande, tra le quali Matilde CIARLANTE, arrestata a Roma il 25 gennaio 2021.
“HOUSE OF CARDS”
“HOUSE OF CARDS”
Sulla stessa lunghezza d’onda, Europol, quale
agenzia di supporto alla rete E.N.F.A.S,T, ad
agosto 2022 ha lanciato la campagna mediatica
legata al sito EU Most Wanted – “HOUSE OF
CARDS” che, attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ha coinvolto il
Servizio Analisi Criminale quale organismo componente con funzioni di raccordo e di impulso
del G.I.I.R.L..
L’immagine della campagna si è concentrata su
un castello di carte, in quanto l’eliminazione di
una figura chiave della rete criminale da parte di
una soffiata anonima potrebbe causare la caduta dell’intera organizzazione.
La campagna è stata dedicata ai soggetti da arrestare poiché appartenenti ad
organizzazioni criminali e ricercati per reati gravi in Europa come omicidio,
tratta di esseri umani e rapina a mano armata, rappresentati come singole
carte da gioco componenti una “CASA DI CARTE”, da qui il nome della campagna Europol 2022 “HOUSE OF CARDS”.
La campagna è durata 4 settimane, durante le quali sono stati promossi sul
sito EU Most Wanted i diversi profili individuati.
In particolare, il capo dell’organizzazione è stato raffigurato come il “RE” nel
mazzo di carte; il trafficante di droga, affiliato di un’organizzazione, come la
“REGINA”; un appartenente, esecutore violento di un organizzazione criminale, quale ad esempio un sicario, come “JACK”; un appartenente all’organizzazione criminale, quale favoreggiatore, autore di reati come il riciclaggio di
denaro e la contraffazione di documenti, rappresentato da “JOKER”.
Il contributo
del G.I.I.R.L.
Il G.I.I.R.L. ha concordato di fornire due nominativi da inserire nella campagna Europol
2022 “HOUSE OF CARDS”:
CINQUEGRANELLA Renato, inserito nell’elenco dei “latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca”;
PALAMARA Mario, inserito nell’elenco dei “latitanti pericolosi”.
Renato CINQUEGRANELLA
AMBITO: Camorra
GRADO: “Massima pericolosità”
CATEGORIA: “Jack”
Mario PALAMARA
AMBITO: ‘Ndrangheta
GRADO: “Pericoloso”
CATEGORIA: “REGINA”
I Murales
di EUMOSTWANTED
Come parte della campagna, sono stati svelati murales a Bruxelles e Barcellona per aumentare la consapevolezza della campagna e per attirare maggiore attenzione da parte dei media.
STATISTICHE,
DATI e REPORT
E REPORT
STATISTICHE, DATI e REPORT
Latitanti
Tratti in arresto
Analisi dei dati statistici relativi al periodo gennaio 2019 – dicembre 2023
Una breve
PREMESSA
Come stabilito dal codice di procedura penale
(art. 296 c. 1 c.p.p.), i presupposti per assumere lo status di latitante sono sostanzialmente due: la mancata esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere o in
luogo di cura, degli arresti domiciliari, del divieto di espatrio, dell’obbligo di dimora o
dell’ordine con cui si dispone la carcerazione
(requisito oggettivo); la volontà di sottrarsi
all’esecuzione della misura (requisito soggettivo).
Cosa prescrive
il comma 1 dell’art. 296 del c.p.p.
È latitante chi volontariamente si sottrae alla custodia cautelare, agli arresti
domiciliari, al divieto di espatrio, all’obbligo di dimora o a un ordine con cui si
L’arresto di un
LATITANTE
Appare evidente come la ricerca dei latitanti
costituisca un momento particolarmente importante del contrasto al crimine da parte
delle istituzioni.
L’individuazione e l’arresto di un latitante e, in
particolare, di un soggetto inserito negli elenchi di “massima pericolosità” o dei “pericolosi”, costituisce un importante risultato per
gli organi di polizia e mette in luce la costanza
e l’impegno necessari per raggiungere l’obiettivo.
Peraltro, notevole è l’investimento di risorse
necessarie a eseguire il provvedimento restrittivo, per la capacità di alcuni latitanti, di
particolare spessore criminale, di celarsi e
fuorviare le ricerche anche per lunghi periodi,
molto spesso con il favoreggiamento di quel
contesto sociale locale da cui provengono e
dove restano salde le loro radici.
Tali particolari dimensioni territoriali possono,
ovviamente, favorire la latitanza dei ricercati,
spesso inducendo a fornire supporto oppure a
non offrire alcuna forma di collaborazione alle
Forze dell’ordine.
Ne consegue come il dato relativo agli arresti
dei latitanti di “massima pericolosità” e “pericolosi” sia il risultato di una delle sfide più impegnative che le Forze di polizia sono quotidianamente impegnate ad affrontare in considerazione della fitta rete di fiancheggiatori di
cui godono i ricercati.
La nostra
ANALISI
ANALISI DEI DATI RELATIVI AI RISULTATI CONSEGUITI DALLE FORZE DI POLIZIA NELLE
OPERAZIONI DI ARRESTO DI SOGGETTI LATITANTI APPARTENENTI AGLI ELENCHI DI
“MASSIMA PERICOLOSITA’” E “PERICOLOSI” DA GENNAIO 2019 A DICEMBRE 2023
LATITANTI di
“MASSIMA PERICOLOSITÀ”
01 arresto nel 2019
— arresti nel 2020
13 nel 2019
04 arresti nel 2021
13 nel 2019
— arresti nel 2022
13 nel 2019
02 arresti nel 2023
13 nel 2019
LATITANTI ARRESTATI
Gennaio 2019 – dicembre 2023
Nel periodo compreso da gennaio 2019 a dicembre 2023, sono
stati tratti in arresto 55 latitanti, 7 latitanti inseriti nell’elenco
dei latitanti di “massima pericolosità del programma speciale
di ricerca” e 48 latitanti “pericolosi”.
LATITANTI
“PERICOLOSI”
13 arresti nel 2019
02 arresti nel 2020
13 nel 2019
18 arresti nel 2021
13 nel 2019
08 arresti nel 2022
13 nel 2019
07 arresti nel 2023
13 nel 2019
CATEGORIE
dei latitanti arrestati
L’analisi dei dati desunti dall’attività del G.I.I.R.L. fa
emergere la continua evoluzione del paradigma criminale in cui si esprime il crimine organizzato, che manifesta una straordinaria capacità di adattamento ai mutamenti economici, culturali e politici della società.
4 DONNE latitanti
92 da gennaio 2019 a dicembre 2023
Arrestate
51 UOMINI latitanti
Arrestati da gennaio 2019 a dicembre 2023
Il ruolo delle donne nelle mafie
Il ruolo assunto dalle donne sia all’interno delle singole compagini criminali, sia nella commissione di gravi reati, ha visto una notevole evoluzione tanto da indurre il G.I.I.R.L., nell’anno 2021,
dopo un’accurata attività di monitoraggio e ricerca realizzata dal Servizio Analisi Criminale, a inserire, per la prima volta, dieci donne nell’elenco dei “latitanti pericolosi”, tra le quali una legata
alla camorra.
TIMELINE ARRESTI
delle donne latitanti
Anno 2019
Anno 2020
Anno 2021
GENNAIO 2021 – Il G.I.I.R.L. decide di inserire per la prima
volta, 10 donne nell’elenco dei “latitanti pericolosi”.
GENNAIO 2021 – La Guardia di Finanza ha tratto in arresto una donna inserita nell’elenco dei latitanti pericolosi, ambito gravi delitti in quanto ricercata per i reati di omicidio doloso, associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione e rapina.
Anno 2022
GIUGNO 2022 – La Polizia Nigeriana ha tratto in arresto una donna, inserita
nell’elenco dei latitanti pericolosi, ambito gravi delitti in quanto ricercata
per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, tratta e
commercio di esseri umani.
OTTOBRE 2022 – La Polizia di Ras al Khaimah ha tratto in arresto, negli
Emirati Arabi Uniti, una donna inserita nell’elenco dei latitanti pericolosi,
ambito gravi delitti in quanto ricercata per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti e riciclaggio di denaro.
Anno 2023
APRILE 2023 – La Polizia di Sarp (Turchia) ha tratto in arresto una donna,
inserita nell’elenco dei latitanti pericolosi, ambito gravi delitti in quanto ricercata per i reati di omicidio doloso e violazione legge sulle armi. Attualmente in attesa di accoglimento da parte della Turchia della domanda di
estradizione presentata dalle Autorità italiane.
L’analisi della ripartizione degli arrestati tra le varie matrici criminali mostra
come, sia tra i latitanti di “massima pericolosità” che tra i “pericolosi”,
l’area dei responsabili di “gravi delitti” conta il numero maggiore di arrestati, seguita dalle organizzazioni criminali della ‘ndrangheta e della camorra.
Latitanti arrestati
Incidenza di arresti tra
le matrici criminali
38,18%
32,73%
21 Soggetti responsa-
18 Soggetti affiliati
bili di “gravi delitti”
alla ‘ndrangheta
21,82%
5,45%
12 Soggetti affiliati
3 Soggetti affiliati
alla camorra
a cosa nostra
da gennaio 2019 a dicembre 2023
1,82%
criminalità pugliese
I dati degli arresti di latitanti inseriti nei due elenchi, suddivisi per matrice criminale e per grado di pericolosità, mostrano come l’attività di ricerca e arresto dei latitanti, specialmente di ‘ndrangheta e di camorra, consegue apprezzabili risultati.
degli arrestati
MATRICI CRIMINALI
1 Soggetto affiliato alla
Per quanto riguarda i latitanti di “massima pericolosità”, sono state portate
a termine operazioni che hanno condotto a 7 arresti eccellenti e lambito, oltre
alla ‘ndrangheta e alla camorra, anche cosa nostra e gli autori di “gravi delitti”.
Gli arresti dei soggetti inseriti nell’elenco dei latitanti “pericolosi” sono stati
48, hanno colpito, in via prevalente, elementi affiliati alle consorterie criminali
della camorra e della ‘ndrangheta, e quelli responsabili di “gravi delitti”, tra
cui si rilevano gli arresti di 4 donne.
SOGGETTI ARRESTATI
per grado di pericolosità
e matrice criminale
21 Soggetti responsabili di “GRAVI DELITTI”
18 Soggetti affiliati alla ‘NDRANGHETA
12 Soggetti affiliati alla CAMORRA
3 Soggetti affiliati a COSA NOSTRA
1 Soggetto affiliato alla CRIMINALITÀ PUGLIESE
Latitanti di
“MASSIMA PERICOLOSITÀ”
Latitanti
PERICOLOSI
“GRAVI DELITTI”
‘NDRANGHETA
CAMORRA
COSA NOSTRA
CRIMINALITÀ PUGLIESE
Latitanti arrestati
da gennaio 2019 a dicembre 2023
Anno 2019
Anno 2020
14 latitanti sono stati arrestati
2 latitanti sono stati arrestati
dalle Forze di polizia
dalle Forze di polizia
Anno 2021
Anno 2022
Anno 2023
22 latitanti sono stati arrestati
8 latitanti sono stati arrestati
9 latitanti sono stati arrestati
dalle Forze di polizia
dalle Forze di polizia
dalle Forze di polizia
Si è vista in precedenza l’estrema importanza rivestita dal luogo di rifugio del
soggetto latitante.
Si è accennato come nella maggior parte dei casi i latitanti, soprattutto appartenenti alle organizzazioni criminali “storiche”, preferiscano trascorrere la
latitanza nel loro luogo di origine.
Qui, evidentemente, possono godere di una maggiore forma di “protezione”
da parte della comunità locale, che continua a riconoscergli una influenza e
un potere che non vengono minimamente scalfiti dalla latitanza.
dei latitanti arrestati
LUOGHI di origine e arresto
Anzi, proprio il sottrarsi alla giustizia amplifica sia quella “autorevolezza” criminale del soggetto nei confronti dei compartecipi dell’organizzazione, sia
quel “prestigio” che riveste nel contesto sociale di provenienza.
Soggetti latitanti di “massima pericolosità”
arrestati sono di origine italiana
Tali contiguità con le realtà locali sono sempre state una peculiarità delle
organizzazioni criminali mafiose e anche la “latitanza” non si discosta da
tale strategia, che indubbiamente permette alle consorterie criminali di sopravvivere, diffondersi ed espandersi.
La conseguenza logica è che appare evidente come la maggior parte degli
arresti di latitanti appartenenti alle organizzazioni criminali “storiche” avvenga sul territorio nazionale, in specie nelle regioni di origine.
L’analisi della ripartizione geografica relativa ai luoghi di origine e di arresto
dei latitanti di “massima pericolosità” negli anni in esame mostra come dei
7 latitanti di “massima pericolosità” arrestati, tutti di origine italiana, 4
siano stati tratti rintracciati in Italia e, per la gran parte, all’interno delle regioni dove mantengono i propri “feudi” e dove è maggiore quella struttura
di protezione che viene elevata intorno al soggetto.
Gli arresti in Italia hanno coinvolto le regioni:
CAMPANIA
(1 affiliato alla camorra)
LIGURIA
(1 affiliato alla ‘ndrangheta)
SARDEGNA
(1 responsabile di “gravi delitti”)
Italia
SICILIA
(1 affiliato a cosa nostra).
Gli arresti all’ estero hanno coinvolto le nazioni:
BRASILE
(1 affiliato alla ‘ndrangheta);
EMIRATI ARABI
(1 affiliato alla camorra);
PORTOGALLO
(1 affiliato alla ‘ndrangheta).
Estero
Latitanti “pericolosi” arrestati
sono di origine italiana di cui:
Soggetti di origine calabrese
Soggetti di origine campana
Soggetti di origine piemontese
Soggetti di origine di altre regioni
italiane
Con riferimento ai luoghi di origine e di arresto dei latitanti “pericolosi” negli anni in esame
emerge come dei 48 latitanti “pericolosi” arrestati, 37 di origine italiana e 11 di origine straniera, 15 siano stati rintracciati in Italia, pari al 31% del totale ed il restante 69% all’estero.
Italia
Gli arresti in Italia hanno coinvolto
le regioni Calabria, Campania, Lazio e Piemonte.
Estero
Gli arresti all’estero hanno coinvolto
le nazioni Albania, Argentina, Belgio,
Brasile, Cina Popolare, Costa Rica,
Emirati Arabi Uniti, Francia, Grecia,
Marocco, Nigeria, Repubblica Dominicana, Spagna, Tunisia, Turchia,
Ucraina e Venezuela.
La scelta della latitanza all’estero, particolarmente rilevante nei dati relativi agli arresti dei
latitanti “pericolosi”, si ritiene possa essere dettata da tre motivi: la difficoltà a trovare in
Italia un luogo che assicuri una protezione lunga ed efficace; la possibilità di impiantare in
Stati esteri attività lecite o illecite che, comunque, garantiscano costanti guadagni, sia per
il soggetto che per l’organizzazione, cosicché il latitante diventi una “propagazione”
dell’organizzazione, anche fuori dall’Italia; infine, le difficoltà oggettive legate alle non uniformi normative di estradizione che, talvolta, si frappongono all’attività di ricerca e arresto
dei latitanti.
Continenti e
Stati coinvolti
– EUROPA
05 arresti di latitanti di “massima pericolosità”
34 arresti di latitanti “pericolosi”
– AMERICA
01 arresto di latitanti di “massima pericolosità”
07 arresti di latitanti “pericolosi”
– ASIA
01 arresto di latitanti di “massima pericolosità”
04 arresti di latitanti “pericolosi”
– AFRICA
03 arresti di latitanti “pericolosi”
Nel contesto degli arresti riferiti al periodo
gennaio 2019 – dicembre 2023, dalla tabella si rileva che 16 arresti (2 di “massima
pericolosità” e 14 “pericolosi”) sono avvenuti in Paesi extraeuropei (Argentina, Brasile, Cina Popolare, Costa Rica, Emirati
Arabi Uniti, Marocco, Nigeria, Repubblica
Dominicana, Tunisia, Turchia e Venezuela),
luoghi ritenuti, moderatamente, più “sicuri” di altri e dove è possibile proseguire
l’attività illecita dell’organizzazione, in particolare il traffico di sostanze stupefacenti
direttamente dai luoghi di produzione.
La maggior parte degli arresti è, comunque, avvenuta nell’ambito del vecchio
continente 39 arresti, di cui 5 di “massima
pericolosità” e 34 “pericolosi”, con punte
significative, oltre all’Italia, in Spagna, Albania, Francia e Grecia.
Verosimilmente, territori vicini all’Italia
sono ritenuti raggiungibili senza particolari
