
(AGENPARL) – lun 05 febbraio 2024 Sanità Cattolica: dalla missione di cura per i più fragili alla “sfida dell’equità”
La Sanità Cattolica in Italia è una realtà importante nel contesto sanitario del nostro Paese, basti pensare a strutture come il Policlinico Gemelli di Roma, la Casa Sollievo della Sofferenza, il Campus Biomedico o l’Istituto Auxologico che sono solo alcune delle eccellenze che ne testimoniano l’importanza assistenziale, scientifica e strategica.
Tuttavia, negli ultimi anni si è verificata una trasformazione nella loro missione di cura per i più fragili e bisognosi, che ora deve affrontare la “sfida dell’equità” nell’accesso alle cure. L’evoluzione delle strutture sanitarie cattoliche nel contesto sanitario italiano, la sfida dell’accessibilità e la necessità di riscoprire l’ispirazione religiosa per ripensare il loro ruolo.
L’evoluzione degli ospedali cattolici, nel contesto sanitario italiano, ha seguito un percorso di trasformazione significativo. Da istituzioni nate con la missione di curare i poveri e gli emarginati, questi centri sanitari hanno adattato le proprie pratiche e strutture per rispondere alle esigenze della società moderna. Negli ultimi decenni, si è assistito a un’espansione delle attività e dei servizi offerti, abbracciando specializzazioni mediche sempre più complesse. Gli ospedali cattolici hanno inoltre cercato di garantire una gestione efficiente delle risorse e una maggiore collaborazione con il sistema sanitario nazionale. Questa evoluzione ha permesso alla Sanità Cattolica di continuare a svolgere un ruolo fondamentale nella cura e nell’assistenza sanitaria, mantenendo intatto l’impegno originario verso i più bisognosi.
L’accessibilità alle cure mediche è un diritto fondamentale per ogni individuo, ma purtroppo in Italia non sempre è così.
La sfida degli ospedali cattolici consiste nel garantire l’accesso alle cure a tutti, indipendentemente dalla loro condizione economica o sociale. Spesso, infatti, la cura diventa un privilegio per pochi e non un diritto per tutti. Questo problema è particolarmente sentito soprattutto nelle regioni del sud Italia, dove la povertà e la disoccupazione sono più diffuse. Quante volte assistiamo a famiglie con scarse risorse economiche del sud, costrette a viaggi lunghissimi, soggiorni costosi per una visita o prestazione sanitaria?
Gli ospedali cattolici devono impegnarsi a rendere le cure accessibili a tutti, anche attraverso politiche di prevenzione e di sensibilizzazione alla salute. Solo così potranno adempiere alla loro missione originaria di cura dei poveri e dei bisognosi o come spesso si usa oggi dire verso i più fragili, mantenendo viva l’ispirazione religiosa che li anima o che li dovrebbe animare.
Bisogna riscoprire l’ispirazione religiosa: ripensare il ruolo della Sanità Cattolica in Italia.
In un mondo sempre più secolarizzato, i centri sanitari cattolici si trovano di fronte alla sfida di riscoprire e ripensare il proprio ruolo ispirato alla fede. Non è sufficiente offrire cure mediche di qualità, ma è importante anche promuovere un ambiente che rifletta i valori cristiani di compassione, umanità e solidarietà.
Questo richiede una revisione delle pratiche e delle politiche interne, per garantire che i medici e tutti gli operatori sanitari e non, siano formati non solo in termini di conoscenze e quindi competenze tecniche, ma anche di valori etici. La Sanità Cattolica deve poter continuare ad essere un luogo privilegiato per offrire una cura integrale alle persone prendendosi cura non solo del corpo ma di tutto ciò che rappresenta l’uomo nella sua dimensione.
Gli ospedali cattolici in Italia hanno una lunga storia di missione di cura per i poveri, ma oggi affrontano nuove sfide come la lotta all’accessibilità e l’equità nella cura. Ripensare il ruolo dei centri sanitari cattolici può essere un modo per riscoprire l’ispirazione religiosa originaria e trovare nuove soluzioni per garantire una cura equa e accessibile a tutti. Resta aperta la riflessione su come possiamo lavorare insieme per costruire un sistema sanitario più giusto e inclusivo.
Una ultima riflessione sicuramente la merita l’espressione “sfida dell’equità” che spesso usiamo a volte abusandone il significato.
“La sfida dell’equità” si riferisce alla lotta per garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine, genere, razza, classe sociale o altra identità, abbiano pari opportunità e accesso alle risorse e servizi. Questo ovviamente oltre all’istruzione, all’occupazione e ad altri fattori che influenzano la qualità della vita comprende la salute.
“La sfida dell’equità” si basa sull’idea che ogni individuo merita di essere rispettato e trattato con dignità ed uguaglianza. Ecco, proprio quest’ultima riflessione non andrebbe mai disattesa dalla Sanità Cattolica che può contribuire, in una fase di “ricostruzione” anche politica del nostro Paese a ridare vita al termine “solidarietà” che nel Dizionario di Sociologia viene definito come il termine utilizzato per designare la capacità dei membri di una collettività ad agire nei confronti di altri come un soggetto unitario
Enrico Fabbro